“DOKU Experience Center” il cosmo e gli avatar di LuYang al Mudec di Milano

“DOKU Experience Center” il cosmo e gli avatar di LuYang al Mudec di Milano

Fino al 22 ottobre 2023 il MUDEC ospita “DOKU Experience Center” dell’artista LuYang che nel 2022 ha vinto il prestigioso premio internazionale di Deutsche Bank dedicato all’arte contemporanea.

Dopo l’apertura al PalaisPopulaire di Berlino, l’“Artist of the Year” torna a Milano al MUDEC proseguendo l’importante collaborazione avviata lo scorso anno, con l’intento di presentare al pubblico italiano alcuni degli artisti più interessanti del panorama internazionale, che si sono distinti per creatività e valore significativo del proprio lavoro. Questo secondo appuntamento con il premio di Deutsche Bank conferma l’impegno del MUDEC e di 24 ORE Cultura verso i linguaggi e i temi del contemporaneo, che si articola in un palinsesto artistico e culturale di respiro internazionale, accompagnato da eventi collaterali di approfondimento, fra cui visite guidate tematiche e laboratori didattici realizzati grazie al contributo di Fondazione Deutsche Bank Italia.

Roberto Parazzini, Chief Country Officer di Deutsche Bank in Italia, ha dichiarato: “Con il DOKU Experience Center portiamo al pubblico italiano non solo il principale progetto artistico globale di Deutsche Bank, ma anche una voce dirompente, in grado di arricchire il dibattito culturale del momento. E siamo lieti di farlo per il secondo anno consecutivo al MUDEC – Museo delle Culture, insieme al Comune di Milano e a 24 ORE Cultura”.

Federico Silvestri, Amministratore Delegato di 24 ORE Cultura, afferma: “Siamo molto felici di rinnovare la collaborazione con Deutsche Bank per questo prestigioso premio internazionale. Dalle nuove frontiere della tecnologia digitale all’inclusione e alle questioni di genere, la mostra di LuYang offre ai visitatori spunti e riflessioni di grande attualità, confermando ancora una volta l’impegno del MUDEC verso linguaggi e temi fortemente contemporanei, attraverso la voce degli artisti più interessanti sulla scena mondiale”.

Tra i più interessanti giovani artisti asiatici contemporanei, LuYang si ispira alla fantascienza, ai manga, ai videogiochi e alla cultura techno, esplorando tecnologie ipermoderne e contenuti che riguardano il postumanesimo e il transumanesimo. La sua riflessione sfuma le distinzioni tra corpo reale e digitale e trova espressione soprattutto nella danza, tema ricorrente nella sua pratica.

Con la mostra DOKU Experience Center l’artista ci introduce a un modo di pensare plasmato dalle nuove tecnologie, che è allo stesso tempo antico e spirituale: concetti come quello di identità culturale, corpo e genere, sono radicalmente messi in discussione nell’intento di sconfinare e superare il limite tra digitale e reale.

Coinvolgente, filosofica, e talvolta inquietante, DOKU Experience Center è interamente dedicata a questi temi e, in particolare, alla reincarnazione virtuale dell’artista in un avatar di genere neutro– ovvero Dokusho Dokushi, o DOKU in breve –, una figura iperrealistica il cui volto è modellato sul suo ma può assumere diverse sembianze. In questo processo, gli avatar funzionano come contenitori o gusci in cui LuYang infonde lo spirito, impregnandoli di esperienze personali, religione, spiritualità e influenze della cultura pop globale. Tutte le espressioni facciali e i movimenti sono eseguiti da ballerini e poi digitalizzati e coreografati con la tecnologia motion capture.

