Intervista: PIERDAVIDE CARONE resilienza e resistenza
E’ uscito “FORZA E CORAGGIO!” a distanza di un anno e mezzo dal successo di “Caramelle” insieme ai Dear Jack.
Il silenzio di Pierdavide Carone da allora è dovuto a una serie di eventi spiacevoli della sua vita, tra cui la scoperta di avere un tumore – che è riuscito a sconfiggere, ma non senza sofferenze. Un’esperienza forte, di cui non ha mai parlato e che vorrebbe raccontare attraverso questo brano, che insieme è un grido di battaglia e un inno alla resilienza e alla ripartenza.
“Forza e Coraggio!” non è solo una canzone, ma un vero e proprio progetto solidale: parte dei proventi ricavati dal brano, infatti, andràad HUMANITAS e FONDAZIONE HUMANITAS PER LA RICERCA per la diagnosi, la cura e la ricerca contro il Covid 19, realtà a cui il cantautore è particolarmente grato per averlo aiutato nella lotta contro il cancro.
Forza e coraggio! Parla in qualche modo di resistenza e resilienza. Cos’è per te la resistenza e cosa la resilienza?
Sono concetti paralleli. Nel senso che uno è la conseguenza dell’altro. Attraverso la resistenza nei momenti più complicati della nostra vita per svariati motivi, economici, di amore, di salute devi cercare di resistere perché questa resistenza porterà alla resilienza successiva alla capacità di rialzarsi.
All’interno di questo brano ci sono due Pierdavide che dialogano tra loro sia per quanto riguarda la musicalità e videoclip.
C’è una contrapposizione forte. La canzone ha una matrice molto personale, noi siamo più simili di quanto pensiamo, le esperienze personali sono anche sovrapponibili al resto del mondo ed è per questo che ho deciso di dare a Forza e Coraggio! un respiro più corale. Io ho come molti un animo complicato, sicuramente nelle strofe c’è spazio per la consapevolezza di quanto le cose sembrino precipitare e questo ti spaventa. Dirlo ad alta voce serve a esorcizzare questi attimi. Si dice che chi piange smette prima di soffrire e forse così anche per le parole. Farsi un elenco di cose che non vanno nella vita è il miglior modo di prenderne coscienza e guardare oltre. Quell’oltre è il ritornello la parte di me che cerca di spronarmi nel rigirare un momento storto. Questo tipo di dualismo e dialogo con le due parti di me, penso siano sovrapponibili con quello che tutti abbiamo vissuto quotidianamente.
Mi racconti il percorso che ti ha portato al brano e perché parte dei proventi proprio all’ Humanitas?
La canzone, anche se si sviluppa con finalità collettive ha una matrice molto personale. L’ho scritta in un periodo della mia vita in cui dovevo rimettere insieme i cocci. Avevo appena lasciato la mia vecchia casa discografica e dovevo trovarne una nuova. Per farlo dovevo lasciare la mia città, Roma, a cui ero e sono molto legato, per trasferirmi a Milano. Per farlo dovevo dire arrivederci a una serie di persone che facevano parte della mia sfera umano. Tutta questo pacchetto me lo stavo portando dietro, tra quegli scatoloni e quell’odore sono nate le parole di forza e coraggio. La canzone ha continuato ad essere applicabile ad altri dei momenti salienti della mia vita. Perché quando mi sembrava di essere riuscito a mettere le cose nel giusto ordine con Caramelle, non ho fatto in tempo a godermi questa soddisfazione e mi sono dovuto ritrovare a combattere una malattia importante riniziando tutto da capo. Ho deciso di esorcizzare tutti i miei demoni, anche la malattia, con una canzone che racchiudesse tutto questo. Volevo che le finalità di questa canzone fossero a scopo benefico proprio verso la struttura che mi ha regalato un nuovo inizio. Volevo chiudere il cerchio. Da qui vorrei che si partisse definitivamente senza più fermarsi.
Il coraggio di essere sinceri con sé stessi. Paga? Da prima a Caramelle c’è stata una mancanza di attenzione su quello che tu avevi da dire.
La sincerità del proprio percorso artistico e umano paga se trovi persone altrettanto sincere disposte a veicolare il tuo messaggio. Il mio meccanismo artistico si è inceppato dopo la morte di Lucio. Considero quello il mio spartiacque della mia vita tra gli inizi folgoranti e un proseguo più complicato. Quello oltre alla morte di una persona molto cara, anche la fine di una serie di dinamiche di sincerità. Anche per un appannamento personale non sono riuscito a ricreare le condizioni che fino a Lucio ma anche con Maria mi avevano sempre reso cristallino. Lì qualcosa si è rotto, ho interrotto tutti i rapporti e ho ricominciato da capo. Non è un caso che io firmi con Claudia ferrante, pubblichi Caramelle e ricominci tutto da dove si era fermato dal 2012. Claudio è una persona che tratta con sincerità la mia sincerità e questo la gente lo stupisce e lo ricorda. Il successo di caramelle ha stupito anche me
Te lo aspettavi?
No, lo sapevo che Caramelle era una bella canzone, tra le cose che avevo scritto. Però c’erano tante incognite. Sia io che i Dear Jack arrivavamo da momenti complicati, il mondo va talmente veloce che non pensavamo che bastasse una sola canzone per ricentrare e riconcentrare il pubblico su di noi. Invece è stato un piccolo miracolo, molto terreno, nato dalle scelte giuste in primis delle persone che hanno lavorato con noi.
Nell’album quale te verrà mostrato?
La scrittura di questo album si è sviluppata proprio negli ultimi mesi romani. Caramelle è stato un piacevolissimo fuori programma a cui si sono sommati quelli meno piacevoli. Forza e coraggio è solo una parte di cose che vanno mixate e masterizzate. Il punto però è un altro, visto che è il primo con Artist first so quanto ho dovuto faticare. Non voglio pubblicare un disco che abbia l’handicap di non poter esser presentato o che non possa portare in tour. Mi piacerebbe che si tornasse alla normalità per il mondo intero e perché normalità vuol dire opportunità che al momento ci sono precluse, anche dal punto di vista discografico. Non vedo l’ora perché è il mio disco più introspettivo, a cui tengo particolarmente perché è un concentrato di emotività e musica. Non so come andrà, se mi farà ritornare al mio passato ma è un disco a cui tengo tantissimo perché ci sono pezzi di me tra ogni brano.
I VIDEO
IL TESTO
Quante volte ho pianto dietro un sogno quante volte infranto
Dire “madre e padre potete star tranquilli”
Per le care sorti dei vostri cari figli
E intanto andare a dare le condoglianze ad un vicino
Dare un po’ distratti la colpa ad un destino
Che beffardo in terra ti riporta verso il cielo
Tanto il meteo ha detto che è sereno
Io non ci credo più
E poi non voglio altro qui se non ci sei tu
A dirmi ancora una volta
Stanotte piove ma domani è maggio
Non vorrai mica perderti la bella stagione, sarebbe un errore
Forza e coraggio
Chi non inciampa mai non è mai saggio nè lo diventerà
Ma a furia di sperare mi vien da disperarmi
E il cuscino è l’unico che asciuga le mie lacrime
Con indifferenza regolare
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