Intervista – DENTE: “Santa Tenerezza”, un viaggio tra fragilità, memoria e musica autentica

Con “Santa Tenerezza”, Dente torna con un disco che celebra la fragilità come forza, un viaggio tra ricordi, assenze e sogni futuri.
L’ennesimo gioiello sonoro che ci regala una racconto intim e avvolgente, dove parole e melodie si intrecciano in un’atmosfera sospesa tra nostalgia e speranza. Attraverso arrangiamenti essenziali e una scrittura che scava nel profondo, l’album si fa specchio di un sentimento che muta ma non si dissolve mai.

Dente_foto stampa main_credits Lorenzo Stefanini (2025-pp-03-27)
L’INTERVISTA
Con “Santa Tenerezza” torni con un nuovo lavoro che sembra voler esplorare il lato più intimo e nostalgico della tua scrittura. Da dove nasce questo disco?
E’ un disco scritto quasi tutto d’un fiato, in pochissimi giorni. Un’urgenza espressiva che non provavo da anni. Queste canzoni parlano di assenza, di perdita e ricerca, di notti insonni, d’amore presente e di sogni futuri. Ho sempre creduto al potere terapeutico delle canzoni e oggi, con questo disco, ci credo ancora di più.
Il titolo evoca una sorta di dolcezza malinconica. Qual è il suo significato per te?
“Santa Tenerezza” è un’ode alla fragilità, a quella sensibilità che spesso viene vista come una debolezza ma che invece è una forza. C’è una sorta di devozione per tutto ciò che è autentico, anche se imperfetto. Il titolo viene da una frase in una canzone che ho scritto nel 2018: “Santa Tenerezza che ancora mi vuoi bene”. È un modo per dire: “Non abbandonarmi, resta con me”. Poi il produttore mi ha suggerito di usarlo come titolo, e mi è piaciuto
Musicalmente parlando, sembra esserci un ritorno a sonorità più acustiche e minimali. Era una scelta consapevole?
Sì, ho voluto spogliare le canzoni da tutto il superfluo. Ho lavorato molto sugli arrangiamenti, cercando di dare spazio alle parole e alle melodie senza sovraccaricarle.
Quale è la genesi del brano “La città ci manda a letto” ?
È una canzone nata con Emma Nolde, una sera a Milano, a Santeria. Non ricordo l’occasione precisa, ma eravamo insieme e a un certo punto qualcuno ha detto: “Ragazzi, qua ci mandano a letto”. Io di solito chiudo i locali, resto finché non mi cacciano… ma quella volta abbiamo preso quell’idea e l’abbiamo sviluppata. Abbiamo scambiato audio, messaggi, e alla fine è nata questa canzone. All’inizio non era nemmeno pensata per il disco, l’abbiamo fatta per piacere. Poi però ha trovato il suo posto.
Quale è la struttura dell’album?
Non ho una scaletta rigida, ma dei punti fissi. La prima canzone deve essere una “porta” per entrare nel mio mondo, e l’ultima deve chiudere quel mondo. Poi c’è la regola della canzone numero 5: da ragazzino, con la mia fidanzatina di allora, dicevamo sempre “La quinta traccia è la più bella!”. Quindi nel disco cerco di rendere la quinta la più bella.
Come è nata la copertina e l’artwork?
L’immagine è nata con l’aiuto del mio grafico, usando l’intelligenza artificiale. Parte da una mia vecchia frase: “Vedo un profilo in una nuvola”. È un’idea che avevo da anni e finalmente ha trovato posto. La donna nella copertina è immaginaria, un’icona quasi mistica.
LA TRACKLIST
Senza di me
Favola
Corso Buenos Aires
M’annegasti
Hey
Non ci pensiamo più
Andiamo via
Benzodiazepine
Lungomare
La città ci manda a letto (feat. Emma Nolde)
TOUR
SABATO 5 APRILE – FIRENZE – Viper Theatre
DOMENICA 6 APRILE – ROMA – Monk Roma
MERCOLEDÌ 9 APRILE – MILANO – Santeria SOLD OUT
GIOVEDÌ 10 APRILE – TORINO – Hiroshima Mon Amour
VENERDÌ 11 APRILE – BOLOGNA – Locomotiv Club
SABATO 12 APRILE – SENIGALLIA (AN) – Mamamia
VENERDÌ 18 APRILE – NAPOLI – Duel
SABATO 19 APRILE – CONVERSANO (BA) – Casa delle Arti