Live report e scaletta – ULTIMO: un tour negli stadi non basta

Live report e scaletta – ULTIMO: un tour negli stadi non basta

Dopo 15 appuntamenti Ultimo arriva all’epilogo del suo tour negli stadi.

Il primo riconoscimento di cui si può fregiare è di essere stato l’artista italiano più giovane (classe 1996) ad esibirsi in uno stadio. Questo “record” anagrafico è stato mantenuto anche nel 2022. Lo “Stadi Tour” era infatti previsto già nel 2020, ma poi è stato rinviato per le noti motivazioni.

Un altro dato è che ben UNDICI sono stati i sold out, tra cui i due appuntamenti conclusivi a Milano (preceduti da quello forse un po’ più prevedibile del Circo Massimo di Roma, la data di casa). L’altro prezioso risultato sta nei biglietti venduti: 600.000.

A questi appuntamenti Nicolò Moriconi arriva con già un ottimo riconoscimento di pubblico: in pochi anni di carriera ha collezionato 17 dischi d’oro e 52 di platino, oltre a due partecipazioni al Festival di Sanremo (vincitore giovani 2018 e secondo nel 2019 tra i big). Da ricordare, a tutto suo merito, che Ultimo, Goodwill Ambassador UNICEF dal 2019, ha deciso di devolvere parte dell’incasso ricavato dalla vendita dei biglietti di ULTIMO STADI 2022 ai progetti di lotta alla malnutrizione e a sostegno di vaccinazioni, impianti idrici e servizi igienico sanitari in Mali, dove nel 2020 è stato per la sua prima missione sul campo.

Così in una calda serata milanese Ultimo sale sul palco dello stadio di San Siro per salutare il suo pubblico. Il palco è una doppia “U”: una in verticale, una in orizzontale con quest’ultima che corrisponde alle passerelle che entrano tra il pubblico e con delle corte “ali” laterali.

Si comincia

Occhiali da sole rigorosamente in faccia, cappellino al contrario, Ultimo entra in scena tra il boato del pubblico preceduto da un intro musicale tutta di bassi (che restano belli “gonfi” per tutto il concerto). Fin da subito si capisce la piega e la cifra del concerto. Nella prima parte Ultimo non si trattiene, corre sul palco, fa cantare e sognare il pubblico, vive con grande intensità la scena e il concerto. Nonostante (o proprio perché, come dirà lui steso) sia la data conclusiva del tour il cantautore romano dimostra tutta la sua passione, che vuol dire anche un grande rispetto per il pubblico, che sa come conquistare, come tenere e come coinvolgere. “Sono malinconico perché questo tour e questa data mi hanno dato molto e sta per finire, e oggi voglio dare tutto e godermela.” Così dice il cantautore in apertura della seconda parte del concerto. E infatti l’impressione è proprio quella che se la “goda tutta”.

Uno dei gesti più ricorrenti è quello del microfono verso il pubblico nel riuscito tentativo di coinvolgerlo (ma forse non ci sarebbe nemmeno bisogno di quel gesto peraltro ben eseguito). Lo stadio è tutto per lui, adorante, condivide ogni sua parola, sillaba e idea. C’è una forte comunanza “spirituale” tra palco e pubblico, che si rafforza ancor più quando con una camera in mano offre sugli schermi, il suo POV, la sua vista soggettiva.

Musicalmente lo show è potente, esplosivo, con suoni massicci, bassi potenti e un gruppo che dal punto di vista sonoro spinge parecchio e qualche assolo di chitarra fa capolino (sul palco due chitarre, basso, tastiere, batteria, piano e due coriste). Ultimo da parte sua, nella prima parte, accantona le melodie più facili dando anche spazio a qualche accenno rap.

