Intervista: LEWIS CAPALDI – la musica la prendo molto sul serio
Riflessivo e malinconico nei suoi brani, ironico e scherzoso sui social e nelle interviste. Lewis Capaldi, 22 anni, cantautore scozzese, in meno di un anno ha già conquistato le orecchie e il cuore di milioni di persone.
Con il suo primo album Divinely Uninspired to a Hellish Extent (leggi la recensione), ha raggiunto la posizione numero uno nella classifica britannica e il singolo Someone You Loved è stato certificato doppio disco di platino in Italia e Regno Unito, e disco di platino negli USA, con più di 1 milione di copie vendute. Il suo tour ha registrato continui sold out, compresa la data al Fabrique di Milano del prossimo 30 ottobre.
Ti saresti mai aspettato un tour sold-out prima ancora di pubblicare l’album?
Non me lo sarei mai immaginato! Suonare dal vivo per me è la cosa più importante. È incredibile pensare che c’è della gente che paga il biglietto per venirmi a sentire. Anche se il disco non fosse andato bene, sarei stato felice perchè per me il live è il focus.
Secondo te qual è il motivo per cui la gente viene a tuoi concerti?
Non ne ho la minima idea! Semplicemente mi fa piacere che la gente venga perché mi diverto a suonare dal vivo e per me è bello incontrare queste persone che, fondamentalmente, mi stanno dando un lavoro e non mi lasciano suonare da solo chiuso in una stanza. Il concerto per me è una forma di ringraziamento a tutti coloro che seguono me e la mia musica
Sei sempre molto ironico e scherzoso sui social, perché invece questo tuo lato divertente non si sente nelle tue canzoni?
Io sono un musicista, non un comico. La musica la prendo molto sul serio. Non penso che ci sia il rischio che l’immagine che dò di me sui social vada ad oscurare quello che faccio con la musica. Su Instagram non uso strategia, non penso a niente e viene fuori tutto quel non-sense. È assolutamente spontaneo.
Avevi delle aspettative così alte per il singolo Someone You Loved?
Sicuramente non è una cosa che mi sarei aspettato, ma in realtà non me lo aspetto neanche per il futuro. Io faccio la musica che mi piace e poi vedo come va. L’anno scorso ho fatto due concerti sold-out in un locale di capienza duemila persone a Glasgow, e i miei pezzi non erano ancora in classifica. Già quello è stato un ottimo risultato. Non ero certo che i singoli e l’album sarebbero andati bene, però vendevo biglietti per i live, e questa è la cosa più importante per me. Quando ho scritto Someone You Loved, a fine 2018, mi piaceva e lo volevo fa uscire, però fu strano perché nella classifica dell’epoca non c’erano ballad, quindi non era una cosa sicura. Non pensavo mi avrebbe procurato un nuovo pubblico.