Collocata all’interno di questi mondi, ogni incarnazione di LuYang è caratterizzata da determinati colori, suoni e movimenti di danza: così DOKU Human (Umano) incarna il regno umano dell’esistenza: l’avatar assomiglia a un cyborg ed è circondato da un mondo urbano ipermoderno; DOKU Heaven (Paradiso) incarna l’illusione di un’esistenza completamente spensierata: l’avatar, vestito con abiti giocosi, danza sulla corrente di un fiume ornato di cristalli fluorescenti, ricordando l’influenza della danza tradizionale balinese e indonesiana; DOKU Asura rappresenta il regno di reincarnazione dei combattenti, titani bellicosi o demoni che litigano con gli dei e cercano di prendere il loro posto: l’avatar indossa l’armatura e si muove secondo la danza indonesiana dei guerrieri in un ambiente che ricorda l’estetica dei giochi fantasy; DOKU Animal (Animale), dotato di berretto con le orecchie e gli stivali di finta pelliccia, appare in una sorta di laboratorio medico, che è contemporaneamente un mattatoio, una palestra per animali e l’Arca di Noè, riferimento al nostro rapporto ambivalente con gli animali; DOKU Hungry Ghost (Fantasma Affamato), dall’aspetto di una pop star gotica e tormentato da fame e sete insaziabili, rappresenta i peccati di dipendenza e avidità; DOKU Hell (Inferno) danza con una testa mozzata in mano, ricordando il famoso dipinto di Caravaggio ‘Davide con la testa di Golia’: nel Samsara l’inferno è il regno più basso e coloro che rinascono qui devono sopportare il tormento finché il loro karma negativo non viene ripagato.

Tra le opere esposte, DOKU the Self (2022) – il primo film narrativo di LuYang mostrato in anteprima alla Biennale di Venezia lo scorso anno – presenta le sei reincarnazioni virtuali dell’artista. La struttura del film si basa sul samsara ed è una specie di radicale meditazione visiva: in immagini mozzafiato possiamo vedere come DOKU vive e muore in ciascuno di questi mondi illusori e inferni che incarnano l’adesione all’ego e al pensiero dualistico – una concezione del sé costituita da opposti: io-tu, bene-male, naturale-artificiale, maschio-femmina. Nelle loro varie versioni e look, gli avatar rappresentano i diversi stati di coscienza, le emozioni e le nevrosi che caratterizzano i loro mondi.

L’esposizione presenta inoltre DOKU Mind Matrix (Matrice della Mente) (2022) che mostra i sei avatar come una sorta di boy band che si esibisce in ambienti diversi, da un buio spazio high-tech a un palcoscenico a una cattedrale gotica, combinando prospettive filosofiche e religiose orientali con elementi provenienti da numerose fonti diverse, in una sorta di collage eclettico fortemente ispirato anche alla musica, ai giochi e alla cultura pop.

La nuova serie Bardo #1 (2022) – termine tibetano che indica uno stato intermedio tra la morte e la rinascita – ritrae i sei avatar di DOKU con gli attributi dei regni buddisti di rinascita che incarnano, inseriti in una classica composizione mandala circolare. In queste opere, LuYang unisce l’aspetto profano dei mandala, presenti come simbolo decorativo nella cultura pop globale su magliette, libri da colorare e spettacoli di luce nei rave, e il loro significato magico e religioso, rendendole un ausilio visivo attraverso il quale interiorizzare contesti religiosi e spirituali complessi.

L’ARTISTA

LuYang ha studiato alla China Academy of Arts di Hangzhou e vive e lavora tra Shanghai e Tokyo. Dal 2015 LuYang ha partecipato a numerose mostre collettive in tutto il mondo, tra cui la 59ª Biennale di Venezia, con The Milk of Dreams. L’artista ha tenuto mostre personali a Pechino (Cina), Mosca (Russia), Aarhus (Danimarca), Londra (Regno Unito), Erlangen e Berlino (Germania), Basilea (Svizzera) e Hong Kong (Cina). Nel 2019 LuYang ha ricevuto il BMW Art Journey.

Dopo Wangechi Mutu (2010), Yto Barrada (2011), Roman Ondàk (2012), Imran Qureshi (2013), Victor Man (2014), Koki Tanaka (2015), Basim Magdy (2016), Kemang Wa Lehulere (2017), Caline Aoun (2018-2019), Maxwell Alexandre, Conny Maier e Zhang Xu Zhan (biennio 2020 – 2021) e Lu Yang (2022), l’“Artist of the Year” 2023 è La Chola Poblete.

INFO

“Deutsche Bank Artist of the Year” 2022
DOKU Experience Center – LuYang
MUDEC – Museo delle Culture di Milano
14 settembre – 22 ottobre 2023
Via Tortona 56, Milano
www.mudec.it

 

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