GIANNI MORANDI: vado a Sanremo con l’entusiasmo di un debuttante
Gianni Morandi torna a Sanremo con un brano che profuma di positività, “Apri tutte le porte”, scritto per lui da Jovanotti. Nel frattempo, ci aspetta al Teatro Duse di Bologna…
Quella di Gianni Morandi è una vera e propria dichiarazione d’amore per il Festival di Sanremo. Non fa che ripeterlo: gli piace, è il suo palco preferito e non vede l’ora di tornarci. Proprio lui, che quel palco lo conosce a memoria, avendolo calcato da cantante, super ospite e conduttore. Una tripletta che non gli impedisce però di emozionarsi al punto da temere la tremarella.
Nell’attesa di farci sentire “Apri tutte le porte”, il brano che Jovanotti ha scritto per lui dopo essersi felicemente rodati con “L’Allegria”, successo estivo con cui è nata questa “strana coppia”, Morandi scalda i motori sul palco del Teatro Duse di Bologna.
Da stasera, infatti, riprendono i concerti interrotti il 20 febbraio 2020, a causa del Covid-19, proprio in quel teatro che lo ha visto protagonista per la prima volta nel 1964. E da lì presenta alla stampa le novità che ci attendono.
L’entusiasmo è talmente forte che non resiste e chiama in diretta l’amico Lorenzo Cherubini su Facetime per un racconto a due voci su com’è nato questo sodalizio, fatto d’intesa musicale, sportiva, valoriale. Ed è li che assistiamo a questa telefonata tra due amici di vecchia data.
Mi ero appena fatto male alla mano, e ho ricevuto questa telefonata inaspettata di Jovanotti. Non avevamo mai collaborato prima, nè ci conoscevamo ancora così bene. Tra una chiacchiera e l’altra, mi ha parlato di questa canzone che ha aveva scritto, “L’Allegria“.
Mi dice allora che l’aveva scritta per sè, ma che avrebbe voluto regalarmela per cantarla al posto suo. E così è stato.
Jovanotti: Poi quest’ estate Gianni mi ha chiamato per dirmi che gli sarebbe piaciuto andare a Sanremo come concorrente, e io stavo pensando giusto la stessa cosa, che avrebbe dovuto partecipare al Festival. Mi ha detto che avrebbe desiderato gareggiare con un brano scritto da me, e allora mi sono messo a lavoro su un pezzo che avevo chiuso in un cassetto e che ho tirato fuori per l’occasione. Lo abbiamo mandato ad Amadeus che è stato subito entusiasta. “Adesso dobbiamo andarci per davvero”, ci siamo detti.
Il ritorno a Sanremo in gara
Per me questo Sanremo significa ricominciare, ributtarmi della mischia, nella musica. Il Festival mi fa tornare bambino, come quando nel ’58 vidi Modugno che cantava “Volare” e capii con tutto me stesso che volevo fare questo mestiere. Ci torno con una scossa, con un’emozione, per vivere il brivido della gara: stare lì per una settimana intera, vivere tutto al massimo…mi piace, mi piace! Ci vado davvero con l’entusiasmo di un debuttante, e con lo stesso tipo di speranza.”
“Apri tutte le porte”
La canzone che porterò a Sanremo parla di speranza, con un arrangiamento formidabile fatto da Mousse T. Ha una bella carica, non è la classica canzone sanremese: spero possa farvi divertire almeno quanto fa divertire me. Andrò all’Ariston con entusiasmo e per trasmettere gioia. Certamente la composizione della canzone ha risentito del periodo che abbiamo vissuto, lo vedrete dal testo. Quando Lorenzo l’ha scritta probabilmente pensava alla necessità di venire fuori da questo momento, di scrollarci di dosso questa cappa che ci portiamo addosso da due anni.”
Paura e gioia sul palco
Sanremo fa sempre questo scherzo qua: fa venire la tremarella anche a me che ne ho viste di cotte e di crude. Mi immagino quei cinque minuti prima di salire sul palco, con le mani sudate. Già ora mi sento agitato! Del resto, Sanremo è così. Vorrei essere in massima forma, non sbagliare, non pensare che mi mancherà la voce…. e spero che mia moglie sarà lì a darmi una spinta per salire sul palco! Mi sto preparando cantando molto il pezzo, che ha ritmi e parole che si incrociano tra loro in maniera particolare. Voglio essere ben padrone della canzone. Anzi sapete che faccio? Adesso ve la faccio sentire! Ah no, scusate!”
La corsa
Le scarpe da corsa saranno la prima cosa che metterò in borsa, a Sanremo c’è una ciclabile meravigliosa per le mie sessioni di running! Io sono una persona che deve muoversi, deve sempre andare: mi metto le scarpe, esco per la mia corsa e quando torno sono felicissimo. Ricordiamoci che fa bene muoversi, l’abitudine è una brutta bestia. Non bisogna lasciarsi andare. E se mangio un piatto di tortellini in più… aggiungo qualche chilometro!”
L’incidente alla mano
Non è stato facile affrontare quel periodo. L’incidente mi ha cambiato, certo, ma per me è contato soprattutto l’essere riuscito a venirne fuori, a salvare la pelle e la faccia. All’ospedale Bufalini di Cesena ho visto persone in condizioni terribili, la mia a confronto è stata una cosa da poco. Tutto questo mi ha dato la forza di pensare che sono ancora qui, nonostante tutto.”
Un tour con Albano e Massimo Ranieri
Ne parliamo da tempo io – il bolognese – il napoletano e il pugliese, così ci chiamiamo tra noi. Chissà che non si faccia. Ci conosciamo da più di cinquant’ anni, dai tempi di Canzonissima. Nonostante l’Italia viva molto sui dualismi e sulle presunte rivalità, pensiamo a Coppi e Bartali, noi siamo diventati amici, ci sentiamo e non c’è mai stata competizione. Chi lo sa, magari questo tour a tre un giorno si farà, quando ci fermeremo un attimo dai mille impegni!”
Le cose che abbiamo in comune
Io e Jovanotti siamo molto simili, per molti versi. Siamo entrambi due ottimisti – il manifesto di Jova, del resto, è “Penso positivo”-, nutriamo un grande amore per lo sport – Jova si fa 50, 80 km al giorno in bicicletta -, la voglia di sperimentare, la passione per la musica e per il rischio, la voglia di trovare sempre, anche nei momenti di difficoltà, una strada per uscirne fuori.”
Si può dare di più
Oggi dedicherei questa canzone a tutti noi. Tutti abbiamo la possibilità di dare di più, magari non pensando sempre solo a noi stessi, ma alimentando col prossimo uno scambio di fiducia, stringendoci l’un l’altro per provare a venirsi incontro, correndo verso un obiettivo comune. Si può dare di più per stare bene tutti insieme. Noi stessi stiamo meglio se anche gli altri stanno bene.”
Meglio in gara o superospite?
Io ho sempre pensato che Sanremo sia meglio in gara che da ospite: lo vivi di piu, testi le reazioni, è molto più divertente. Forse una volta poteva essere rischioso, era vera e propria gara in cui si pagavano le conseguenze della perdita. Se il pezzo non avesse funzionato si sarebbero potuti perdere pubblico, e serate. Invece oggi anche se arrivi ultimo, va bene lo stesso.”
IL RACCONTO VIDEO
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