Intervista – BAUSTELLE “El Galactico” è il nostro viaggio tra sogno e realtà

Intervista – BAUSTELLE “El Galactico” è il nostro viaggio tra sogno e realtà

I Baustelle tornano con il loro nuovo disco “El Galactico”, un album che rilegge le atmosfere del folk-rock californiano anni ’60 con uno sguardo lucido sul presente.

Un disco nato da una visione notturna a Milano, tra neon e suggestioni psichedeliche, che diventa il pretesto per esplorare il tempo, la nostalgia e la reinvenzione musicale.

In questa intervista, Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini ci raccontano la genesi del progetto, il significato dietro i brani, il loro rapporto con il passato e le sfide del futuro, tra un festival che porta il loro nome e un tour nei palasport per celebrare un quarto di secolo di carriera.

L’INTERVISTA 

Il disco è pieno zeppo di sonorità anni ‘60. Come mai avete deciso di seguire quella linea?

Gli anni ’60 sono anni caratterizzanti, è un periodo iconico, soprattutto il triennio 65-67. Il suono di quegli anni mi ha sempre appassionato e forse non è mai entrato in maniera massiccia dentro un disco dei Baustelle che sono stati sempre influenzati più dagli anni ’70.
Mi sembrava giusto attingere da lì  perché al di là dell’amore per quel suono, mi sembrava facesse bene da contrasto con i temi della “gioventù”, dello struggimento.

È il suono del “tutto che sta per cominciare”. La cosa più difficile è stata trasporre quei suoni nel presente.
A me interessava prendere il suono storico e ancorato nel passato e riproporlo nel presente ma ci doveva essere qualcun altro a farlo insieme a me e quel qualcuno è stato Federico Nardelli. Io credo sì che le canzoni debbano parlare del presente ma l’obiettivo è che possano anche durare: devono parlare di adesso ma devono poter valere anche tra dieci anni.

Parliamo dei temi del disco: possiamo dire che c’è una sorta di nostalgia che guarda al futuro?

I testi sono stati scritti in un periodo di tempo molto concentrato. Prima abbiamo composto le musiche, poi è la storia che ha scritto i testi con una certa omogeneità. Ogni giorno accadono fatti eclatanti, da film, quindi non dico che si scrivono da soli ma con un po’ di sensibilità ci si riesce.

Ogni disco aggiunge naturalmente canzoni al repertorio. Che rapporto hai con i dischi vecchi? Ti capita di ridare vita a canzoni del passato?

Mi è capitato di recente di ascoltare “L’amore e la violenza” (volumi 1 e 2). Sono stato colpito in particolar modo dal volume 2, tra tutti i pezzi soprattutto da “Perdere Giovanna” e “L’amore è negativo”. Mi capita a volte di dire: “Ah cavolo, questa era buona” e di trovare attuale qualcosa che riascolti volentieri.

Il vantaggio di fare concerti è che riesci a recuperare cose che erano un po’ impolverate dando loro un’occasione per riportarle alla luce, dando loro un vestito nuovo ma anche no. Voglio citare anche “I mistici dell’Occidente” che è il nostro disco più elettronico, più jingle-jangle e poi “Sergio” da “La malavita”.

Brano “Filosofia di Moana”: ce ne parli?

È il mondo come se fosse visto da Moana. Immaginatela come se stesse parlando dal letto mentre sta morendo. Moana è il simbolo della bellezza nell’era della mercificazione per forza corrotta. È un personaggio incredibile, è l’unica eroina del mondo squallido del porno e ha un’immagine e un’eleganza che se tu la guardi anche nel peggiore dei quadri possibili è sia lì ma anche da un’altra parte. Con tutto il rispetto, io questa cosa non la colgo in altre sue colleghe come Ilona Staller, ad esempio. Ha il fascino della Gioconda, della Monna Lisa del mondo del porno. Nella canzone parla del mondo che la giudica e la condanna, un mondo che forse è più pornografico di lei, più ipocrita, perché fa quello che fa alla luce del sole.

