Intervista: cantautore, compositore e attore cantante il mondo di ANTONIO CARLUCCIO
Antonio Carluccio è un talentuoso cantautore, compositore e attore cantante, che ha recentemente realizzato un duetto con Fiorella Mannoia nel brano “Creature”, da lui scritto e contenuto nell’ultimo disco dell’artista “Personale”.
La carriera di Carluccio, classe 1980, è cominciata nel 2001 come vocalist per Giorgia nel brano ”Di sole e d’azzurro“ presentato al Festival di Sanremo ed è proseguita con collaborazioni prestigiose con artisti come Michael Bolton, Anastacia, Laura Pausini, Eduardo De Crescenzo, Pino Daniele, Renato Zero.
Nel 2003 ha partecipato come attore-cantante all’opera musicale ” Tosca Amore Disperato ” di Lucio Dalla e ha pubblicato anche il suo primo disco dal titolo ”Sogni e Terra”.
Successivamente ha composto un’opera musicale, ”Actor Dei” sul Santo di Pietralcina Padre Pio e ha portato in giro per l’Italia alcuni spettacoli live come “Neapolitan Contamination”, in cui la canzone classica napoletana è contaminata con i generi ed i ritmi di tutto il mondo, e “Appocundria” omaggio alla musica del grande Pino Daniele.
Insieme al Maestro Stefano Ciuffi nel 2016 ha ideato i “Cantaucorando”, un ensemble vocale di venti elementi che tramite arrangiamenti originali ripercorre il vasto repertorio cantautorale italiano e ha scritto musiche per alcuni cortometraggi e per il film “Tre tocchi“ del regista Marco Risi.
Il prossimo autunno Antonio Carluccio pubblicherà il suo secondo disco dal titolo “La Parola”.
Antonio, com’è nata la collaborazione con Fiorella Mannoia?
Creature era una traccia di un mio disco autoprodotto che uscirà in autunno e si chiamerà La Parola. Ho iniziato ad avere dei colloqui con persone del mondo della musica di cui mi fidavo per chiedere dei consigli sulla distribuzione e sulla promozione, tra i quali c’era Carlo Di Francesco che è un mio carissimo amico e ora anche produttore artistico di Fiorella Mannoia. E’ passato in studio da me, ha ascoltato il disco, gli è piaciuto e mi ha detto che avrebbe voluto far sentire le tracce a Fiorella per avere un suo parere. Dopo tre ore mi hanno chiamato e lei mi ha chiesto la traduzione di questa canzone, che era l’unica in napoletano contenuta nell’album. Infatti io sono nato a Napoli ma all’età di 8 anni mio padre ha vinto un concorso a Roma e ci siamo trasferiti lì, ma c’è una parte di me che comunque continua a sentire una napoletanità forte, indelebile. E’ un amore soprattutto dal punto di vista musicale, perchè la canzone napoletana fa parte del mio percorso artistico. Tra l’altro ho un gruppo che si chiama “Neapolitan Contamination”, con Giovanni Imparato, che ripercorre i classici napoletani contaminandoli con i ritmi di tutto il mondo. Tornando a Creature era un omaggio che volevo fare a Napoli e Fiorella Mannoia mi ha chiesto di inserire questa canzone nel suo disco. La cosa piu’ sorprendente è che ha voluto cantarla con me”.
Una canzone “sospesa” che prende spunto dalla tradizione napoletana del “caffè sospeso”…
Esattamente. Fiorella doveva consegnare il disco alla Sony Music una settimana dopo e ha chiesto una proroga di dieci giorni per inserire questo pezzo. Trovo sia veramente bella la connessione tra questa canzone sospesa e il caffè sospeso che è un rito di Napoli che consiste nel lasciare per i piu’ bisognosi che non se lo possono permettere un caffè pagato. L’intento di Fiorella era portare nel proprio disco una traccia di un artista emergente dandogli così la possibilità di farsi conoscere in un momento storico in cui per i giovani ci sono poche opportunità di emergere, se non attraverso i talent. Se, come ha detto la stessa Mannoia, ogni big prendesse come esempio questa iniziativa e facesse lo stesso ci sarebbe piu’ spazio per gli emergenti. Personalmente sono orgoglioso di essere stato il primo ad avere usufruito di questa generosità”.
