CANZONI DELLA SETTIMANA: le nuove uscite discografiche (11 Aprile 2025) #NewMusicFriday

CANZONI DELLA SETTIMANA: le nuove uscite discografiche (11 Aprile 2025) #NewMusicFriday

Benvenuti al nuovo appuntamento con Newsic Friday Vol. 15-2025! La selection della settimana propone i Pulp incantano mentre i Cani rinnovano l’indie pop con testi affilati e malinconici. Tra le uscite top Sfera Ebbasta in coppia con Shiva e Cesare Cremonini ed Elisa. Buon ascolto! 

LA PLAYLIST 

LE PAGELLE BRANO PER BRANO

Pulp –  Voto 8,00 – Tra synth, violini e DJ molesti, i Pulp suonano freschi come se Britpop non fosse mai passato di moda. Un ritorno che non puzza di revival, ma sa di ironia ben prodotta e malinconia ben suonata. Bentornati! 

 

i cani –  Voto 8,00 – Niccolò torna e non fa sconti: testi affilati, synth malinconici e quella disillusione generazionale che ci mancava come una vecchia ex. L’indie pop ritrova il suo portavoce più sincero e spietato. Rinascita.

Mark Pritchard e Thom Yorke  –  Voto 7,50 – Una traccia inquietante e sperimentale. Con un sound elettronico d’avanguardia e la voce unica di Yorke, il brano esplora territori sonori imprevedibili e si interroga sulle contraddizioni del nostro desiderio di “progresso”.

Stereolab –  Voto 7,75 – Quindici anni di attesa non hanno scalfito la magia sonora degli Stereolab. “Aerial Troubles” conserva la loro essenza onirica e sperimentale, con Laetitia Sadier e Tim Gane che guidano l’ascoltatore attraverso un paesaggio sonoro dalle tinte tenui sospeso e affascinante. 

Cesare Cremonini – Elisa  –  Voto 7,50 – Due pilastri del pop italiano uniscono le forze in un brano che mescola pathos e produzione internazionale. Un duetto che profuma di confessione e maturità artistica, dove voci e sensibilità si intrecciano in un’intesa autentica. Una ballata potente, stratificata, che trasforma il pop in materia viva e riflessiva, confermando la solidità di una collaborazione che va oltre il semplice featuring.

Tropico –  Voto 7,50 – Una ballad, intrisa di nostalgia e dolcezza, mescola archi sofisticati e un linguaggio contemporaneo, riflettendo vulnerabilità e intimità. Una canzone che, pur nella sua delicatezza, riesce a lasciare il segno.

Lido Pimienta – Voto 7,50 – Una poesia sensuale che celebra la natura, l’amore e la libertà. “Mango” è più di una canzone d’amore: è un inno alla sensualità e alla connessione con le radici. Con l’intensità di un gesto semplice, Pimienta riesce a trasmettere l’essenza del desiderio e della libertà. Affascinante e liberatoria.

Arcade Fire –  Voto 7,25 – Rinnovamento e trasformazione. La voce di Régine avvolge in calore, mentre la band si reinventa con il suono che l’ha sempre distinta. La batteria di Win e il basso di Régine segnano un inizio, ma senza stravolgere l’essenza. Rigenerante.

Lana Del Rey –  Voto 7,25 – Lana resta nella sua bolla vintage di sogni lenti e pianoforti sussurrati. Elegante, certo, ma ormai prevedibile come una domenica di pioggia. Emozionante, sì, ma senza sorprese. Routine.

The Divine Comedy –  Voto 7,15 – Neil Hannon scava tra memorie, malinconie e disincanti orchestrali. Pop da camera con vista sul tramonto dell’anima, dove l’umorismo cede (finalmente) il passo alla fragilità. Catartico.

Mark Stewart – Voto 7,00 – Un inno neo-noir avvolto in synth eleganti, con Stewart che tesse una ballata post-disco ricca di desiderio e riflessione politica. “Memory of You” è un amore travestito da poesia sociale, un brano che sfida le convenzioni, ma resta radicato nel tempo. La sua eredità. 

chiello – Achille Lauro –  Voto 7,00 – Un twist elegante tra ironia e seduzione: Chiello e Lauro flirtano con lo swing come due dandy disillusi al bancone. Tra doppi sensi e falsetti, il pezzo scivola via che è un piacere. Un buon succo d’ananas! 

Nitro –  Voto 6,75 –  “Scappa” è un grido soffocato dentro un Paese che sembra respingere i suoi figli. Nitro sputa verità con la consueta lucidità. È denuncia, è realtà, è rabbia. 

Pinguini Tattici Nucleari – Max Pezzali  –  Voto 6,75 – Max è lo zio cool, i Pinguini i cugini che non smettono mai di raccontarti la loro ultima storia d’amore fallita. Il mix funziona, ma sembra una rimpatriata tra ex compagni di liceo più che un duetto epocale. Nostalgia.

