FESTIVAL DI VILLA ARCONATI: Dal 26 giugno la 36ª edizione
E’ stata presentata la 36ª edizione del Festival di Villa Arconati.
Un’edizione ‘orfana’ di una delle persone più importanti della sua lunga storia del Festival, Dario Zigiotto, venuto a mancare lo scorso gennaio.
Operatore culturale di grande profilo, si è occupato di comunicazione anche per Ornella Vanoni, Ivano Fossati, Fabrizio De André, Enzo Jannacci, Tosca fra i tantissimi, Dario è stato co-fondatore (insieme a Giancarlo Cattaneo) del Festival di Villa Arconati (dal 1985), e in seguito ne ha sempre curato la comunicazione.
Quest’edizione non poteva che essere dedicata a lui.
Eccone il tributo:
E arriva il momento in cui senti che manca qualcosa.Non un qualcosa, poi. È un modo di sentire, di vedere, di fare. È parte integrante della storia del Festival di Villa Arconati.È Dario Zigiotto.Presente dalla nascita del Festival, da sempre innamorato della parola condivisione – che applicava nella sua vita e nel suo lavoro di operatore culturale, a Bollate e non solo – e scomparso pochi mesi fa.Tutto va avanti, perché Dario in primis avrebbe voluto così, sdrammatizzando con una battuta, uno sguardo intenso, un racconto inedito, forte e profondo.E noi del Festival si va avanti.Lo facciamo per noi che siamo rimasti e per lui che non c’è più. Ma manca.Faremo tutto al doppio della voglia, per non far sentire il vuoto, ma è difficile.E anche scrivere queste frasi sa di poco, si finisce nella retorica che proprio non era nel suo repertorio. Rotolando si vive, cantava Ivano Fossati tempo fa. E noi si rotola con il ricordo di Dario Zigiotto, per questa 36ª edizione del Festival di Villa Arconati a lui dedicata.Un programma fatto di parole e immagini e musica: idealmente un’altra dedica a Dario, che da qualche parte ci guarderà con affetto e ironia, abbracciandoci tutti.
IL CALENDARIO
La musica continua a riprendersi lo spazio naturale di protagonista del Festival lunedì 1° luglio con Vinicio Capossela. Un grande ritorno per il cantautore – la prima volta in Villa fu nel 1995 – che in occasione del trentennale dell’uscita di “Camera a Sud” porterà al Festival uno spettacolo speciale. Infatti Altri tasti, il tour estivo di Vinicio Capossela, lascerà il posto ai “Vecchi tasti”, un concerto unico in cui verranno eseguiti i tredici brani del disco pubblicato nel 1994. Brani che attingono musicalmente allo swing, alla ballad, al latin, eseguiti da musicisti specialisti di questi generi. Il trentennale non vuole essere tanto una celebrazione, ma una reinterpretazione con la consapevolezza che deriva da una fase diversa della vita. «Suonare queste canzoni è un modo di continuare ad abitarle – racconta Vinicio – animati più dal sentimento della gratitudine che da quello della nostalgia».
Spazio al racconto in forma di recital teatrale e musicale domenica 7 luglio al tramonto in compagnia di Massimo Finazzer Flory, che presenta “Vissi d’arte, vissi d’amore. Aspettando Giacomo Puccini”, un omaggio al grande compositore lucchese nel centenario della scomparsa. Con lui il Coro degli Amici del Loggione del Teatro alla Scala di Milano, la soprano Anna Rita Taliento, la mezzosoprano Annunziata Menna, baritono Jung Jaehong. Al pianoforte o tastiera amplificata Asako Watanabe, direttore Filippo Dadone.
La cifra stilistica di questo Festival è decisamente la canzone d’autore, nelle sue tante possibili interpretazioni. Non poteva mancare un altro ritorno importante nella sezione “grandi cantatutori”, quello di Edoardo Bennato mercoledì 10 luglio. A trent’anni dal suo primo passaggio al Festival nel 1994, Bennato salirà ancora sul palco di Villa Arconati per raccontare le sue storie fatte di buoni e cattivi, per sbeffeggiare i potenti e inneggiare alla forza umana delle persone comuni, senza mai dimenticare il più classico tra i sentimenti ispiratori di ogni Artista: l’Amore. Edoardo Bennato torna live con un concerto ad alto contenuto rock&blues proponendo i suoi brani più celebri e una selezione di nuove canzoni tratte dall’ultimo album “Non c’è”. Un’esperienza emozionale con i brani e le melodie che sono entrati a far parte del nostro immaginario collettivo a cui sarà difficile resistere, per ritrovare, attraverso il potere della musica, vibrazioni ed emozioni che fanno bene all’anima. Ad affiancarlo sul palco ci sarà la BeBand, la formazione storica che lo segue ormai da anni.
Giovedì 11 luglio il Festival sarà visitato dalla magia, ovvero la musica e l’anima di Teresa Salgueiro. La voce dei Madredeus, da anni interprete solista, è sempre stata in movimento. Da quando è salita sul palco per la prima volta nel 1987, ad appena 18 anni, non ha mai smesso di esibirsi nelle più prestigiose sale da concerto del mondo. Negli ultimi quindici anni ha realizzato album pieni di attenzione per la musica tradizionale portoghese – il Fado – e per la musica tradizionale dell’America Latina e della musica popolare brasiliana tra gli anni trenta e settanta. In qualità di attrice, in particolare nel film “Lisbon Story” di Wim Wenders, o come solista principale nell’ orchestra di “Silence, Night and Dreams” di Zbigniew Preisner (autore delle colonne sonore per i film di Krzysztof Kieslowski), il suo enorme talento le ha permesso di collaborare con personalità appartenenti alle più svariate espressioni artistiche, da Caetano Veloso a Coba, da Patrick Watson a José Carreras, da Mário Lúcio a Carlos Paredes, a Lucio Dalla.
La chiusura dell’edizione 2024 del Festival ha il sapore di novità: infatti l’ultimo spettacolo porta la firma di un grande giornalista, Mario Calabresi. Venerdì 12 luglio andrà in scena “Come suona una fotografia”, spettacolo scritto e narrato da Calabresi che racconta di fotografie capaci di segnare un’epoca, di lasciare un segno, di sintetizzare mille parole, immagini destinate a fissarsi per sempre nella nostra memoria e a costruire l’immaginario collettivo. In questo monologo sonorizzato live, il giornalista – grande appassionato di fotografia – racconta le esperienze e le emozioni provate da coloro che hanno fermato su pellicola un pezzo di Storia.