LA RUA: La sincerità delle insicurezze. La libertà
Dammi un significato di libertà. Ecco forse metterei di fianco alla definizione la foto dei La Rua.
Una band dal percorso sempre ad ostacoli. Quello che hanno ottenuto, se lo sono suonato, diciamolo, a suon di ginocchia sbucciate da cadute, spintoni e No. Quanti No hanno preso? Tanti. Al momento al banco di prova con Nessuno segna da solo. Un Ep. Che poi banco di prova neanche mi piace come termine, ma anche in questo caso è il più adatto. Snobbati, senza alcun motivo, da gran parte della critica che al talent li aveva osannati. Hanno capito il peso specifico di quello che fanno, dando valore ad ogni brano, ponendo accenti, cambi di strada, testando i limiti, mettendo sul banco dei pegni le insicurezze. In un mondo meritocratico, dove lustrini e paiettes rivestirebbero un luogo marginale, i La Rua sarebbero una band da numeri uno sempre. Nel mondo odierno, forse, sono una delle poche realtà davvero controtendenza. Una di quelle che davvero sta facendo ancora gavetta, seppur non richiesta, che ancora deve dimostrare qualcosa, seppur quello che pubblicano di volta in volta, ha un peso specifico non indifferente. Quello della libertà.
Nessuno segna da solo com’è questo team- attitude che sembra scontata per una band, ma in soldoni neanche tanto.
Tutto intorno penso ci sia sempre un’ego-struttura per ramificata per cui ognuno deve essere meglio di qualcun altro. Siamo tutti presi da una corsa folle che vede al traguardo solo la solitudine. Noi come band, cerchiamo di mantenere l’idea di collettivo, famiglia musicale nel quale ognuno di noi deve oggettivamente fare dei passi indietro, però il prodotto finale non è raggiungibile da solo. Nessuno segna da solo è il finale di un lavoro che vede la mia scrittura insieme a Dario, Raina che ha affinato, prodotto da Dario insieme alla band che ha prodotto quasi in modo ossessivo, basti pensare che sono arrivati con a quasi cinque arrangiamenti diversi per brano. Elisa ha sposato alcuni brani, ci ha aiutato in Fin che il cuore batte e per motivi di insicurezza dove è entrata prepotentemente.
Siamo irruenti, in Finchè il cuore batte, un inno alla resistenza. I 90 sono una fotografia emotiva. Fantastico i desideri. Nessuno segna da solo è un inizio di un percorso ben delineato.
Mi aspettavo l’album.
Volevamo lasciare il pubblico spaesato.
Volevamo fare un rientro che non fosse immediato dando in pasto al pubblico tutto ciò che stavamo facendo. Diamo più importanza ad alcuni brani, ritorniamo con un passo in avanti, ci spostiamo di moltissimo da ciò che abbiamo prodotto sino ad ora. Il prossimo passo sarà pubblicare il sunto di tutte quelle canzoni che non abbiamo inserito. Ci sono tantissimi brani in cantiere.
Dare il giusto valore è anche andare contro corrente in un periodo dove le canzoni vengono prese e masticate in fretta. Un lavoro così approfondito era giusto valorizzarlo
Di solito in un disco si ascoltano davvero le prime tre canzoni se ci pensi, non volevamo disperdere nulla. Non vogliamo disperdere nulla. Abbiamo lasciato sedimentare questo brani
La resistenza e gli anni 90 come si incastrano?
È stato sempre il mio mantra, resistere è il mantra del progetto. Prendiamo bastonate da sempre.
Ci sono state tante situazioni positive però ci sono tanti No.
Il nostro più grande Sì sono stati tutti i No.
Gli anni 90 invece?
È una foto emotiva. Avevo 10 anni nel 94 ho un fratello di otto anni più grande di me.
I diciotto era un punto fondamentale nella vita di un adolescente, un miraggio. Gli anni 90 sono un mito. Avevo le cassette di sacchi. Quando mi sono trovato di fronte a questi fotogrammi mi son sentito dire molto sinceramente che belli sono i novanta, si andava verso un meglio, la percezione almeno. Vedo quella speranza, emotivamente le persone erano più felici.
Che peso specifico ha la libertà?
E’ una pietra che ti porta a galla.
Avete un attitudine libera. Vedo il duetto e mi chiedo cosa sia successo.
Sull’ orlo doveva vivere così. Perché non posso cantare scrivere e intervenire sul brano facendo cento passi musicali indietro?. Sono tutti atti di sincerità che possono portare critiche, lo abbiamo messo in conto. Stiamo abituando il pubblico d ascoltarci per ciò che facciamo e siamo. Non abbiamo limiti ognuno di noi può portare un arrangiamento senza sentirsi dire non è da La Rua.
Dall’altra parte abbiamo l’insicurezza. Lo spunto, la luce della candela in fondo al buio dov’è ?
Per motivi di insicurezza è una dichiarazione d’amore alle mie debolezze. Gli artisti non hanno spesso il coraggio di fare un passo indietro. Dici anche a te stesso di volertele fregare. La forza emotiva, incoscienza ci porta sempre a vedere quella luce. Per motivi di insicurezza è un atto di libertà, lasciarsi al pubblico, dire la verità. Spesso siamo inadatti e non abbiamo vissuto come avremmo voluto, non siamo stati sinceri o buoni con me stesso. Mi sono fatto condizionare. Sono solo maturato. A vent’anni sei il leone a trenta il leone che ha preso qualche bastonata. Senti il peso dei dolori.
Come si incastra l’Ep nei live?
Si incastrerà e lo abbiamo trovato insieme ad Elisa. Il live l’abbiamo costruito con lei. Siamo stati felicissimi, con lei riusciamo ad esprimere la nostra energia. Abbiamo cercato la potenza. Non ti annoi, c’è il sale scendi emotivo continuo.