Ugo Crepa –  Voto 6,75 – Una confessione disillusa sul non sentirsi mai davvero “cresciuti”. Ugo Crepa racconta con onestà un’età adulta fatta di piccoli gesti imperfetti – fanta tiepida, frollini, liste della spesa a penna – simboli di una quotidianità fragile e in cerca di equilibrio. 

 Interiorama –  Voto 6,75 – Una fusione sonora che celebra l’inclusione e l’incontro. Il ritmo pulsante e l’immediatezza del brano, frutto di una residenza artistica, abbattano barriere, unendo musicisti professionisti e persone con disabilità in una danza collettiva che emoziona e trasforma.

Garbage –  Voto 6,75 – Un brano che mostra il lato più riflessivo dei Garbage, tra atmosfere cupe e melodie controllate. Il fascino c’è, ma manca quella sporcizia elettrica che li ha sempre distinti: la rabbia è trattenuta, forse fin troppo.

Marrakesh Express  – Voto 6,75 – Tra bassi profondi e malinconie sintetiche, il duo mescola clubbing e confessione con una certa eleganza cinematica. Il dancefloor diventa un divano psicanalitico: si balla, ma con gli occhi lucidi. Future garage con retrogusto fashion week. Onirici.

Mostro  – Voto 6,75 – Crudo, diretto e inafferrabile. Un’ode all’oscurità che svela la sua autenticità nel silenzio, ma la traccia fatica a risuonare come qualcosa di davvero nuovo. La solita forza!

Sangiovanni  – Voto 6,75 – Un viaggio notturno tra ansie e desideri, con fari puntati sull’anima. Sangiovanni imbocca la via dell’elettro-pop introspettivo, ma resta in corsia di sorpasso radiofonico. Il beat corre, la voce si accende, l’emozione lampeggia. Mi sembra un po’ Fedez di Battito! 

Sfera Ebbasta – Shiva  – Voto 6,50 – Due master che sanno il fatto loro: autotune al punto giusto, beat giusto,e barre da trap house da manuale. Ma l’impressione è quella di un déjà vu costante. Talento c’è, ma zero evoluzione. Il futuro può attendere, loro pure. 

Camelia – Voto 6,50 – La solitudine in mezzo alla folla, il paradosso di sentirsi persi in una discoteca piena di persone. Nonostante la confusione, c’è uno spazio per la connessione, come un incontro fugace in uno sguardo che permette di riconoscersi. Un ritmo ballabile che mescola pop ed elettronica.

HAAi  – Voto 6,50 – Dualità su ritmi pulsanti, HAAi scava nel contrasto tra palco e quotidianità. “Shapeshift” si scontra con l’irrequietezza, tra sogni e gabbie invisibili, ma il risultato non è mai troppo definito. Una danza tra libertà e prigionia, ma senza mai volare troppo alto.

Sissi – 22simba – Voto 6,50 – Sissi si mette a nudo con grazia, ma senza scosse. Le emozioni ci sono in un racconto resta in punta di piedi. Un diario intimo che si ascolta con rispetto, ma che fatica a lasciare il segno. Simba irrompe con la sua narrazione.

Sethu & Jiz – Voto 6,50 – Un lento che mescola malinconia e resa, “Si balla” racconta la fine di una relazione con la delicatezza di una ballad. La produzione di Jiz tesse melodie morbide, ma Sethu non riesce mai a superare la tristezza del distacco. Intenso.

Badflower  –  Voto 6,50 – Josh Katz canta al cane morto. Una forte dose di catarsi di sapore emo da fattoria tra riff di chitarra e il pulsare della batteria, grazie ad un canto liberatorio, a squarciagola, in onore degli amici pelosi che abbiamo perso lungo la strada della vita.

Lillie Hoax  –  Voto 6,50 – Una ballad malinconica che segna una svolta nel suo percorso musicale. Dopo l’energia punk rock l’artista si fa più intima, parlando alla dolce e ingenua Jane, intrappolata in una relazione difficile, anche con se stessa. Le chitarre struggenti

Matteo Alieno –  Voto 6,50 – Un singolo che unisce dolcezza e profondità, invitandoci ad abbracciare la nostra fallibilità. Matteo Alieno, con ironia e malinconia, esplora le contraddizioni della vita in un brano che oscilla tra introspezione e pungente critica, mettendo sempre in discussione se stesso e il mondo.

Le Nora –  Voto 6,50 – La ricerca di un’armonia tra corpo e ambiente è affascinante. Il suono, volutamente imperfetto, cattura quella visione di rock crudo e senza fronzoli, ma la mancanza di finezza lascia il tutto un po’ grezzo. Sospesa.

Adriana  –  Voto 6,50 – Il nuovo singolo di Adriana gioca a decostruire il concetto di immagine: Stile è un inno alla libertà personale, più etico che estetico. Beat nervoso, barre affilate, attitudine sincera. Il messaggio c’è, il sound funziona.

