CORDIO: “Ciò che realmente conta è il ricordo che lasciamo di noi”

CORDIO: “Ciò che realmente conta è il ricordo che lasciamo di noi”

Pierfrancesco Cordio è tra i ventiquattro finalisti di Sanremo Giovani che il 20 e il 21 dicembre si esibiranno su RaiUno.

La nostra vita. Così si intitola il brano che Cordio proporrà al Sanremo Giovani. Uno spaccato, una prospettiva, un’osservazione sul valore del tempo, ma anche su una vita che scorre imprevedibile tra le nostre mani. Ciò che colpisce di Cordio è la viscerale autenticità con cui si approccia alla musica, riposizionando la scala di valori che dovrebbero muovere le fila.

 

Chi è Pierfrancesco oggi?

Sono in un periodo di attese, sto cercando di capire se sarà possibile nella vita fare questo lavoro. Vivere una vita normale, sto riflettendo molto sul fatto che non vorrei che la mia vita fosse impiegata per affermare me stesso, quanto per affermare la fiducia nell’amore tra le persone. Mi chiedo se è possibile ad oggi. Non so definirmi, ma sto vivendo questo. Sono arrivato ad un punto in cui mi sto affacciando ad un mondo che mi sta dando un’occasione. Non voglio alimentare la mia vanità con il mio lavoro.

Ermal è il tuo padrino musicale, rivedo molto di lui. Siete entrambi artisti molto coerenti. Cosa ti ha portato questo incontro?

Ermal è stato fondamentale, un fratello maggiore mi ha dato schiaffi quando serviva darmeli e abbracci quando necessari. Mi ha insegnato ad osservare le cose, il mondo , l’emotività. Al di là delle esperienze fatte grazie a lui, il rapporto con lui è stato fondaentale per scrivere canzoni credibili. Quando l’ho conosciuto le prime canzoni erano delle imitazioni degli ascolti e degli autori che preferisco, Cremonini, Jovanotti. Ermal mi ha allenato ad osservare con i miei occhi e a raccontarle con le mie parole. Gli ho fatto sentire negli ultimi due anni circa quaranta canzoni. Quelle che lui ha reputato valide, erano quelle che mi somigliavano di più. Mi ha avvicinato a me stesso.

Qual è il senso del tempo?

E’ lasciare qualcosa agli altri. “La nostra vita” parla di questo. La vita è fragilissima e non dipende solo da te. Puoi essere in salute, una persona ligia e ricca di valori, scendi per strada e un pazzo spara sulla folla ai mercatini di Natale o crolla un ponte. La vita è un’istante, l’unica cosa che vale la pena fare è lasciare qualcosa, un ricordo, agli altri. Quando dico “non ci pensare al corpo che cambia”, poteva essere il corpo come qualsiasi altro elemento, è inutile ossessionarci. La cosa importante sono solo le cose che restano, i ricordi di felicità che lasciamo negli altri.

Pensi di aver lasciato qualcosa o hai il riflesso di aver lasciato qualcosa attraverso gli occhi di terze persone?

Sarà ai posteri decidere. E’ una cosa a cui penso giornalmente, paradossalmente anche qui a Sanremo non mi fa stare bene la condizione privilegiata dell’artista, senza pensare a chi sta male. Sto cercando di capire cosa fare per lasciare qualcosa di bello agli altri, nel mio caso, penso scrivere belle canzoni. Sia io che Ermal abbiamo l’esigenza di parlare della bellezza, dell’amore che attraversa il tempo perché troppa gente parla del contrario. E’ più facile che si parli di una donna come un corpo di cui godere o della vita come un obiettivo da raggiungere, che non altro. In questo siamo simili, sentiamo l’esigenza di fare il telegiornale delle notizie positive.

Uno dei pochi brani che va oltre la dimensione personale toccando tutti. Cosa ti auguri?

Spero di lasciare qualcosa, senza aspettative numeriche. Non è il maggior numero di persone possibile che mi inetressa. La scelta di questo brano in realtà non è stata mia, è stata di Ermal. All’inizio non ero sicuro. In realtà ora ne sono felicissimo, proprio per quello che hai detto perché “La nostra vita” non parla di me. Sto andando a cantare qualcosa che non si lega alla mia storia, ma a tutti. E’ una riflessione ad una condizione comune. Mi auguro di poterla accompagnare bene. Mi sento il cavallo che porta il fantino, dove il fantino è il brano. Spero di cantarla e interpretarla bene.

Che aria respiri intorno a te?

La mia percezione è di grande serenità. Non vivo la competizione, per me il punto non è che due di noi andranno a febbraio. Può sembrare assurdo, la bellezza sta di essere qui e portare questa canzone. Non sto percependo la tensione. E’ una cosa bella che all’interno di un Festival ci sia un secondo spazio di ventiquattro giovani. Ci sono un sacco di proposte diverse ed è davvero interessante.

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