SANREMO 2020 – FASMA: “Io non ho un genere musicale”
Fasma. Il suo vero nome è Tiberio, ha 23 anni e viene da Roma. E musicalmente non è propriamente giovane. Dal 2017 ha collezionato singoli che hanno raggiunto numeri da capogiro in quanto a visualizzazioni su YouTube e ad ascolti su Spotify. Il suo singolo sanremese conta già oltre 4 milioni di stream.
A Sanremo Fasma ci è arrivato in punta di piedi. Alla vigilia della sua esibizione (e dell’uscita del suo album “Io sono Fasma” prevista per il 28 febbraio prossimo) è sicuramente tra i giovani che meritano il podio. C’è chi lo definisce rapper, chi trapper. Ma lui non ha un genere (evviva!). Ecco la nostra chiacchierata.
Sanremo 2020, te l’aspettavi?
No, sinceramente no. Lo abbiamo preso come un gioco da viverci tutti insieme e da accettare se non fosse andata avanti. Stare qui è una grande opportunità e bisogna sfruttarla.
Traspare molta sincerità nel tuo pezzo “Per sentirmi vivo”…
Sì, perché racconta quello che voglio essere ogni giorno. Io ho iniziato a far musica per far vedere quello che ero e cambiare proprio ora che sto iniziando a far vedere quello che sono sarebbe stupido. E poi, soprattutto, ho i miei amici accanto che mi ricordano sempre chi sono. E chi siamo.
Qual è il tuo rapporto con gli altri componenti del gruppo dei Giovani?
Siamo tutti bravi ragazzi e abbiamo iniziato più o meno da poco, tutti, a fare musica. Abbiamo quindi un bel rapporto, non c’è astio e se ci fosse non sarebbe la stessa cosa. Abbiamo tutti lo stesso sogno con sfumature magati differenti. La condivisione artistica è la cosa più bella, sempre e comunque basata sul rispetto.
Tu hai uno stile di musica ed è tutto in questa canzone. Il tuo pezzo è il più moderno ed è quello che tra i giovani del Sanremo 2020 ci sta meglio.
Il Festival di Sanremo rappresenta la musica italiana e la musica italiana è bella perché ha, appunto, diverse sfumature. Il mio pezzo è probabilmente quello che di sfumature ne ha di più. Non ho mai studiato musica e la canzone è uscita semplicemente per la voglia di dire qualcosa. Sono sicuramente felice di poter rappresentare il mio genere, io che non ho un genere. Magari il prossimo anno qualcun altro il prossimo anno si presenterà con un pezzo simile e non avrà paura di farlo perché quest’anno ci sono stato io.