Alan Sorrenti – The Prog Years
Saranno disponibili dal 1 giugno in CD ed LP i primi quattro dischi del cantautore italo-gallese, stampati originariamente su etichetta Harvest. Cresciuto tra il Vomero e il Galles, Alan Sorrenti entra in contatto con il progressive rock a Londra, folgorato ad un concerto dei King Crimson.
Il suo esordio discografico “Aria” (1972), registrato proprio a Londra e considerato un caposaldo del prog rock italiano famoso in tutto il mondo, assieme ai successivi “Come un vecchio incensiere all’alba di un villaggio deserto” (1973), “Alan Sorrenti” (1974) e “Sienteme, It’s Time To Land” (1976) escono ora in una nuova edizione rimasterizzata e con le grafiche originali.
Nel cofanetto in 5 CD “The Prog Years”, anche tanti contenuti bonus come le versioni inglesi di “Vorrei Incontrarti”, “Serenesse”, “Angelo”, “Oratore” e “Alba” mai pubblicate prima, un alternative mix di “Sulla cima del mondo” e una traccia inedita “Sai Amore”, piano e voce, struggente nella sua semplicità.
Gli LP riproducono fedelmente le grafiche originali, compresa la finestra anteriore apribile con libretto di “Come un vecchio incensiere…”
“Aria”: l’album di debutto del 1972, viene registrato a Londra e si avvale della preziosa collaborazione di Jean Luc Ponty (già all’opera con Frank Zappa), il cui violino impreziosisce i quasi venti minuti del primo brano.
“Come un vecchio incensiere all’alba di un villaggio deserto” viene a sua volta registrato a Londra nel ’73 e vede Tony Esposito alla sezione ritmica e David Jackson dei Van Der Graaf Generator al flauto.
“Alan Sorrenti”, del 1974, contiene “Dicitencello Vuje”, un classico napoletano interpretato e realizzato in chiave psichedelica, che entra in classifica in Italia.
“Sienteme, It’s Time To Land” (1976), concepito in Africa ma registrato a San Francisco, è lo spartiacque che porterà poi alla disco di “Figli Delle Stelle” (1977)
“A quelli appartenenti alla generazione del prog che ascolteranno il contenuto del box auguro di rivivere quel percorso unico per ognuno e ricondurlo ad oggi. Ai giovani contemporanei che lo ascolteranno per la prima volta auguro invece un’apertura a 360° che spesso solo la giovinezza può dare.” Alan Sorrenti
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