Intervista – MOSTRO: Era arrivato il momento di essere sincero
“Sinceramente Mostro” è un progetto autobiografico, un viaggio che ripercorre la vita del rapper nel racconto di come il passato abbia influenzato il suo percorso, rendendolo l’uomo che è oggi.
Mostro ha pubblicato a marzo fa il suo ultimo lavoro: Sinceramente Mostro. Un titolo eloquente che si frappone inevitabilmente a The Illest di cinque anni fa. Nel mezzo altri due dischi che lo hanno consacrato nel panorama nazionale, dopo essersi fatto conoscere in quel di Roma.
Tutto il disco è stato curato da Enemies per la parte strumentale, su cui Giorgio ha alternato diversi stati d’animo per mezzo delle sue rime.
Sinceramente mostro…perché sincero? Chi è Giorgio oggi?
Questo disco prende questo titolo da un mio stato d’animo, sono una persona che accetta in maniera sincera quello che la vita gli propone. Nei dischi precedenti c’era un filtro tra ciò che viveva Giorgio e l’immediatezza comunicativa di Mostro, era arrivato il momento di essere sincero.
“Ho provato a cambiare più ci provo più sbaglio” che significa?
Cerco di raccontare il mio provare a cambiare. Per ogni salita c’è una ricaduta, ci sono giorni in cui sono pieno di dubbi, un disco sincero vuol dire riuscire a raccontare le mie cadute ma anche come, da queste, sono riuscito a risalire.
Fai anche scelte azzardate, La città è un brano che non ci si aspetterebbe da te…perché questo azzardo?
Credo che la mia ambizione in quanto artista, sia che il mio pubblico mi segua nella scelte che faccio e non viceversa. Vedere e andare oltre i preconcetti dei fan e non seguire ciò che gli altri vorrebbero che io faccia o dica.
Hai avuto anche una scrittura abbastanza interiore come Memorie di uno sconfitto
Non sento la necessità di raccontare ciò che mi circonda, non ho quel tipo di senso critico, invece ho bisogno di vedere e scrivere ciò che io vivo e vedo. Non avevo l’ambizione di creare qualcosa dal niente, non volevo che i miei brani avessero una critica sociale, raccontare ciò che vedo rende il mio lavoro più complesso e diverso. Per capire al cento per cento la mia musica bisogna aver vissuto gli stessi stati d’animo. Con questo non voglio dire che sia meglio, penso sia un dato di fatto che è un progetto diverso, essendo un disco personale.
Come hai preso lo spostamento del tour e cosa vivi ora?
In maniera catastrofica, ero al decimo giorno di prove, mi hanno chiamato e mi si è stravolto il mondo. Ho cercato di essere ragionevole. E’ una situazione gravissima quella che stiamo vivendo e in tutto questo caos, io mi sento comunque fortunato perché io ed i miei affetti stiamo bene.
A cosa è dovuta questa evoluzione artistica, hai messo a tacere in parte la rabbia del passato?
Grazie alla musica, ho cercato di far sì che con la mia musica mi potessi prendere delle soddisfazioni ed è quello che ho fatto. Sinceramente mostro suona meno incazzato degli altri, perché sarei stato incoerente. Se mi guardo rispetto a prima, sto andando avanti.
Perché proprio Britney 2007 e perché la scelta di un sound molto rock?
Il processo creativo nasce dal titolo. Scrivendo prima e ascoltano poi, quel brano, mi fa venire in mente gli anni 2000 con MTV e videoclip colorati, i Blink 182 che venivano trasmessi spessissimo. Britney incarna quegli anni lì e io sono anche un super fan delle star che sbroccano, penso che quello che sia stato il suo momento più sincero.
“Questa trap è trappola per topi: troppi idioti e pochi sbocchi.” recita così Nostradamus. Come pensi che finirà la trap?
Due anni fa era partito il carrozzone della trap in cui erano saliti i bravi ma anche chi non lo era. A distanza di due anni si vede chi è in grado di proseguire e chi, invece, ha vissuto in una bolla.
Una domanda che non ti hanno mai fatto?
Mi chiedono poco dei produttori che, invece, sono un punto fondamentale del mio processo artistico. Vorrei che si parlasse più di loro.
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