Effenberg – Anna Carol – Voto 6,50 – “Anch’io” è un viaggio acustico e intimo che non disdegna l’elettronica, in un composto delicato e sfocato. Le voci si intrecciano in una riflessione sull’amore.

Martina Attili –  Voto 6,50 – Un brano che riflette sul cambiamento e sulla crescita personale, evocando il tumulto emotivo dei vent’anni. Martina Attili esplora la trasformazione con una voce intima, ma la canzone rimane sospesa tra introspezione e dinamiche musicali che potrebbero essere più incisive. Un buon tentativo! 

Strano – J. Ax –  Voto 6,50 – Papà rapper crescono: Strano e J-Ax si guardano allo specchio con gli occhi lucidi e le rime addolcite. Una ninna nanna urban, tra beat leggeri e paternità stupefatta. Emozione sincera. Tenerevoli.

Lda –  Voto 6,50 – “SHALLA” è il tentativo di evoluzione che suona più come una sperimentazione a metà strada. Tra R&B e urban, LDA si libera, ma non del tutto. Il ritornello è potente ed evoca la disco. Evolutivo! 

J Lord – Nicola Siciliano –  Voto 6,30 – Barre solide, real, street. Ma la formula non decolla. La coppia ha senza dubbio del potenziale, ma il mix suona troppo familiare, troppo già ascoltato. Un buon inizio, ma manca il salto di qualità. Routine.

Mondo Marcio  – Voto 6,30 – Il classico inno di chi Milano l’ha vissuta col cuore e con le cicatrici. Testo sincero, flow rodato, ma il beat preso in prestito da Drinking in L.A. dei Bran Van 3000 suona più pigro che nostalgico. Marcio c’è, ma la fiamma brucia a intermittenza.

Fred De Palma – Baby Gang.  – Voto 6,30 – Un cocktail improbabile tra reggaeton da villaggio, l’eco di Self Control e cronache da marciapiede. Il risultato? Una hit da playlist da baracchino che non si prende troppo sul serio. Estate, sudore e cliché. Divertente. 

Marla – Voto 6,30 – Un rifugio sonoro delicato e intimo, esplorando la necessità di allontanarsi dall’ansia quotidiana. Il brano trasmette sincerità e vulnerabilità, ma manca di un impatto duraturo. La leggerezza è palpabile e in evoluzione. 

Il Tre – Voto 6,30 – Il Tre gioca sul sicuro: parole semplici, malinconia ben dosata, beat levigato. Tutto funziona, ma niente sorprende davvero. Un brano che accarezza, senza graffiare.

Kingfishr  – Voto 6,30 – la band consolida il loro stile, mescolando dolore e speranza in un brano dalle forti tinte emotive. La voce baritonale di Eddie Keogh, ruvida e carica di sentimento, guida un pezzo che emoziona, ma che non riesce a spingersi oltre le aspettative. 

Rudimental  – Voto 6,30 – Edm, archi e una batteria simil Drum and Bass per dire che l’amore consola. Khalid ci mette la voce vellutata, i Rudimental la formula che già conosciamo: emozione a comando, impalcata su loop rassicuranti e un po’ prevedibili. Comfort food musicale, insomma. Consolatori.

Angie  – Voto 6,25 – Ballata che si fa pop, Se ci lasciassimo domani affronta il distacco con lucidità e cuore. Angie scrive come chi ha già vissuto la fine, ma non rinuncia a una speranza dolente.

Babilonia – Voto 6,25 – Tra bassi morbidi e ricordi sussurrati, Babilonia trasforma i vicoli di Napoli in un diario sonoro. Un viaggio nostalgico tra radici e addii, avvolto in un’onda amapiano che fa riflettere. La malinconia è palpabile, ma a tratti resta troppo sotto la superficie.

Disco Club Paradiso – Voto 6,00 – Sognatori da bar, Gratta e Vinci e drammi da paese. I Disco Club Paradiso mettono in musica la provincia che si consola col caffè e si illude che basti dire “tuttapposto” per far sparire i guai. Realismo pop, un po’ naïf, ma onesto. Resistenti.

Slight Syruse – Voto 6,00 – Rimpianti, silenzi e notifiche disattivate. Slight Syruse canta la voglia di scomparire con un sound denso e pulsante, tra malinconie sospese e riflessioni da camera. Intimo, sì, ma un po’ criptico: più che offline, a tratti sembra in modalità aereo. 

Myricae – Voto 6,00 – ​Ironia affilata come un coltello, “fuckboy” è un inno che sfida la modernità con la sua stessa logica pop. Tra urban e hyper-sfoghi, Myricae sbatte in faccia la contraddizione di un mondo che ama l’auto-sabotaggio. Potente, ma forse troppo facile. 

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