Intervista: DIODATO – Ho voluto esprimere l’imprevedibilità della vita

Intervista: DIODATO – Ho voluto esprimere l’imprevedibilità della vita

Spostarsi dalla visione personale verso il mondo che ci circonda. Una volontà che Diodato ha voluto raccontare e narrare all’interno di “Che Vita Meravigliosa” il suo nuovo album.

Una disco che rappresenta un’immagine sonora realistica di un vissuto fatto di passioni e fragilità, amori, solitudini, cadute e rinascite. Un mondo complesso che è lo specchio delle contraddizioni del nostro tempo. 

Il disco, in uscita il 14 febbraio e prodotto con Tommaso Colliva e registrato a Milano è stato anticipato dal singolo omonimo (colonna sonora de “La Dea Fortuna”, il nuovo
film di Ferzan Ozpetek) arriva a due anni di distanza da “Cosa siamo diventati”. 

“Che Vita Meravigliosa” è composto da 11 brani frutto da una continua ricerca del suono  della scrittura che si fa ancor più asciutta e diretta, flusso di coscienza e analisi profonda e scrupolosa di sentimenti innescati dal vissuto del quotidiano.

E’ un disco che racconta due anni di vita vissuta. 
Ho cercato più volte in questo album di raccontare quello che penso io dell’amore, amore che riesce sempre a sopravvivere alle piccolezze del vivere quotidiano. 

Il disco è ricco di elementi: dall’empatia che si prova quasi inaspettatamente per le persone che incrociamo per caso nella nostra quotidianità, raccontata ne Il commerciante,  al senso di disagio, cinismo e qualunquismo di La lascio a voi questa domenica, canzone che nasce da una storia vera vissuta dallo stesso Diodato una domenica mentre tornava a Milano in treno.

Annullamento, rassegnazione ma anche e soprattutto consapevolezza di un “noi” giunto alla fine ma che è capace di sopravvivere in un altrove, sono contenuti in  Fino a farci scomparire. E’ invece la bellezza tanto precaria quanto sana e superficiale di un legame che è meglio non inizi mai è l’essenza di Ciao, ci
vediamo.

Non manca la consapevolezza della fragilità di fondo degli esseri umani, in Alveari, dove ogni finestra ha la sua vita e il suo vissuto o la malinconia di Solo che si contrappone con la positività di E allora faccio così, che rappresenta il desiderio di riscossa, la forza di rialzarsi dalle cadute della vita e realizzare i propri progetti.

Per finire non mancano i ricordi che tornano a vivere nella nostra memoria in Quello che mi manca di te, vera e proprio colonna sonora orchestrale che chiude il disco.  

Non credo di essere mai stato così tanto me stesso, d’essere mai stato in grado di mettere così a fuoco il mio vissuto e tutte le sensazioni che mi hanno portato a dare questo titolo prima a una canzone e poi a questo album. Ero pronto a condividere, a raccontare questa condizione di perenne viaggiatore, navigante felicemente disperso, di osservatore talvolta malinconico, talvolta disincantato, di eterno bambino innamorato di questa giostra folle”.

LA COPERTINA DEL DISCO 


Lo spirito dell’album è perfettamente rappresentato dalla copertina opera di Paolo De Francesco: un disegno di figure retoriche quasi surrealista, dove c’è il conflitto tra l’ambizione di un tutto visibile e la ricerca di una verità nascosta nelle cose e nelle persone. È piena di ritorni alla tracklist: c’è un palazzo – alveare e una piscina di calma apparente per essere sconvolta da un missile, metafora degli accadimenti, del male e del bene che sconvolgono le nostre vite. Sullo sfondo, una fabbrica che richiama nell’immaginazione di Antonio l’Ilva, lo stabilimento siderurgico che ha avvelenato Taranto, città per cui lui stesso si batte assiduamente, un treno e una stazione protagonista di una delle canzoni più belle del disco (La lascio a voi questa domenica)

SANREMO 2020

Diodato parteciperà al 70° Festival della Canzone Italiana, in gara nella categoria Big, con Fai rumore, un atto di ribellione che fotografa l’amore nel senso più ampio possibile. È un invito ad abbattere i muri dell’incomunicabilità, a farsi sentire, a non soffocare nel silenzio delle incomprensioni, del non detto, dove muore ogni umanità. A dirigere l’orchestra che accompagnerà Diodato in tutte le sue esibizioni al Festival di Sanremo 70 sarà il Maestro Rodrigo D’Erasmo. Scritta e composta da Diodato con la collaborazione per le musiche di Edwyn Roberts, “Fai rumore” è una sinfonia di pensieri ed emozioni che cercano ad ogni costo la propria espressione. Ascoltando il brano la sensazione è quella di vedere scorrere le immagini di un vissuto lontano, che si mescola in modo indissolubile alle impressioni del presente. La canzone è musicalmente caratterizzata da semplicità e ricercatezza, animata da una delicata prima strofa piano e voce che lascia spazio ad una seconda parte più ritmica e decisa, per poi culminare con l’esplosione del secondo ritornello della voce di Antonio.

Nella serata di giovedì 6 febbraio, dedicata alla celebrazione dei 70 anni del Festival, Diodato ha scelto Adriano Celentano e una rivisitazione di “24mila baci”, che porterà sul palco con Nina Zilli. 

IN STORE 

Diodato presenterà l’album ai fan in due esclusivi appuntamenti instore, durante i quali si esibirà anche in acustico con chitarra e voce:

venerdì 14 febbraio a MILANO – Feltrinelli di Piazza Piemonte, ore 18.30
sabato 15 febbraio a ROMA – Feltrinelli Appia Nuova, ore 17.00.

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