Intervista: MARIO VENUTI in Soyuz 10 c’è una componente umana
Torna Mario Venuti con un disco per amanti della musica.
Mario Venuti è sempre stato un artista diretto e controcorrente nella misura in cui si pone accento sulla musica e il valore della parola. Anticonvenzionale così come il videoclip de Il pubblico sei tu, singolo apripista al nuovo disco. Firmato da Fabio Luongo, ha come coprotagonista Giuseppe Cimarosa, un artista equestre imparentato con il boss latitante Matteo Messina Denaro da cui ha reciso qualsiasi legame non solo di parentela ma anche della cultura mafiosa,
Soyuz 10 è stato anticipato da “Il pubblico sei tu”. Un brano che va controcorrente se si pensa all’omologazione.
Ti rispondo in maniera schietta. Quanti sforzi per piacere agli altri dimenticandoci che più che altro dobbiamo piacere a noi stessi e pacificarci con la nostra natura, seppur instabile e imperfetta.
Anche la scelta del titolo di questo disco non è così abituale. Come è nato?
Volevo andare oltre l’automatismo per cui si sceglie un titolo di una canzone o si estrapola una frase dai testi, per dare il titolo ad un album; mi sono fatto ispirare da una specie di visione avuta durante le session vocali. Per registrare la voce, tra varie opzioni, abbiamo scelto un microfono Soyuz (sì, si chiama proprio così!) che ben si prestava al mio timbro. Ho immaginato che quel microfono fosse il razzo che lancia nell’universo la mia voce e ho lasciato che questa immagine cullasse la mia immaginazione e accompagnasse l’esaltazione indotta dal canto, che, come un mantra, a volte è capace di trasportarti in altre dimensioni.
Che rapporto hai con la tecnologia? In Il vaso di Pandora ci dai forse qualche indicazione
È una gabbia da cui non si esce, ma dobbiamo sforzarci di ritagliarci spazi di disintossicazione. Persino gli strateghi della Silicon Valley impongono ai figli restrizioni sull’uso di internet. Ci vuole un po’ di detox. I social sono una sovrastruttura. Indipendentemente dal numero dei follower, alla fine rimarranno le canzoni, mi piace pensarla così.
E’ un disco molto suonato.
In Soyuz 10 c’è componente umana, ci sono musicisti veri, archi, fiati, ma sfido chiunque a fare, oggi, un disco senza computer. Ho rinunciato all’idea di stare dentro uno spazio ristretto di azione, mi piacciono i dischi vari, se pensi che il mio disco preferito è Revolver dei Beatles, penso di averti detto tutto.
Dov’è Mario in Soyuz 10?
Nelle canzoni metto sempre una componente di me, ma anche immaginazione e le esistenze degli altri. Conduco una vita semplice. Vivo a Catania in un quartiere popolare del centro storico. Mia madre mi disse: no, ti prego, in quel quartiere non ci andare. Oggi è diventato un po’ bohémien, con bar e baretti, ma rimane modesto e questa cosa mi piace.