Gallery_Story: FEDERICA ABBATE in foto vengo male
Pitti Uomo, Firenze. Federica Abbate tiene uno showcase allo stand di Diadora.
Effettivamente non poteva esserci artista migliore al momento per un connubio che a primo acchito può sembrare insolito.
Eppure Federica Abbate è la rivelazione 2017/2018, una che ha puntato sul lavoro meticoloso, sulla genuinità e coerenza di ciò che proponeva. Un po’ come Diadora, che di certo non è emergente ma sicuramente un marchio che si mette in discussione.
Federica Abbate è considerata la “penna di platino” del nuovo pop italiano con oltre 400 milioni di views. È reduce dal successo di “FIORI SUI BALCONI”, il primo singolo che ha inaugurato la sua carriera da cantautrice e che l’ha certificata come l’artista emergente italiana più suonata dalle radio per oltre due mesi
Cosa è successo dall’ultima volta che ci siamo viste?
Ho sicuramente preso più consapevolezza di me, della Federica come artista. Ho visto la risposta positiva della gente, lo percepisco che si identifica nelle mie canzoni.
Esce “In foto vengo male” che suona ironicamente come una provocazione
Siamo abituati a mostrarci perfetti. Io devo essere ciò che sono invece. Ho imparato ad accettarmi, sono una ragazza normale, con dei limiti che provo a superare costantemente. Le copertine patinate, le immagini sui social sempre perfette. Non rappresentano la realtà di nessuno.
Chi è Federica oggi?
Una ventisettenne che si sta creando il suo percorso personale, è una persona complessa. E’ una persona che sta crescendo, che crede in sé stessa e che si butta
L’unica data al momento è stata quella del Mi ami, com’è andata?
Entusiasmante, pur non essendo il mio circuito. E’ stata un’esperienza inaspettata. C’era chi cantava le mie canzoni e chi mi ha detto che si sentiva rispecchiato. E’ stata la mia prima prova. Stiamo allestendo il tour, a breve comunicherò le nuove date.
Marracash è un po’ il tuo padrino?
E’ stato il primo a spronarmi di cantare i miei brani, lo ringrazio immensamente. Sembriamo diversi eppure abbiamo lo stesso bisogno di autenticità. Entrambi dobbiamo essere ciò che siamo. Sentiamo un viscerale bisogno di coerenza, con noi stessi in primis
E la carriera di autrice?
E’ in stanb-by e la vivo benissimo. Mi ritengo fortunata, perché Carosello ha creduto e investito in me.