Intervista: RAPHAEL GUALAZZI vi racconto il mio “piano”
“Ho un piano” è il titolo del nuovo album di Raphael Gualazzi in uscita il 7 febbraio per Sugar.
L’album è un viaggio musicale lungo 11 tracce che affrontano temi attuali come il culto dell’immagine, la superficialità della società, l’ambiente, l’immigrazione, ma anche l’amore e la libertà sociale, con un sound variegato che spazia dal pop all’elettronica, dal soul alla musica africana, con marcette da teatro-canzone e omaggi a Rossini, Demetrio Stratos, George Gershwin, Serge Gainsbourg e Mina.
SANREMO 2020
Al Festival di Sanremo 2020 Raphael Gualazzi sarà in gara tra i Big con il brano “Carioca”, un frizzante connubio tra atmosfere urban e cubane.
L’INTERVISTA
Abbiamo incontrato Raphael ecco cosa ci ha raccontato.
Raphael, sul palco dell’Ariston che calcherai in gara per la quarta volta, porterai il brano “Carioca”…
E’ stato il direttore artistico di Sanremo 2020 Amadeus a scegliere questo pezzo dopo che gli ho presentato il mio progetto. “Carioca” è un brano nato dalla collaborazione con il producer Dade e con l’autore Davide Petrella e ha un sound che rimanda alle atmosfere urban ma anche alla salsa cubana, in cui il pianoforte è protagonista grazie ad un accompagnamento montuno, cioè un andamento tipico del modo di suonare questo strumento non solo armonico ma anche percussivo. La musica, il ballo e un ritmo festoso sono a volte il rifugio piu’ piacevole per un cuore spezzato”.
Nella serata “Sanremo 70” dedicata alle cover canterai “E se domani” in duetto con Simona Molinari. Com’è nata questa collaborazione?
E se domani assieme a Nel blu dipinto di blu è secondo me uno dei brani più belli della storia della musica italiana. Partecipo’ nel 1964 a Sanremo cantata da Fausto Cigliano e Gene Pitney ma non ebbe un grande successo, quando la riprese Mina la trasformò in una hit. Per il duetto ho scelto Simona perché ha una poderosa eleganza nella voce e nella presenza scenica”.
Il titolo del disco, “Ho un piano”, si presta a diverse interpretazioni…
E’ vero. Nel titolo c’è una sorta di doppio significato, nel senso che senza pianoforte queste melodie non sarebbero mai nate, ma per piano intendo anche realizzare un progetto pianificandolo nei dettagli. Proprio come ho fatto con questo disco”.
Come mai hai scelto di collaborare con cinque differenti produttori?
Volevo fare un disco che non fosse soltanto jazz ma ma che avesse anche sonorità pop, urban, con rimandi all’elettronica, alla musica classica. Così ho scelto di avvalermi della collaborazione di cinque produttori, Dade, Mamakass, Stabber, Fausto Cogliati e Federico Secondomè, che mi hanno permesso di realizzare un progetto variegato a livello musicale”.
Tra le tracce c’è Italia che parla di un tema attuale come quello dell’immigrazione ma è anche un omaggio a Rossini…
Italià rimanda a riferimenti rossiniani ma allo stesso tempo ha un approccio lievemente satirico per affrontare un tema importante e attuale come quello dell’immigrazione. Dopo aver sentito alcune dichiarazioni fatte da politici italiani e internazionali che anziché collaborare per trovare una soluzione condivisa costruivano muri etici e politici ho pensato che tutti dovremmo prenderci le nostre responsabilità. Del resto anche noi in passato siamo stati emigranti. Ho deciso così di scrivere Italia e fare questo omaggio a Rossini sia per dare un tocco di leggerezza all’interno di un racconto importante, sia perché questo grandissimo artista ha fatto tanto per la città di Pesaro in cui ho studiato”.
Per noi fa invece parte della colonna sonora del film “Trash”…
Per noi è nata pensando alla colonna sonora del film di animazione “Trash” dedicato al rispetto della natura, al tema della deforestazione e dello sfruttamento intensivo. E’ importante far arrivare certi messaggi anche ai bambini. E’ stata una bella esperienza partecipare a questo progetto”.
Ad aprile porterai live il nuovo disco nei più importanti teatri italiani. Quali pezzi ci saranno in scaletta?
Canterò il 70% del disco “Ho un piano” insieme ad alcuni successi del mio repertorio e qualche cover. Quando si suona è bello variare la scaletta, si divertono di più anche i musicisti. Con me ci sarà una band di sette elementi, sarà uno spettacolo molto bello con la musica al centro”.
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