Intervista: BUGO : Con Cristian Bugatti non ci si annoia mai
Cosa è rimasto di questo Festival di Sanremo? Le canzoni, ma non tutte. Sincero di Bugo inverte la rotta della classifica del Festival e fa da apripista a un disco (Cristian Bugatti – Leggi la recensione) che della realtà fa il suo valore primario.
Bugo non ha bisogno di presentazioni, passato agli onori di gloria per C’è crisi con fotografie quotidiane tradotte in versi. Bugo, ritorna sulle scene con un album di incanto e valori, malinconia, amore e vita reale quello che per primo ha saputo raccontare.
Torni con un album “Cristian Bugatti”, che è un’enorme atto di responsabilità. Come è nata questa scelta?
Quando mi hanno preso a Sanremo, dovevo andare in stampa con il titolo e ho deciso. Ho pensato in maniera moto umile ma anche aperta, di presentarmi a chi non mi conoscesse. Gli addetti ai lavori sapevano chi fossi, la grande massa no, anche perché negli ultimi dieci anno non ho praticamente fatto niente in televisione. Cristian Bugatti è un modo di presentarsi e di metterci la faccia con nome e cognome, presentando il mio progetto.
Parliamo un po’ dei brani: Studipo eh?
E’ una canzone d’amore, la seconda all’interno di questo disco. Il tema amoroso si rincorre spesso anche tra i miei album passati, se vogliamo. Il tema amoroso è il tema più difficile e ci tengo che arrivi in un certo modo. Stupido eh, è l’ultimo brano che ho inserito in questo disco. Un album che sembra esser stato composto a tavolino scegliendo meticolosamente quali canzoni inserire e quali no. A mio avviso, quando ormai dovevo chiudere il disco, mancava una canzone così e mi sono venute subito alla mente quelle immagini di quotidiano.Mi sono accorto subito che aveva un rimando battistiano fosse per le strofe, fosse per la voce.
La musica è fatta di sette note e le voci sono quelle, non deve esserci per forza sempre un rimando a qualcun altro.
Noi cantanti siamo inseriti in un contesto musicale che è fatto di storia, è normale che la mia voce possa assumere delle sfumature simili a Vasco, Grignani o Battisti, ben venga direi. L’originalità di un progetto, di un cantante è solo il pubblico a deciderlo.
Come nasce la combo Bugo-Ermal?
Mi manca, doveva essere una canzone malinconica. La voce di Ermal è arrivata in un secondo momento quando mi sono accorto che questo brano poteva essere potente, quando canti di nostalgia e malinconia con un amico il concetto arriva ancora più forte. In questo brano ci si può ritrovare chiunque. Ermal ha una voce potente e malinconica e sono stato contentissimo che abbia accettato, perché poteva anche non farlo essendo lui molto più famoso di me. Si è anche detto mio fan, ci siamo visti e la canzone è arrivata. L’accoppiata Bugo e Ermal è davvero inedita, molto più inedita di quella Bugo e Morgan se vogliamo. Sono un artista che ha basato tutta la sua carriera sull’imprevedibilità. Mi piace sorprendere me stesso e non annoiare gli altri. Con Bugo non ci si annoia mai. Credo che sia la canzone più bella che ho fatto negli ultimi anni e credo che rimarrà speciale.
Come descriveresti questo disco in tre parole
Vincente perché ci ho lavorato con grande determinazione. Dimostra che se le cose le vuoi fare bene sei immune alle pagliacciate.
Responsabile perché voglio che la responsabilità diventi un valore per cui quello che dici, poi fai. Mi piacerebbe che arrivasse anche ai giovanissimi, che sono in questo effimero delirio di onnipotenza legato a social.
Di valori: vorrei proprio che venissero fuori i valori: il carattere, la determinazione. Ci ho messo tanto dentro. Tutto il disco è un messaggio di valore. Mi sono accorto che in tv funziona meglio parlare di quello che non va. Tendiamo a sottovalutarci. Il mio compito è quello di stimolare le persone.
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