ARLO PARKS “Collapsed In Sunbeams” il suo album di debutto. Talento puro!
Arlo Parks è un talento puro. Certezza assoluta. Green Eyes è il nuovo singolo che anticipa l’uscita dell’album di debutto “Collapsed In Sunbeams”(29 gennaio).
Caratterizzato dalle atmosfere da fine estate, “Green Eyes” vede la partecipazione ai cori e alla chitarra di Clairo. Si tratta di un brano intimo che mostra la tipica voce sospirata di Arlo, accompagnata dalle melodie morbide e da tastiere frastornate. Arlo afferma, “Questa è una canzone che parla della scoperta di sé, dell’autoaccettazione e dell’adolescenza. Dovrebbe sollevare e confortare coloro che stanno affrontando un momento difficile.” Il singolo è accompagnato da un video diretto da Louis Bhose.
IL SUO COMMENTO DELL’ALBUM
Riguardo all’album di debutto, Arlo afferma,
Questo album rappresenta una serie di vignette e ritratti intimi che hanno circondato la mia adolescenza e le persone che l’hanno influenzata. Si basa sullo storytelling e sulla nostalgia – volevo che suonasse sia universale che iper-specifico.”
I SINGOLI
L’annuncio segue la pubblicazione dei recenti singoli “Hurt” e “Black Dog”, entrambi trasmessi da BBC Radio 1 e BBC 6 Music A-list e che si sono guadagnati milioni di stream in tutto il mondo. Arlo ha prestato la sua voce nel singolo dei Glass Animals “Tangerine”, pubblicato la scorsa settimana e nel nuovo brano di Fraser T. Smith “Strangers In The Night” – i due si sono recentemente esibiti con il brano al Later… with Jools Holland.
Il 2020 continua a vedere l’ascesa di Arlo con le copertine di Evening Standard Magazine, NME e Dork Magazine, ma anche con la sua presenza nella Dazed 100 List. Arlo si è inoltre esibita per COLORS e NPR’s Tiny Desk – oltre ad essere stata una dei tre artisti ad esibirsi al Glastonbury quest’anno. Phoebe Bridgers l’ha recentemente invitata a partecipare al Radio 1 Piano Session, dove le due si sono esibite con una cover di “Fake Plastic Trees” dei Radiohead.
Arlo è stata nominata ambasciatrice per CALM, un’organizzazione benefica inglese che si occupa di salute mentale. La sua musica le ha fatto guadagnare fan del calibro di Billie Eilish, Florence Welch, Michelle Obama, Angel Olsen e Wyclef Jean, tra gli altri.
LA TRACKLIST
1.Collapsed In Sunbeams
2.Hurt
3.Too Good
4.Hope
5.Caroline
6.Black Dog
7.Green Eyes
8.Just Go
9.For Violet
10.Eugene
11.Bluish
12.Portra 400
ABOUT ARLO PARKS
Sul piano personale Parks crescendo ha lottato con la sua identità; un maschiaccio dichiarato, super sensibile e “sfigato”. Lei stessa afferma “sono una ragazzina di colore che non sa ballare, ascolto musica emo e ho una cotta per una ragazza del mio corso di spagnolo.” A 17 anni si rasò la testa, capì di essere bisessuale e scrisse e produsse un album pieno di materiale valido.
Cresciuta a South West London, mezza nigeriana, un quarto ciadiana e un quarto francese, Arlo Parks imparò a parlare francese prima dell’inglese. Bambina tranquilla, scriveva brevi storie e creava mondi fantastici, appassionandosi alla poesia spoken word, leggendo poeti americani come Ginsberg e Jim Morrison e guardando le performance di Chet Baker su YouTube. Oggi tra i suoi poeti preferiti troviamo Nayyirah Waheed, Hanif Abdurraqib e Iain S. Thomas ed è chiaro che i loro lavori influenzano la sua scrittura. Anche i libri sono un’ispirazione importante, come The Bell Jar di Sylvia Plath e Norwegian Wood di Haruki Murakami. Parks afferma, “Aspiro a scrivere i miei brani nello stesso modo in cui Murakami ha scritto quel libro: realistico, sensibile e umano.”
Water di Fela Kuti e Sittin On The Dock Of The Bay di Otis Redding hanno fatto da colonna sonora all’infanzia di Arlo Parks, ma è stato a 13 anni che scoprì King Krule; artista che tuttora influenza molto la musica che Arlo scrive. Più tardi iniziò ad ascoltare hip-hop (Kendrick Lamar, MF Doom, Earl Sweatshirt e Loyle Carner) e rock (Jimi Hendrix, Shilpa Ray e David Bowie), ma anche il sound doloroso e introspettivo di Keaton Henson, Sufjan Stevens e Julien Baker. Parks spiega, “Scrivevo storie così dettagliate che potevi assaggiarle, mantenendo comunque l’energia e la vita dell’hip-hop che amavo.” C’è un aspetto cinematografico e visuale nella sua scrittura, nato dall’amore per i film horror, per lo streetwear e per l’arte astratta.
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