Intervista: PLAZA SEMPIONE Siamo sempre arrabbiati
“Ho bruciato” è il nuovo singolo della band romana Plaza Sempione. Parla di mostri, quelli che ci abitano dentro, e di come farseli amici. Perchè si può imparare ad amare anche ciò che ci fa male.
Cominciamo dal singolo appena uscito, “Ho bruciato”. Di che cosa parla?
Il pezzo parla di una guerra vera e propria con noi stessi, un po’ come tutto il disco. In particolare qui si parla di un conflitto interno tra noi e la disperazione per l’effetto che la vita stessa ha su di noi. La disperazione ha varie forme: certe cose pesano tanto e non se ne esce facilmente. Sarebbe bello vivere solo per se stessi, ma è necessario imparare ad amare anche ciò che ci distrugge.
Sempre con riferimento al singolo: secondo i Plaza Sempione come si fa a convivere, ma soprattutto accettare i mostri che ci abitano dentro?
È più una sorta di evoluzione dei mostri, quando pensi che sia arrivato il momento peggiore e sei troppo debole per combatterli, loro prendono il pieno controllo e diventano quindi una parte di te. Non siamo noi ad adattarci, ma loro a prendere posto, e non hai troppa scelta: o ci convivi e li accetti o non riuscirai nemmeno ad accettare te stesso.
Da “Ho bruciato”: “Come sarebbe se ci fosse solo odio rancore e noi / Che siamo la guerra delle cause perse”. Non trovate che oggi, più di ieri, questi sentimenti siano dominanti, ma soprattutto amplificati? Dai social, dalla necessità di avere sempre un’opinione su qualsiasi cosa?
L’opinione su qualsiasi cosa esiste dal paleolitico, il problema è il metro di misura dell’opinione, l’importanza che gli si attribuisce quando si riceve o si dà. Oggi è come se tutto fosse fatto in maniera automatica. Noi siamo fatti per fare una sola cosa alla volta e molto lentamente, non si può interagire con qualcuno con una mano mentre si parla con altre mille persone al cinema sotto casa, bisognerebbe darsi delle regole in questo. Siamo scoraggiati e affrontiamo guerre create da noi stessi. E siamo destinati a perdere sempre.
Piazza Sempione: che significato che ha per voi e per la nascita della band?
È la piazza che ci ha cresciuti. Il luogo delle prime uscite, del confronto con musicisti più grandi di noi e con esperienza alle spalle, la voglia di essere bravi come loro se non di più. Nella fase adolescenziale la piazza ci ha aiutati a conoscere noi stessi e le nostre necessità…poi la band è stata una bellissima conseguenza ed esigenza.
Dite di essere appassionati di musica psichedelica brasiliana, da qui prendete il nome “Plaza”… raccontateci di questa passione insolita.
In realtà abbiamo poche influenze brasiliane. Ci siamo imbattuti nella discografia dei Boogarins, che sono una band pazzesca, e siamo rimasti folgorati, tanto da ispirarci a loro in molte canzoni: è stato bello sentire una band così lontana ma così vicina, e avere una vera fissa che non fosse la nostra musica.
Siete anche appassionati della musica di Seattle degli anni 90, ma non vi piacciono i Pearl Jam!!!Perchè?!?!
È una cosa molto soggettiva, la scena di Seattle è pazzesca: ovunque ti giri ci sono intere discografie super. Poi naturalmente con la morte di Layne Staley gli Alice in Chains hanno perso molto, ed è comprensibile. Ma quando penso “Va bene, ora mi metto ad ascoltare i Pearl Jam e provo a farmeli piacere”, dopo mezzo disco ricasco in altri gruppi e mi dico che non c’è storia. Scusa Eddie…
La band o il cantante italiano che vi ha influenzato di più?
Sicuramente nel percorso di crescita, dai 14 anni in poi, siamo stati segnati dai Verdena. Li veneriamo come dei, per non parlare di Battisti, specialmente le collaborazioni con Panella: è roba che tra 50 anni suonerà ancora futuristica.
Cos’ha la musica dei Plaza Sempione che altri non hanno?
Il rodimento di culo, a noi rode continuamente, siamo sempre arrabbiati, questa cosa ci caratterizza molto.
Ascolta qui “Ho Bruciato”: