Intervista: ZERELLA – Ascoltatemi con umanità

Intervista: ZERELLA – Ascoltatemi con umanità

“Se Dio Vuole” sembra una canzone scritta ieri. E invece ha visto la luce quattro anni fa grazie a Zerella, giovane cantautore che con grandissima sensibilità ha immaginato il viaggio fisico e spirituale di una persona in fuga, alla ricerca della libertà.

La propria casa può diventare una prigione se qualcuno impone il proprio pensiero con la forza e la sopraffazione. Sintomo che i cicli si ripetono, e che c’è ancora tanto da fare perchè un popolo non debba abbandonare tutto ciò che gli è caro per riprendersi quello che gli spetta di diritto: la libertà. “Se Dio Vuole” di Zerella suona come la colonna sonora degli ultimi fatti di cronaca. Si ha la netta sensazione di stare nella mente di una persona che intraprende un lungo viaggio. “Sono artisticamente lusingato dal fatto che la canzone risulti attuale, in quanto l’ho scritta quattro anni fa dopo un attacco chimico in Siria e da lì in poi mi sono lasciato trascinare dalle parole. La canzone parla di un viaggio che non è solo fisico ma anche spirituale, in origine il brano si chiamava “Inshallah” ma alla fine ho deciso di adattare il titolo in italiano”

Come mai hai scelto di dare voce a chi spesso una voce non ce l’ha? O meglio, non ha orecchie che possano ascoltarlo…

Perchè mi è venuto facile empatizzare con quella fetta di gente che migra e va via per non perdere la libertà. Sono spaventato dalle macerie dei palazzi che crollano, forse da irpino certe immagini terribili ti restano impresse nel DNA. (la mia città ha subito due distruzioni quasi totali prima nel ’43 con dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale e poi nell’80 a causa del terremoto).
Non so, mi è venuto naturale scrivere di dolore, macerie e viaggio.

Pensi che la musica, in questo senso, possa aiutare a riflettere e a sensibilizzare su alcuni temi? La musica non è solo svago, ma può essere anche un pretesto per pensare?

La musica dovrebbe sensibilizzare il pubblico. Anche gli artisti, però, dovrebbero schierarsi un po’ di più anche su temi che non siano gli “hot topic”. Si parla tanto ultimamente di femminismo e ambientalismo – due temi a me cari da sempre – ma che vengono trattati spesso come arma di marketing da molti miei colleghi e sempre facendo attenzione a coprirsi le spalle con le dichiarazioni; l’unica artista con numeri da capogiro che ultimamente vedo spendersi attivamente su temi simili è Madame, senza badare troppo alle critiche che spesso le sono piovute addosso dalla parte più stupida della sua fanbase. E infatti, pur non essendo un fan estremo del suo genere musicale e non avendo avuto il piacere di conoscerla, mi ritrovo a stimarla ogni giorno di più.

Come speri che venga accolto il tuo singolo?


Con umanità.

Zerella_cover_SeDioVuole

La cover di “Se Dio Vuole”, il nuovo singolo di Zerella

Cos’hai fatto di bello quest’estate?

Questa estate è stata molto particolare. Ho scritto poco e dal punto di vista musicale l’ho dedicata ad una registrazione in studio molto importante per me. Ho fatto praticamente zero vacanze, ma sono abituato così da sempre. Ho fatto sport, quello sì.

Suoni il basso. C’è un motivo particolare per cui hai scelto questo strumento?

Guarda, io nasco e resto fieramente un chitarrista acustico. La chitarra acustica è uno degli strumenti più adatti per scrivere canzoni e non sono certo io a dover spiegare il perchè basta leggere cosa dicono sullo scrivere brani alla chitarra mostri sacri del calibro di Paul Simon o Bob Dylan. C’è stato un momento nella mia vita, tra il 2014 e il 2015, in cui avevo smesso di scrivere canzoni e il basso è stato lì a salvare la mia passione per la musica.

Ho spiato il tuo IG, non ci sono molti post. Non ami molto i social?

