Afterlife arriva a Milano la grande musica elettronica
La Milano turistica ed internazionale post expo 2015, si scopre anche amante della musica elettronica su larga scala grazie ad Afterlife.
È uno spettacolare show musicale andato in scena ieri sera nel capoluogo lombardo che, alla tecno, unisce arti visive e ambientazioni suggestive in un particolare mix a base di tecnologia, natura e riflessioni sull’uomo, ma sopratutto in grado d’attirare all’Ippodromo un numero di spettatori degno delle adunate oceaniche di Vasco.
Autore della performance è il duo Tale Of Us, che proprio a Milano ha le sue origini dove Carmine Conte da Toronto e Matteo Milleri da New York si sono conosciuti anni fa mentre studiavano ingegneria del suono, per poi dar vita all’ormai celebre sodalizio tempo dopo in una fredda notte berlinese.
Afterlife combina musica, arti visive e ambientazioni suggestive, con un’atmosfera profonda in una perfetta serata meneghina di fine estate in grado di coinvolge l’internazionale e variegato pubblico presente (per età e stili) con grande intensità e per cui la parola “immersiva” spesso utilizzata a sproposito, calza a pennello.
È un evento che ormai ha un po’ perso il sapore sperimentale di qualche tempo fa, è diventato popolare grazie ad Instagram (per modalità e colori calza si adatta perfettamente), ma che comunque riesce a essere innovativo e in grado d’influenzare tutta la scena EDM mondiale. Afterlife ha un’identità coerente, fatta di laser, proiezioni con immagini reali miste a quelle riprodotte dall’AI per uno scenario da film di fantascienza con spunti splatter, a cavallo tra Carpenter e Tarantino.
La line-up ha visto alternarsi sul palco Tale of Us, i fondatori, insieme a Mind Against, Massano e Olympe, ma a farla da padrone sono le due performance Anyma presents Genesys (dall’album omonimo del 2023) e Mrak presents We Don’t Follow (più sperimentale), i rispettivi progetti solisti di Matteo Milleri e Carmine Conte, membri del duo.
A testimonianza che più che con una serata da club berlinese, Afterlife ha a che fare con uno show vero e proprio, è il fatto che i presenti più che a ballare, sembrano intenti a riprendere il tutto nelle loro Stories con lo smartphone e a godersi lo spettacolo.
Afterlife sia dal punto di vista della qualità dell’audio sia per l’apparato digitale supera la prova di una location all’aperto non facile per spazi enormi e disposizione come l’Ippodromo, ma ha forse come unico neo una certa (volutamente ipnotica, ma alla lunga straniante) ripetitività nel sound, non all’altezza delle proiezioni, un aspetto su cui lavorare in futuro alzando l’asticella.
Di sicuro l’evento vale il prezzo del biglietto e rappresenta un tipo di serate di cui Milano, nella sua nuova veste, avrebbe più bisogno.