L’acustico

Tutto cambia dopo circa un’ora quando la band si trasferisce su un’ala del palco e Ultimo (calice di rosso in mano) attacca un medley acustico in cui ovviamente la melodia è protagonista e il pubblico condivide le canzoni con il loro autore. Tutto diventa un enorme coro sulla spiaggia (come dice Ultimo) e lui canta fronte palco guardando il pubblico negli occhi. In tutto lo spettacolo, e ancor più in questa parte di medley, non c’è soluzione di continuità: i brani sono eseguiti in veloce sequenza. Per l’occasione acustica si rallenta, i toni si calmano, diventano più intimi e in alcuni brani si aggiungono anche la tromba e il violino.

Segue poi un’ulteriore parte di potenza (ancor più potente). Cerca di fare una diretta social con il telefono di uno spettatore mentre lo stadio intona “Sei bellissimo”.

La notizia: Ultimo torna negli stadi

Arriva a questo punto la notizia della serata.
“Per due anni siamo stati fermi” – dice Ultimo – “e ora mi sono accorto che questo palco è il posto dove voglio vivere. Ricordo nel 2019 il mio primo stadio a Roma lo avevo chiamato la ”Favola”, questa era la mia vita: un sogno. E così i sogni non si possono interrompere ed allora continuerò negli stadi anche nel 2023.” Saranno due date all’Olimpico di Roma (7 e 8 luglio) e due a San Siro Milano (17 e 18 luglio).

Si va verso la conclusione con la parte più intima del concerto, quella piano e voce che viene introdotta da un breve discorso in cui parla del valore del tempo, della voglia di rallentare la corsa, del successo e delle passioni. “Avrei fatto musica a prescindere da tutto perché è la mia passione, Vivete le passioni – Invita il musicista – io ho quella per il pianoforte. In questa parte del concerto – prosegue – mi sembra di tornare ai mie 14/15 anni, nella mia cameretta a scrivere canzoni. Mai avrei pensato che quella cameretta sarebbe diventata così bella, grande e piena di gente.”

E su un’ala del palco appare il pianoforte dove Nicolò attacca la sua musica piano e voce e violino e viola. Si torna ben presto però alla potenza sonora, con tanto di assolo di batteria degno di una rock band. C’è tempo anche per un lunghissimo giro tra il pubblico con tanti abbracci e saluti prima di un interminabile bis.

Un rito collettivo

In sostanza quello di Ultimo appare come un concerto molto partecipato, in cui il protagonista sicuramente mette al servizio del suo pubblico le sue canzoni che diventano patrimonio comune, condiviso e cantato in un rito collettivo che in occasioni come queste diventa condivisione. Un concerto in cui al centro ci sono le canzoni e da cui emerge la passione, la voglia di comunicare con il suo pubblico, che è coetaneo di Ultimo, perché è a loro che parla, ne racconta e condivide il mondo. Lo fa con un concerto che ha diverse sfaccettature e facce, tutte legate dal personaggio e dalla sua forza comunicativa. Di sicuro per viverlo fino in fondo, per goderlo occorre essere appassionati della sua musica, delle sue tematiche, del suo lato espressivo. Resta però la sensazione a prescindere dalla passione che lo spettacolo sia godevole e vivo, un’occasione per trasformare in energia la parte malinconica del protagonista.

LA SCALETTA

Buongiorno vita
Dove il mare finisce
Quei ragazzi
Cascare nei tuoi occhi
Il ballo delle incertezze
Poesia senza veli
Vieni nel mio cuore
Niente
Piccola stella
Ipocondria
Sul finale

Acoustic band MEDLEY
Il bambino che contava le stelle/L’eleganza delle stelle/Quella casa che avevo in mente

Non sapere mai dove si va
            Supereroi
            L’unica forza che ho
            Stasera
            Peter Pan
Colpa delle favole
Rondini al guinzaglio
Fateme cnatà
I tuoi particolari
Pianeti
Ti dedico il silenzio

Piano & Voce
            La stella più fragile dell’universo
            Giusy
            Farfalla bianca

Quel filo che ci unisce
            Tutto questo sei tu
22 settembre

Bis
Sogni appesi.

SCORE: 7,00

Recensione di Luca Trambusti per musicadalpalco.com (Clicca per leggere l’intero articolo)

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photo:  Francesco Prandoni

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