In realtà li amo. Sono un po’ maniaco dell’ordine digitale e dopo un po’ archivio le cose più vecchie su Instagram; Facebook non mi da la possibilità di farlo ma meglio così, tiene a freno la mia social-dipendenza. Youtube è quello che mi piace di più, sono sbarcato da poco e con diffidenza su TikTok.

Com’è stata la tua adolescenza? Stavi bene nella tua città?

La mia adolescenza è stata travagliata, senza dubbio. Ho sofferto il non trovare una persona che mi completasse per gran parte del tempo. Ho frequentato il Liceo Scientifico più in vista della provincia, in una classe dove il 90% delle persone era borghese o alto-borghese o benestante e te lo sbatteva in faccia. Io ho sempre avuto la fortuna di non valutare la gente in base a quanti soldi avessero e questo mi ha permesso di fare amicizia con tante e diverse persone nella mia città al di fuori della bolla sociale scolastica. Non sento nessuno dei miei vecchi compagni di liceo, penso sia sintomatico di un’adolescenza difficile salvata dal Nintendo Wii e dalla musica (ecco il cliché!), naturalmente.

Sei cresciuto a plastilina, videogame e dinosauri. Ne so qualcosa. Sei una persona nostalgica?

Sono decisamente nostalgico e malinconico. Odio questo lato di me, lo trovo scioccamente autocelebrativo ma non riesco a staccarmi da quello che è stato il mio passato, poichè mi ha reso ciò che sono e penso sia giusto ricordarsi del proprio passato per lanciarsi in avanti. Mi sento spesso “con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro” come direbbe un gigante della musica italiana.

Il tuo videogame del cuore, il dinosauro preferito? E che forma prendeva la tua plastilina?

Sul lato gaming il mio videogioco del cuore è senza dubbio “Zelda: Ocarina of Time”. Il mio dinosauro preferito è sempre stato il brontosauro o come lo chiamavo da bambino il “collolungo”. Ah, Jurassic Park ha fatto parecchi danni da queste parti!
La plastilina prendeva forme buffe che riuscivo a spiegare solo io poichè non sono mai stato bravo dal punto di vista manuale e dei disegni.

Zerella2

Zerella2

E oggi che queste passioni, immagino, le hai lasciate alle spalle, cosa ti piace?
I videogiochi continuano ad appassionarmi, ho meno tempo per giocare e questa cosa non mi piace ma non posso cambiarla, è la vita. Ovviamente chi mi conosce sa che la passione che coltivo da autodidatta è quella dell’astronomia, amo guardare le stelle e mi appassiona tutto quello che riguarda lo Spazio. Volevo studiare Fisica all’università ma ho sempre pensato che non sarai stato capace di onorare quel percorso di studi dopo qualche disfatta di troppo al liceo. E poi, naturalmente, se potessi, andrei al cinema ogni giorno con la mia amica Matilde anche se a lei non piacciono gli horror.
 
Dopo il lancio di questo singolo cosa c’è all’orizzonte?
Ho già pronto qualche brano ma visti i tempi incerti in cui viviamo preferisco essere attendista e non spoilerare nulla.
 

Ami la poesia, ho letto. Ti va di condividere con noi cosa leggi?

Guarda, sono un lettore disordinatissimo! I libri di poesia li leggo in modo poco scolastico, saltando da una pagina all’altra e scegliendo cosa leggere in base i titoli o dall’indice. Fidati, non sono un buon lettore. Mi sono sempre piaciuti Prevert e Montale più di tutti anche se il primo amore è stato Baudelaire.

Ti ricordi un live particolarmente bello? Magari un concerto che ti è piaciuto particolarmente aprire?
Forse il concerto “meglio suonato” di sempre è stato fatto a Napoli un paio di anni fa, ma il più emozionante è stato quando ho aperto con la mia band il concerto dei Marlene Kuntz nella mia città. Ascolto i “Sonici” dal 2007 e poter condividere le dinamiche di palco con Cristiano Godano (una delle persone che più mi ha influenzato con la sua musica) è stato davvero bello; praticamente un cerchio che ho visto chiudersi davanti ai miei occhi.
 
WEB & SOCIAL
 
IG- Zerella (@zerellamusica)

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