Live Report: Gazzelle
Bologna, 21 marzo 2019
Ha dedicato una canzone alla mamma (“Coprimi le spalle”), una al suo cane Rino (“Nero”). Di una (“Non sei tu”) ha detto che è la più triste d’Italia, su “Zucchero Filato” ci ha chiesto di divertirci da morire. Gazzelle è oramai parte integrante di quel gruppo di nuovi cantautori pop o indie pop o chissenefrega, “di cantautori” può bastare. E so che non avete bisogno di una lista, sapete già di chi parlo.
Ieri sera. Bologna, PalaEstragon, che arriva dopo qualche data e soprattutto dopo quella di qualche settimana fa al Forum di Assago (che voglio dì). Scaletta ben confezionata se pensiamo anche a “Greta” e “Balena” dell’album “Superbattito” (2017), quello del debutto. Pubblico di tutte le età (i più giovani davanti, of course) che era nel parco all’ingresso dell’Estragon già dal pomeriggio, un po’ come si fa per i grandi della musica che forse, da un po’ di tempo, hanno perso quella fetta di pubblico giovanile che migra sempre di più verso le “belle novità”.
Flavio (vero nome di Gazzelle) definisce il suo stile “sexy pop” e non c’è definizione migliore sia per la voce che per il timbro diventato riconoscibilissimo. E la band? Si vede e si sente il legame di Gazzelle con i suoi musicisti che ha presentato, uno per volta, alla fine di ogni pezzo.
Ma c’è una cosa che mi ha colpito su tutte: l’attenzione alle parole che canta (che era già palpabile dal disco, anzi, dai dischi) e ancor di più l’affetto del pubblico per quelle parole. Quel “sì, davanti a un bar” di “Tutta la vita” è così liberatorio che nella tua testa non puoi non immaginarti davanti al bancone del tuo bar preferito a bere gin tonic. Gin tonic, sì, come quello che ha bevuto ieri lui sul palco.
Tra le performance migliori quelle su “Meglio così” (che ha aperto il concerto), “Punk” (tra i brani migliori del disco, se la gioca con “Sbatti” e “Coprimi le spalle”), “Sayonara” (quella che l’ha fatto conoscere a una buona fetta di pubblico), “Tutta la vita” e “Nero”. Ok, sì, vi ho detto le mie preferite.
Insomma, bando alle ciance: uno dei live migliori tra quelli dei suoi compari della nuova scena pop, di quelli che per un po’ te li ricordi fino a quando arriverà qualcuno (e in questa primavera i live non mancano) a rubargli lo scettro. Se arriverà.
“Ciao regà”.