ENRICO NIGIOTTI: la sua rivincita
Cenerentola è un disco da chitarra in mano, finestrino abbassato e pronto per essere cantato.
L’abilità di Enrico Nigiotti è stata quella di saper attendere dopo il tuono Xfactor, de L’Amore è. Pazienza verso il tempo giusto, pazienza come atto dovuto per quei brani che vanno a comporre il suon nuovo album di inediti. Cura, cura del dettaglio, delle immagini, della voce usata.
Cenerentola è un disco da cantare, ma anche in cui rispecchiarsi, talvolta.
Perché Cenerentola?
Non volevo chiamare l’album con il nome di una canzone e volevo un titolo per l’album proprio. Cenerentola simboleggia il riscatto e la rinascita.
Un album da chitarra in mano.
Tutto è nato grazie alla chitarra, il mio strumento. E’ diventato il mio stile, la voce si modula sulla chitarra. Tanti pezzi tipo Campari Soda, prima era più arpeggiato, poi è diventato una bossa.
E’ in controtendenza?
Sì però è la scelta più giusta. Quando scrivi un album cerchi di assomigliare a te piuttosto che a ciò che c’è introno cerchi di rimanere sul proprio binario. Io mi sento appartenente a questo tipo di canzone e modo, semplice e diretto.
Uscito da Xfactor, hai aspettato per far uscire l’album, perché?
Ho ripreso in mano tanti pezzi. Cenerentola contiene anche brani scritti tre anni fa, un album maturato negli anni. Però volevo concentrarmi sulla scelta delle canzoni, scrivere qualcosa di nuovo. Ci vuole attenzione. Quando pubblichi un album non puoi più tornare indietro.
La voce. In “Complici” lavori di basse mentre in altri brani spingi particolarmente. Sono scelte preponderate?
Mi viene istinto, anche mentre scrivo. Come se fosse un climax. Ho scoperto piano piano la mia voce, le tonalità basse. In buonanotte spingo molto. Il suono della voce è sempre riferito al testo, riesci a dare forma alle parole del testo.
A conti fatti qual è il brano che rispecchia più Enrico ?
Non lo so, ogni brano ha una storia e n’emozione. Mi rispecchio molto nelle ballate, “Buonanotte”. “Campari Soda”, “Chiedo scusa”, questa in realtà, mi sono denudato, parla in assoluto di me. E’ uno dei testi che preferisco. Sono tutti figli miei difficile scegliere. “Buonanotte”, però è una delle mie preferite.
A volte essere sé stessi paga anche se alla lunga distanza, mi vien da dire.
Ho sempre cercato di rimanere me stesso. Ho imparato a controllarmi, a mordermi la lingua. Ho maturato con il tempo. Oggi come oggi è talmente difficile fare qualsiasi cosa che forse vale la pena farla essendo sé stessi. Non sarà mai un fallimento. Il pubblico se ne accorge se stai fingendo.
Cosa vorresti che venisse colto dall’ascolto di questo disco?
La cura, è istinto ma anche attenzione alle immagini alle parole. Hai tre minuti per raccontare e far vedere qualcosa. Questo mi interessa. Raccontare le mie esperienze e far sì che entrassero in empatia.
Tre date di presentazione
Mi presento con la band. Il teatro rende tutto più importante, ci sarà anche qualche momento solo con chitarra. E’ un tour da ascoltare, da sentire e sono molto emozionato.
03/12/18 MILANO – AUDITORIUM DI MILANO FONDAZIONE CARIPLO
05/12/18 LIVORNO – TEATRO CARLO GOLDONI
10/12/18 ROMA – AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA Sala Petrassi