Intervista: PAOLO JANNACCI un debutto non debutto !

Intervista: PAOLO JANNACCI un debutto non debutto !

“Canterò” è l’album che segna il debutto da cantautore di Paolo Jannacci, pianista, compositore, figlio d’arte del grande Enzo, con un’importante e consolidata carriera solista nel mondo del jazz, e da oggi, per la prima volta, in primo piano nella scena dell’attuale canzone d’autore.

“Canterò” contiene dieci brani che compongono questo esordio e tracciano un percorso, tra nuovi inediti nati dalla penna di Paolo Jannacci, importanti collaborazioni e tre cover particolarmente significative e sentite (“Com’è difficile” di Luigi Tenco, “E allora… concerto” e “Fotoricordo… il mare” del padre Enzo).

“Canterò” unisce esperienze, generazioni e nomi solo all’apparenza distanti, ma che Paolo Jannacci sa combinare tra loro con maturità e mestiere. Così è il giornalista e scrittore Michele Serra che firma le liriche della title track, mentre in “Troppo Vintage” l’irresistibile featuring di JAX. Claudio Bisio, con tutta la sua inconfondibile ironia, è co-protagonista insieme alla voce di Paolo in “Mi piace” e i Two Fingers mettono il loro marchio nell’arrangiamento e nel rap di “L’unica cosa che so fare”.

Abbiamo fatto due chiacchiere con Paolo … ecco cosa ci ha detto. 

Possiamo dire che questo tuo è un debutto non debutto?
Assolutamente si! Possiamo dire che è una naturale evoluzione della mia carriera musicale. Ho fatto tutti gli step e adesso era arrivato il tempo anche per cantare. La mia voce nel tempo è migliorata e sono riuscito a gestirla. In passato l’ho sempre odiata! Mi dava fastidio, era proprio fastidiosa! Erano in tanti a spronarmi a fare il disco. Tutti gli amici che mi vogliono bene mi hanno convinto che potevo farcela e alla fine ci ho provato e questo è il risalutato. Forse a 47 anni può iniziare la mia nuova carriera di cantante. 

In questo disco hai spiegato che hai provato a mettere in sintonia tre generazioni diverse: quella di tuo padre, la tua e quella di oggi dei ragazzi legati all’indie pop. Ci racconti come è stato questa ricerca? 

Sono partito dal passato. Il passato ci serve per orientarsi nel futuro. Noi possiamo utilizzare mezzi e idee del passato per essere più futuribile anche dei ragazzi. Quindi sono partito dagli insegnamenti di mio padre, dal suo spirito. I due brani che ho inserito nel disco sono canzoni con le quali sono cresciuto. Sono seminali, formative e al tempo stesso mi legano ad un periodo storico e a dei ricordi particolari e a delle emozioni indimenticabili. 
La cover di Tenco invece è una sorta di tributo a Tenco. Mio padre la faceva sempre dal vivo e mi ha sempre raccontato il rapporto che aveva con Luigi. Aveva una emozionalità pazzesca che ho voluto fissare nel tempo.

Per quanto riguarda la mia generazione mi hanno aiutato due amici di sempre come Ax e Bisio, per il futuro invece ha guardato alla scrittura di Danti e ai beat dei Two Fingers.

Non pensi che la musica attuale sia fruita troppo velocemente ? 

Si. La fruizione è veloce perchè è la scrittura che è diventata troppo veloce. I nuovi autori vengono coinvolti in un turbinio di restrizione e di limitazioni. Si sta perdendo la logica narrativa. Questo è sbagliato perchè se non hai logica narrativa abbassi inevitabilmente il livello culturale, fai disinnamorare tutti e perdi la potenzialità emozionale della storia. 
Mi piacciono i social come mezzo comunicativo, soprattutto Instragram, lo vedo molto interessante però nei miei post cerco sempre di dare pienezza del contenuto e non superficialità.  

Che padre sei ?

Sono un padre contento. Ho una figlia di 11 particolarmente sensibile che mi ascolta quando le racconto quello che secondo me è  il bene e il male. Poi le lascio piena libertà e autonomia. Io le do solo degli elementi per poi poter scegliere in completa autonomia. E’ fantastica e mi riempie di gioia. Poi le piacciano anche le canzoni del mio disco… cosa potrebbe volere di più un padre dalla vita? 

Invece che figlio sei stato ?

