Intervista – WRONGONYOU: Impareremo a volare restando fermi

On: 17 Dicembre 2020
In: artisti, news
By: Elena Rebecca Odelli
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In corsa per partecipare al Festival di Sanremo nella sezione Giovani, Wrongonyou.

Wrongonyou è una miscela di ispirazioni e influenze, con lo sguardo e l’orecchio inizialmente rivolti oltreoceano e sucessivamente aperti verso il grande cantautorato italiano. Sin da piccolo ascolta e si innamora del folk e di tutta la discografia di artisti come John Frusciante e i Bon Iver di Justin Vernon. La sua musica prende ispirazione dai suoi miti, creando un suono dotato di una forte componente emotivaed immaginifica, che con la sua voce di grande estensione e forza evocativa è capace di toccare le corde più profonde dell’animo di chi lo ascolta.

Lezioni di volo, il brano con cui si presenta, è il brano al momento più strinato tra quelli di AmaSanremo.

Come stai vivendo l’ansia?

Sto a Ospedaletti, un giro in bici per scaricare l’ansia. Appena rimetto i panni dell’artista è un altro conto, l’ansia torna e mi accompagna fino al casinò l’ansia.

Come nasce lezione di volo, come ti è venuta l’idea di partecipare a Sanremo?

Lezioni di volo l’ho scritto nel primo lockdown per fortuna mi è partita la penna, e in realtà in quel periodo ho scritto tutto il disco. Ho deciso di provare a partecipare a Sanremo con Lezioni di volo perché in quel brano c’è una frase “impareremo a volare restando fermi” che rispecchia il periodo che stiamo vivendo. L’idea di volare a livello di immaginazione, di spaziare con la mente, stando fermi, mi ha aiutato molto. Essendo un autore che scrive del quotidiano la condizione di immobilità mi ha creato qualche problema, per cui ho iniziato a immaginare, a mettermi nei panni di qualcun altro. Tra me e me, lo speravo. E’ arrivata la chiamata della Carosello per provare a proporlo a Sanremo e sono stato felicissimo.

Per questo andato controcorrente non usando slogan. Come ti sei approcciato a livello di scrittura?

L’ho scritto in modo spontaneo come ogni mio brano. Penso che meditare e macchinare un brano tolga la poesia. Ci tengo ad essere il più naturale più possibile, ho cercato di spaziare è stato capito e spero di poter portare a passeggio questo brano ancora per un po’.

La musica è condivisione. Cosa pensi di condividere con chi ti ascolta?

Non pensarci troppo prima di buttarsi. Il diritto più grande che abbiamo è la libertà e nessuno può bloccarci a terra. Soprattutto lezioni di volo è un brano che è per me un brano molto intimo ed è un altro modo di mettermi a nudo
Parti con un progetto in inglese torni con un progetto in italiano e resti su questa strada. C’è una differenza tra le scelte musicale intraprese.
La scelta della canzone in italiano è partita da me. Da italiano ho fatto il massimo che potevo fare in inglese, ho partecipato a parecchi festival europei tra cui il Prima Sound, ho fatto una vita da nomade. Mi sono reso conto che più di lì non salivi. L’italiano che canta in inglese non è visto molto bene. Mi ricordo che dopo un concerto in America, una persona mi ha chiesto una foto, complimentandosi quando gli ho detto che ero italiano ha lasciato perdere. A un certo punto ho voluto mettermi alla prova con l’italiano. Nell’arco di due anni si sono smosse parecchie cose, per cui mi sono accorto che devo fare ciò che sento. E’ una soddisfazione a livello personale. L’approccio alla musica è rimasto identico, ho avuto però qualche difficoltà iniziale con lo scrivere e il cantato è completamente o quasi diverso, sto ancora raffinandolo. Non vedo l’ora di pubblicare le canzoni nuove.

Quanto ci stai sperando di arrivare su quel palco?

Speriamo vada bene, che il brano venga capito anche dai telespettatori della prima serata. E’ il mio grande sogno. Fai conto che sono un grande fan di Elvis, non per il suo ciuffo o le ragazze, ma perché ha sempre cantato con un’orchestra. Voglio vedere che si prova. Interagisci con persone e già questo è un lusso, sentire tutta quella musica che ti spinge da dietro e ti da la carica di cantare ancora più forte.