Brano: “Lanzarote”: ci dici di più su questo brano che forse si differenzia un po’ dagli altri?

Sì, è diverso, ha un suono californiano. Mi sono immaginato una sorta di distanza tra due amanti, situazione città deserta d’estate. Qualcuno che rimane solo mentre l’altra metà è altrove in vacanza.

Brano: “Non è una fine”. Traccia strumentale: scelta insolita.

È una sorta di gioco, mi piaceva il doppio finale. Il disco si chiude con una scena distensiva, la ballad “La nebbia” che sembra il finale ma in realtà non lo è. Per questo abbiamo deciso di chiudere con “Non è una fine” che offre appunto una versione alternativa della fine. È uno strumentale molto Baustelle, dei primi tempi.

Parliamo della parte visiva, della grafica, di questa copertina e queste foto dove si nota tra le altre cose la sovrapposizione del flash.

Tutto l’art work è opera di Gianluca Fracassi, nostro art director, ma anche a me piace mettere becco. Ci piaceva che dopo Elvis, che era bianco e nero, spogliato, ci fosse una veste più caotica e più psichedelica che andasse d’accordo anche con il tipo di suono.

Abbiamo rielaborato tante fotografie, sviluppate quasi 3000. Sono stato in Messico, avevo con me 3 macchine e vari rullini. Poi anche alle Canarie: la copertina raffigura un vulcano spento di Fuerteventura e lo abbiamo reso bruciato, colorato, acido, in un mondo desertico che potrebbe essere un pianeta psichedelico che non è per forza il pianeta Terra”.

Immagini il Festival come un’occasione per artisti con caratteristiche precise o come una fucina di artisti emergenti?

Mi interessa che sia un Festival fatto di gente che si pone in una maniera alternativa per fare rock. Mi piace che sia quanto più aperto possibile, senza cancelli e limiti di ogni genere.

Nel brano “L’arte di lasciare andare” colpisce la frase “Forse il vero amore è questo volontario naufragare nella realtà”.

Nella mia visione del mondo, la realtà è terribile quindi bisogna presupporre qualcos’alto.

Forse una soluzione possibile è abbandonarsi all’orrore come atto volontario non come oggetto portato dalla corrente. Forse il vero amore è questo.

È nata prima l’idea del disco o del festival?

Sicuramente è nato prima “El Galactico” come nome del disco. Al festival abbiamo pensato poi, essere direttori di un festival è una cosa bella che non si fa più. Al suo interno ci sono persone giovani che stimiamo, che si sbattono per offrire musica bella e inusuale e che credono in forme di promozione alternative.

Parliamo dei palasport previsti per la fine dell’anno.

C’è poco da dire. Compiamo 25 anni quest’anno e allora a dicembre spegniamo 25 candeline. 25 anni sono tanti e siamo contenti che dopo 25 anni ci siano ancora dischi nuovi, senza fare riedizioni, nostalgie o revival: abbiamo ancora molte cose da dire.

Festeggiamo i primi 25 e inauguriamo i prossimi 125. Le due date sono a sé rispetto a “El Galactico”. Potrebbe essere il momento di togliere dalla naftalina cose che non suoniamo da un po’.

Qual è il segreto della vostra longevità?

È arricchirsi, senza un lavoro non dura niente, per inerzia o solo per talento non dura niente. Tutte queste cose da sole non bastano.

C’è bisogno di un lavoro, di coltivazione di tempo che per quanto mi riguarda è voglia di nutrirsi di cose esterne. Noi artisti siamo degli eco-manaici e ciò che ti può aiutare è allontanarti da questa concezione e imparare dal mondo che cambia, dai giovani, dagli stimoli esterni.

Senza questa mentalità aperta non si dura nel tempo. Ma volevo dire anche che non è necessario durare 25 anni ma se mi chiedi come abbiamo fatto noi ti dico questo: sono contento di fare dischi come se fosse ancora il primo o il secondo disco. Non venire percepito come bollito, questa è la soddisfazione.

