Intervista: BENTO – Sogno ergo sum

Intervista: BENTO – Sogno ergo sum

In attesa dell’uscita del loro disco, i BENTO lanciano il singolo “Forget your life”. Un invito a trascendere la realtà per andare incontro a quei sogni che troppo spesso dimentichiamo o ignoriamo per paura di mollare i piedi da terra.

Quando gli chiediamo cosa vorrebbero dimenticare, o al limite cambiare della loro vita, rispondono “Niente di particolare”. Ma poi spiegano “Sono le tante piccole cose che facciamo ogni giorno a rendere la nostra vita quel che è.  Nei sogni però, questa concatenazione inevitabile viene spazzata completamente. Ciò che può accadere in un sogno, a volte, esula completamente dalla vita reale. Soprattutto in determinati sogni, quelli che rimangono nella tua mente per tutta la giornata e che in qualche modo ti cambiano. Rimaniamo così increduli dinanzi alle sensazioni che viviamo, che l’unica cosa che possa dare un senso al tutto è dimenticare la propria vita, perché qui si gioca con regole differenti”. Sembra complesso, ma in fondo è più semplice di quel che sembra.

L’invito è chiaro e spassionato. Possiamo pensare che questo pezzo possa facilitare l’evasione, lo sconfinamento, un modo per dire a noi stessi “C’è altro oltre la realtà tangibile”?

E’ proprio questo il messaggio della canzone, c’è altro oltre la realtà tangibile, che in qualche modo può condizionare la vita reale. Dimenticare per un attimo quali sono le dinamiche della realtà ci aiuta a vedere le cose anche da punti di vista alternativi, originali e che spingano ad una riflessione più accurata della normalità.

Però sognare troppo non è nemmeno un bene, vero? Secondo voi qual è il giusto equilibrio tra evadere e mantenere i piedi per terra?

Siamo due ragazzi molto concreti in realtà, ma per avere ottime idee ed intuizioni e quindi vivere una fase creativa, non bisogna avere limitazioni.  Non esiste tanto un equilibrio. Ci piace vivere a fondo le cose. Se siamo in fase creativa, andiamo quanto più possibile in fondo ai nostri sentimenti senza nessun limite, c’è sempre tantissimo da scoprire. Una volta toccato il fondo, ci sentiamo soddisfatti, come se avessimo chiuso un ciclo, un percorso. L’equilibrio forse sta nel capire quando si vuol essere creativi, e quando si vuol concretizzare.

Come nascono i vostri pezzi?

Tra le svariate prove che facciamo, produciamo sempre un sacco di musica differente, quasi in maniera random. Dopo un po’ è il brano stesso o una semplice scena musicale che ti chiama e ti dice: “Hey ciao! Io sono qui, è passata una settimana da quando mi hai scritto e sono ancora nella tua mente”. A questo punto ci soffermiamo su questa scena musicale che è rimasta in mente, e lavoriamo affinché prenda forma concreta. Questo per dire che ci sono alcune melodie e alcuni “loop” differenti dagli altri, che ti lasciano qualcosa, che stimolano un’emozione. Trovato questo sentimento si lavora concretamente.

Bento Live

I Bento dal vivo

“It’s too loud”, dite nel pezzo. “I can’t stop the beat of my body”. Trovate che il mondo sia diventato troppo rumoroso e che forse l’unico suono da ascoltare, ogni tanto sarebbe davvero quello del nostro cuore?

Non percepisci un ritmo nel tuo corpo? Parlo di energia e voglia d’esprimersi. E’ questo il ritmo del corpo.

Chiamate il vostro singolo “sogno”….cos’è il sogno, secondo voi?

Ci piace vedere il sogno come un universo parallelo.

Come procede il work in progress per il vostro album? A che punto siete e cosa ci aspetta?

Le registrazioni dell’album sono concluse, ora stiamo finalizzando il tutto.  Nato inizialmente come una raccolta di singoli, abbiamo notato subito che tra tutte le tracce c’è un filo logico che le collega. Sia a livello concettuale che di sonorità. Ci saranno pezzi più diretti e pezzi più particolari.  Tanto groove e tanta energia!

Secondo voi siamo nuovamente pronti per i live?  Come sarà quando potremo tornare a ballare?

Come ogni cosa ci sarà un periodo di adattamento, riabituarsi alla folla e così via.  Ci piace pensare che ad un certo punto rivivremo qualcosa come Woodstock, senza più paura di stare in mezzo alla gente e con tanta voglia di divertirsi.

cover_ForgetYourLife_Bento

La cover del singolo “Forget your life”

Il lockdown ha incrementato la vostra spinta creativa o al contrario vi ha fermato?

Inizialmente ci ha bloccato completamente. Per qualche settimana abbiamo lasciato gli strumenti fermi. Poi improvvisamente è nato tutto il disco, nel giro di qualche giorno.

Chi sono gli artisti con cui siete cresciuti e che vi hanno formato?

Per Umberto, principalmente i Jamiroquai, per me Francesco, incredibile ma vero, ma se non fosse per i Blink 182 oggi non mi occuperei di musica. Qull’energia che mi trasmettevano quando andavo alla scuole medie ha cambiato tutto in me. Per “colpa” loro ho preso in mano la prima chitarra, ho formato la mia prima band fino ad arrivare ad oggi che ho uno studio di produzione musicale.  Poi crescendo sono cambiati i gusti musicali. Oggi il mio riferimento artistico sono i Soulwax.

Related Posts