Hai avuto modo di cantare Creature con Fiorella in due date del suo tour teatrale…
Sono stato il 23 maggio all’Auditorium a Roma e il 27 al Teatro Augusteo di Napoli. Sono state emozioni molto forti, Fiorella è riuscita a mettermi a mio agio. All’inizio ero spaventato, ma lei ha un’empatia, un fare così materno e protettivo nei miei confronti che mi ha tranquillizzato fin dal soundcheck a Roma, tanto che mi sono goduto questo momento e mi sono divertito. E’ coinvolgente cantare insieme questa canzone ed è andata meglio di quanto mi aspettassi”.
“Creature” racconta storie legate alla realtà di Napoli ma che possono essere declinate a tutti i giovani del mondo che vivono ai margini di una società che li esclude…
La canzone affronta una problematica che si sta verificando nell’ultimo decennio a Napoli, ovvero queste baby gang che si organizzano e occupano uno spazio rimasto vuoto dopo che lo Stato ha fatto un ottimo lavoro arrestando la maggior parte dei boss della camorra. Quando lo Stato compie un’azione di ordine deve sostituire quel vuoto che si è creato, perchè la malavita occupa un ruolo fondamentale in quelle zone abbandonate e con pochissimi servizi, creando attività illecite. Quando queste vengono estirpate dovrebbero essere inseriti strumenti leciti di cultura, scuole di teatro e musica, in modo da occupare le vite di queste creature. Ma questo spesso non succede e in quel vuoto si inserisce di nuovo la malavita. Così questi ragazzi dai 14 ai 20 anni, come viene anche raccontato da Roberto Saviano nel film La paranza dei bambini, agiscono con un fare immorale e pericoloso, senza regole, sparano per strada davanti alle persone, c’è un delirio totale. La canzone tenta di raccontare questa realtà. Io parlo di Napoli perchè è una realtà che conosco da vicino ma situazioni del genere si trovano a Roma, Milano, Palermo, a Buenos Aires, a Rio de Janeiro, in tutto il mondo ci sono bambini divorati dalla malavita”.
Cosa puoi anticiparci riguardo il tuo nuovo disco “La Parola”?
Avrà sonorità acustiche, non ci sono strumenti elettronici o digitali, abbiamo voluto creare una struttura con la canzone al centro. Il mio obiettivo è il ritorno alla centralità della parola, perchè le parole raccontano qualcosa di vero. Infatti ho scelto questo titolo per il disco. C’è una traccia che si chiama Alibi che parla di come spesso le parole ci facciano sentire migliori di quello che siamo realmente oppure un’altra canzone intitolata Revolution che racconta come in questo periodo storico siamo tutti opinionisti e tuttologi, mentre la vera rivoluzione potrebbe essere il silenzio. Musicalmente è un disco che potrebbe sembrare fuori dal tempo ma anche rappresentare il bisogno di creare musica che venga ascoltata con calma, come si faceva una volta”.
Come ti sei avvicinato alla musica?
La decisione di fare il cantante è arrivata grazie a Giorgia. Sono figlio di un chitarrista e mandolinista e a sei anni ho impugnato la chitarra e cantato in una scuola elementare. Quello è stato il mio primo concerto. Fino ai 20 anni però ho praticato calcio a livello professionistico arrivando a giocare in Serie C2, poi a causa di due infortuni ho dovuto smettere. Così nel 2001 quando Giorgia stava cercando dei coristi che la accompagnassero al Festival di Sanremo per cantare Di sole e d’azzurro ho preso parte ai casting e sono stato scelto. E’ stato un segno del destino e ho deciso di seguire la strada della musica. Poi Lucio Dalla mi ha voluto nella Tosca per interpretare Angelotti ed è stata l’esperienza formativa piu’ intensa della mia vita, quindi ho scritto a mia volta un’opera musicale e ho fatto diverse collaborazioni come corista o turnista”.
C’è un artista con cui sogni di collaborare?
Io insegno canto e spesso ai miei allievi faccio ascoltare le canzoni di Fiorella Mannoia perchè è l’interprete che fa arrivare le parole a chi ascolta e in questo lei è una delle piu’ grandi artiste italiane. Quindi è stato un sogno lavorare insieme. Mi sarebbe piaciuto collaborare con Pino Daniele, che porto nel cuore e che ha segnato la mia formazione musicale, ma purtroppo non è stato possibile. Sogno anche di fare un featuring con Fabio Concato o Ron”.