Intervista: GULINO – Il mio Urlo Gigante
Si chiama “Urlo gigante” ed è il primo album solista di Gulino, l’inconfondibile voce dei Marta Sui Tubi. In questa intervista abbiamo parlato di musica ma anche di sentimenti. Come quelli, nuovi e sorprendenti, che un padre prova per sua figlia.
15 anni e 6 album assieme ad una delle band italiane più amate degli ultimi anni dovrebbero bastare per sentirsi tranquilli e anche un po’ spavaldi. E invece Gulino, pochi giorni prima dell’uscita di “Urlo Gigante” ce lo ha confessato candidamente: “Sono in ansia, in fibrillazione, come quando hai un figlio in arrivo”. Perchè lui è uno che non mente, ed è sempre sincero. Lo abbiamo imparato ascoltando la sua musica coi Marta Sui Tubi e ora ne abbiamo la conferma.
Il tuo disco è un viaggio esplorativo tra le emozioni. Ci racconti cosa c’hai messo dentro?
E’ un disco molto personale, interamente frutto del mio lavoro, a differenza di quelli realizzati in passato a sei mani coi ragazzi dei Marta Sui Tubi. Mi sono preso una grande responsabilità, occupandomi per la prima volta di aspetti che con la mia vecchia band non avevo mai toccato: con loro il mio ruolo era quello di cantante, autore di testi e melodie. Questa volta ho dovuto curare anche gli arrangiamenti, le sonorità, la scrittura della musica. E’ stato un lavoro lungo e faticoso, ma molto stimolante. Dentro ci sono gli ultimi anni della mia vita, la mia quotidianità, le cose che ho provato e che ho vissuto. Ho cercato di non barare e non mentire a me stesso, ma di essere il più sincero possibile.
Arrivi alle soglie di questo nuovo progetto con un’importante novità nella tua vita: la paternità. Diventare padre ha influenzato la tua evoluzione musicale e la scrittura di questo album?
Molto probabilmente sì. Diventare padre ti cambia la percezione di tutto, non ti senti più privo di un posto nel mondo ma capisci che hai delle responsabilità. Ti fa inevitabilmente crescere e avere più cura di te stesso, perché devi garantire un futuro ai tuoi figli. E’ un cambio di prospettiva, la scoperta di una quarta dimensione che non conoscevo, ma adesso ci sono dentro e…ci sto bene!
Come stai vivendo questa avventura in solitaria dopo quindici anni di Marta Sui Tubi?
Beh, direi “solitaria” fino a un certo punto. Ho avuto la possibilità di lavorare con dei bravissimi professionisti, soprattutto Fabio Gargiulo, produttore dell’album, e Andrea Manzoni, uno degli autori. Il disco è anche il frutto di un confronto artistico con questi due grandi musicisti, e sono molto contento di ciò che è venuto fuori. Ho trovato in loro la sensibilità che cercavo.
“Bambi”, il tuo secondo singolo, è una grande canzone d’amore. Umana, priva di utopie e idealizzazioni: una manifestazione di questo sentimento nella sua semplicità. Una canzone d’ amore coi piedi per terra, a mio avviso. Tu hai capito cos’è l’amore, a questo punto della tua vita?
Sì, penso di sì. E’ il sentimento che muove l’universo, che genera generosità e ci fa stare bene. L’amore vero non è tanto quello che riceviamo, ma quello che diamo: il concedersi senza risparmiarsi, spendersi totalmente nei confronti delle persone a cui vogliamo bene. Dare amore è qualcosa che, in maniera egoistica, ci fa stare bene.
Perché hai chiamato questo pezzo “Bambi”?
Perché è dedicato a mia figlia. E’ un dialogo immaginario con lei, che non è ancora così grande da poter comprendere le mie parole. L’ho chiamato “Bambi” perché mia figlia ha le gambe lunghissime e magre, e gli occhioni grandi che mi ricordano il cerbiatto del cartone animato.
Hai detto che la verità si trova nelle parole giuste, ed è proprio questo che fa la differenza nei rapporti umani. Tu credi più nelle parole che nei gesti?
No. I gesti sono importantissimi, ma le parole sono sicuramente fondamentali. Possono fare male, uccidere come un’arma. Tutti noi ci portiamo dentro delle frasi che ci sono state dette da amici o nemici, o da un genitore in tenera età, parole che risuonano ancora dentro a distanza di tanti anni, che si sedimentano dentro di noi, rimangono lì nell’ inconscio e influenzano la nostra crescita. Hanno un potere fondamentale, incredibile. Saperle usare al meglio dà la possibilità di essere percepiti dagli altri nella giusta maniera.
La musica esiste senza le parole?
Certo, assolutamente sì. Se così non fosse non ci sarebbe la musica classica. La musica vive anche senza le parole, le parole vivono anche senza musica, come nella poesia. L’unione tra queste due arti genera però un’ulteriore forma d’arte ancora più grande, che è la canzone.
“Un grammo di cielo” è una canzone intensa. Nel videoclip mi è piaciuta molto l’immagine dell’arco teso tra l’uomo e la donna, ispirata chiaramente ad una performance artistica di Marina Abramovic e Ulay. Quanto è difficile secondo te tenere in piedi quell’equilibrio senza cadere, o ferire l’altro perché uno dei due cede?
E’ molto difficile. I rapporti di coppia si fondano su equilibri instabili. La coppia deve cercare di vivere la relazione con intelligenza, in un continuo gioco di compensazione, sopperendo alle mancanze dell’altro, seguendolo e inseguendolo quando ne sente il bisogno e viceversa. Non si deve mai dare nulla per scontato, ma alimentare il rapporto con gli stimoli giusti, il sostegno, la comprensione e l’allegria.
In “Lasciarsi insieme” duetti con Veronica Lucchesi de La Rappresentante di Lista. Com’è nata questa collaborazione?
Ho conosciuto Veronica mentre registravo il mio disco. Siccome condividiamo lo stesso produttore, ci siamo incrociati all’ora di pranzo, lei andava via e io entravo in studio. Si è avvicinata e mi ha fatto i complimenti perché è una fan dei Marta Sui Tubi. Non avevo ancora ben chiaro chi fosse, poi ho ascoltato i suoi lavori e ho capito che avevo appena salutato una grandissima cantante, forse la più brava in Italia in questo momento. Quando ho pensato ad un featuring per “Lasciarsi Insieme”, è stato naturale pensare subito a Veronica. La sua voce è incredibile, ha una sensualità e un’aggressività che controlla in maniera molto sapiente, è un talento naturale con una timbrica fantastica. Sono davvero felice di aver collaborato con lei.
Il 21 Marzo parte il tuo tour dal Locomotiv di Bologna e toccherà i principali club italiani. Paure, sensazioni, aspettative?
Il più grosso timore in questo momento è che vengano annullate le date a causa del coronavirus. Al momento sembra essere tutto confermato, però non possiamo dire nulla con certezza. Viviamo momenti molto particolari, per cui è giusto dare la precedenza all’emergenza sanitaria. Se si deciderà di rimandare, sarà un male necessario ma cercheremo di recuperarle in futuro. Mi dispiacerebbe molto, ma è giusto che sia così. Vedremo cosa accadrà. Noi siamo prontissimi a suonare anche domani!