Intervista: SOLISUMARTE – Stranieri di un altro pianeta
Essere Solisumarte gli permette di osservare il mondo da un’altra prospettiva. E in questo periodo in cui la solitudine è spesso vista come una condanna, loro la considerano una cara amica a cui appellarsi per ritrovare la bussola.
Come pilota e copilota su un’astronave, Daris e Nicolas sono due ragazzi in perfetta sinergia: il viaggio verso Marte è è ormai iniziato, il cielo è nitido, la destinazione vicina. Nuova tappa del viaggio: “Luci Viola”, un singolo che parla di un percorso fatto di luci e ombre, in cui è importante non perdere mai di vista la rotta.
Come vi siete conosciuti e come avete iniziato a fare musica?
Il tutto è nato praticamente per caso. Abbiamo sempre fatto musica fin da quando eravamo ragazzini ed essendo entrambi musicisti, della stessa provincia, ci conoscevamo già da un po’ di tempo.
Il vero e proprio cambiamento è arrivato quando i nostri relativi progetti musicali, ormai solidi da anni, sono sfumati. Abbiamo quindi deciso di ricominciare e questa volta a modo nostro, trasformando quel momento di solitudine in ciò che oggi ci sta rendendo felici.
Meglio “soli su Marte” che insieme sulla terra, soprattutto di questi tempi?
Per il momento meglio soli su Marte. Questo piccolo concetto per noi è molto importante perché significa osservare il mondo da un altra prospettiva. La solitudine a volte può essere una cara amica, in determinati momenti delle nostre vite è stata fondamentale per poter rinascere e ripartire con la giusta attitudine.
Andate sempre d’accordo o ci sono momenti in cui viaggiate su binari – o astronavi! – diversi?
Saremo sinceri, molto raramente non andiamo d’accordo e quando succede sappiamo sempre trovare il giusto compromesso. Abbiamo la fortuna di avere caratteri molto simili e questo ci porta spesso a viaggiare sullo stesso binario.
Come fanno due menti diverse a diventare una canzone sola?
Sicuramente l’elemento fondamentale è l’intesa e la sinergia che si crea durante la fase di composizione.
Cerchiamo di comunicare il più possibile per trovare i giusti stimoli e capire qual è la direzione più giusta. Poi il resto viene in maniera automatica senza bisogno di parole o particolari ragionamenti.
2026, Elon Musk vi comunica che sarete nel dream team del primo viaggio su Marte. Cosa portate con voi? Potete scegliere solo una cosa a testa…ma poi ci tornate sulla terra?
Decisamente ci porteremmo dietro gli ingredienti per cucinare le polpette e la carbonara, andiamo ad insegnare ai marziani come si mangia. Noi sicuro non mangiamo il cibo degli astronauti a costo di sabotare l’intero viaggio.
Sulla terra alla fine ci torniamo sempre è proprio dalle esperienze vissute su di essa che scriviamo di noi.
Ci raccontate com’è nata “Luci Viola” e di cosa parla?
Luci Viola è nata in pieno periodo di quarantena, la distanza ci divideva da tempo e stavamo lavorando a distanza ad alcuni progetti che avevamo in sospeso. Quando Daris ha ascoltato questo beat è subito riuscito a trasformare in parole le emozioni e l’atmosfera suscitata dalla base. In fondo il brano racconta di una relazione che con i suoi alti e bassi va avanti, molte volte si percepisce già come andrà a finire, ma non si smette mai di sperare che le cose andranno comunque bene.
A me ricorda una versione più procace di Nanà Supergirl, ma chi è la ragazza della copertina del disco?
Beh qualcosa di comune effettivamente c’è! Di fatto la ragazza nella copertina rappresenta a pieno la frase “mi sembri straniera di un altro pianeta”. Ci piaceva rappresentare la bellezza in questo modo, spesso infatti è quando ci si perde completamente negli occhi di una persona che si scopre la magia e questi occhi neri sicuramente non passano inosservati.
“E riempirmi di colori nuovi che non ho”, cantate in “Luci Viola”. Che colori sareste, se doveste sceglierne uno e perché?
Come colori Nicolas sarebbe sicuramente nero, perché il metallaro che c’è dentro di lui non morirà mai, Daris invece dopo un periodo in cui il nero era sempre presente negli outfit ha cambiato completamente idea iniziando a vestirsi sempre colorato, dice che i colori addosso gli mettono il buon umore!
“Luci Viola” parla di una relazione in cui si percepisce un conflitto, che forse è quella tensione che spesso tiene in vita una relazione… è così?
Avete percepito correttamente, si parla di conflitti, sia con la persona a cui si vuole bene, sia interni.
Le relazioni sono sempre molto complicate: si sa da dove si parte, ma mai esattamente qual è il punto di arrivo. Il viaggio è segnato dalle emozioni che si provano, ma non solo, anche da tutte le preoccupazioni e insicurezze che guarda caso, non dimentichiamo mai di portarci dietro.
La vita ad oggi sembra senza colori, rispetto a prima. Sicuramente c’è meno musica, o comunque ce la viviamo in maniera più solitaria, che collettiva. Come vivete questo periodo di fermo forzato?
Lo viviamo come tutti, con alti e bassi. Sicuramente da un certo punto di vista, data la nostra passione, questo periodo ci permette di avere molto tempo per scrivere e comporre. Dall’altra parte mancano spesso gli stimoli, manca vivere per poi poterci raccontare. Non parliamo dei live, che per ogni musicista sono la parte sicuramente più emozionante, da questo punto di vista ci sentiamo veramente impotenti.
Progetti per il futuro? C’è un disco che bolle in pentola?
Sicuramente c’è molto materiale che bolle in pentola e il progetto del primo disco ufficiale è una questione che stiamo affrontando. Per ora vedrete sicuramente altri singoli!