Un figlio in allerta. Si posso definire la mia adolescenza come una adolescenza in allerta. Con papà si poteva essere in paradiso e subito dopo andare all’inferno. Lui, come tutte le persone geniali, aveva sbalzi umorali e io ero attento a percepire quello che succedeva. Una delle cose più importanti è stata che da lui ho imparato a ridere. Lui mi ha insegnato a ridere. Nella vita bisogna ridere e lui lo faceva sempre!

Come la concludiamo questa intervista ? 

A questo punto, vi posso dire che sono soddisfatto. Ho dato il massimo e vi dedico questo Album e questo pezzo di vita con tutto il mio cuore.”

 

Con “Canterò” Paolo Jannacci realizza un’opera che unisce novità e maturità, dove si ritrova l’eredità di un’imprescindibile tradizione cantautorale, accanto a uno sguardo del tutto calato nel mondo di oggi.

Paolo Jannacci presenterà l’album il giorno 4 Ottobre, ore 18 alla Feltrinelli di Piazza Pimonte(Milano)

“Canterò”
Canzone per Canzone

CANTERO’
Brano di apertura che dà il titolo all’album. Significativo e poetico per il testo scritto da Paolo assieme a Michele Serra. Si nota subito una importante tessitura orchestrale, con il solismo di Daniele Moretto al flicorno e felici progressioni armoniche composte insieme al Maestro Maurizio Bassi.

TROPPO VINTAGE
Il brano ha sonorità moderne e potenti con un background antico (Vintage!). Struttura di grande intelligenza comunicativa è stato composto con Danti e J-Ax (primo featuring dell’album). Graffiante, simpaticissima e geniale la parte di Ax.

COSE SEMPLICI
Il brano potrebbe essere dei primi anni ’60. Un canto ispirato e una storia semplice e suggestiva. Il canto autorale si fonde con sonorità jazz. Importante l’apporto dei musicisti: Stefano Bagnoli (batteria), Marco Ricci (basso), Daniele Moretto (tromba).

ALLA RICERCA DI QUALCOSA
Per la cura con cui è stato composto e arrangiato, potrebbe essere collocato alla fine degli anni 90. La storia e la riflessione personale di Paolo e la toccante interpretazione di ‘casa Jannacci’, si alterna a sonorità pop-rock legate dalla splendida e potente chitarra solista di Giorgio Cocilovo.

MI PIACE
Secondo featuring dell’album, con Claudio Bisio, che scrive il testo. Bisio, da grande artista qual’è, duetta con Paolo con grande maestria e simpatia, prendendolo in giro e regalandoci grande comicità in ogni sua frase. Il brano ha un sapore R&B, quasi dell’epoca Motown; ottimo suono di insieme e ritmo vocale. Degne di nota sono le armonie musicali e vocali negli special.

PIZZA
Un brano scritto con Paolo Re (autore e scrittore). Dimensione beat londinese anni ’60 con chitarre e suoni freak, un testo che spazia dalla follia al contesto sociale e una melodia freschissima.

COM’E’ DIFFICILE
Possiamo definirlo un doppio omaggio. Uno splendido brano di Luigi Tenco, che Paolo fa suo, da un’ interpretazione che fece suo padre. Significativa e profonda la scrittura di orchestra sinfonica accompagnata dal piano di Paolo.

L’UNICA COSA CHE SO FARE 
Terzo featuring con Daniele Lazzarin in arte Danti. Brano a cavallo tra il Rap e il Pop. Scritto con Danti e Roofio (R.Garifo). Paolo comunica le sue perplessità e le sue considerazioni . Di grande potenza sonora, raffinato dalla scrittura degli archi, é imponente la parte rap e l’arrangiamento dei cori di Danti. Brano intenso e suggestivo.

ALLORA…CONCERTO
Brano di Enzo Jannacci quasi dimenticato ma ancora attualissimo! Parla del disagio giovanile e del flagello dell’eroina o di oltre sostanze stupefacenti. La dimensione è quella dell’ Heavy Rock anche se molto melodico e con un taglio pop. Scintillanti le chitarre di Nicola Oliva e importanti le programmazioni delle tastiere elettroniche. Un’ interpretazione di Paolo veramente toccante.

FOTORICORDO…Il MARE
Secondo omaggio al padre, un brano dall’ atmosfera Pop-Jazz di grandissimo valore musicale. Un’altra canzone che Paolo riprende da un archivio quasi dimenticato. Immagini fotografiche di una giornata al mare e storia di esclusione. Paolo non bada ai tempi commerciali: suona per quasi 7 min. con la sua band e duetta con il saxofono di Michele Monestiroli, che giganteggia per tutto il brano.

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