Progetti solisti, scrivere per altri. C’è anche questo nella tua carriera.

È giusto fare quando si hanno cose tra le mani. La collaborazione con Patty Pravo, ad esempio, è arrivata da una sua richiesta. L’ho scritta come se dovessi scrivere per me. È bravissima, un’artista leggendaria, è un onore per me, volevo farlo da quando ho cominciato a scrivere canzoni. Lei è contenta, mi ha detto, io sono felice come un bambino, anche perché la canzone mi sembra che suoni vera, è un vestito che le sta bene.

IL DISCO 

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1. Pesaro
2. Spogliami
3. Canzone verde, amore tossico
4. Filosofia di Moana
5. Una Storia
6. L’imitazione dell’amore
7. L’arte di lasciar andare
8. Per sempre
9. Giulia come stai
10. Lanzarote
11. La nebbia
12. Non è una fine

INSTORE

Per celebrare l’uscita di EL GALACTICO, i BAUSTELLE incontreranno il loro pubblico durante gli instore nel mese di aprile nelle Librerie Feltrinelli di: Milano (03.04 – Feltrinelli Piazza Piemonte), Torino (04.04 – Feltrinelli Edit @ Porto Urbano), Bologna (07.04 – Feltrinelli Ravegnana Galleria Acquaderni), Firenze (08.04  – Feltrinelli Piazza della Repubblica), Roma (09.04 – Feltrinelli Via Appia) e Napoli (10.04 – Feltrinelli Piazza dei Martiri).

IL FESTIVAL 

In occasione della celebrazione dei 25 anni di carriera i BAUSTELLE hanno organizzato EL GALACTICO FESTIVAL, il primo festival ideato, scritto e diretto dalla band.

LINEUP EL GALACTICO FESTIVAL

1 GIUGNO 2025

BAUSTELLE
EMMA NOLDE
NEOPRIMITIVI
MATTEO BORDONE & DANIELA COLLU (Chiacchiere Live)
PIERPAOLO DE SANCTIS (Four Flies Records DJ Set)

2 GIUGNO 2025

BAUSTELLE
MARTA DEL GRANDI
DELICATONI
STEFANO NAZZI (Indagini)
BASSOLINO (Dj Set)

IL TOUR 

DATE – EL GALACTICO SUMMER LIVE

Martedì 24 giugno 2025 – Bologna @ SEQUOIE MUSIC PARK c/o Parco Caserme Rosse
Mercoledì 2 luglio 2025 – Perugia @ L’UMBRIA CHE SPACCA c/o Giardini del Frontone
Venerdì 4 luglio 2025 – Genova @ BALENA FESTIVAL c/o Arena del Mare Porto Antico
Domenica 6 luglio 2025 – Sesto Al Reghena (PN) @ SEXTO ‘NPLUGGED c/o Piazza Castello
Martedì 8 luglio 2025 – Collegno (TO) @ FLOWERS FESTIVAL c/o Parco della Certosa
Venerdì 18 luglio 2025 – Sarzana (SP) @ MOONLAND FESTIVAL c/o Piazza Matteotti
Domenica 10 agosto 2025 – Locorotondo (BA) @ LOCUS FESTIVAL c/o Masseria Ferragnano
Martedì 12 agosto 2025 – Roccella Jonica (RC) @ Teatro al Castello
Sabato 16 agosto 2025 – Palermo @ DREAM POP FEST c/o Teatro Di Verdura
Venerdì 5 settembre 2025 – Bellaria Igea Marina (RN) @ Beky Bay
Venerdì 5 dicembre 2025 – Roma @ Palazzo dello Sport
Venerdì 12 dicembre 2025 – Assago (MI) @ Unipol Forum

DATE – BAUSTELLE PALA 25

Venerdì 5 dicembre 2025 – Roma @ Palazzo dello Sport
Venerdì 12 dicembre 2025 – Assago (MI) @ Unipol Forum

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WEB & SOCIAL 

https://www.instagram.com/baustelle_official/

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