Live report- MICHELE BRAVI: Ricominciare dal senso della vita
Torna Michele Bravi con un live intenso e suggestivo.
Intenso. Così si può descrivere lo spettacolo di Michele Bravi ieri al teatro San Babila: immenso, disperato, vivido, acuto, appassionato, fisso, viscerale.
Michele ha trasportato l’intimità della sala attraverso la sua Nebbia. Un foglio bianco davanti agli occhi per immaginare, per pensare alla vita che vorremmo. Così senza grandi preambolo Michele ci porta tra le rime del suo viaggio più intimo che l’ha portato a perdersi e ritornare.
La scelta dei brani che spazia tra Chiavi di casa (Perché non mi è servito a niente rimanere solo E non è vero che il silenzio puó risolvere) a Edge of Glory (sono sul bordo della gloria e sono appeso a un momento di verità) non è casuale, ma pesata e misurata. Concentrato, attento, emozionato. Anche nella recita dei monologhi regalatagli a contornare un’esperienza che non è più solo un live, diventa un piccolo pezzetto di presente. Un presente, indicativo, a cui lui tiene. Un pezzetto di adesso, per ricordare domani.
Minimal, due pianoforti e una scala simbolo della caduta ma anche della risalita. Minimal anche nella scelta di lasciare tra le mani dei presenti un brano inedito Sulla fugacità della vita dei coriandoli, sulla capacità di godere dei singoli momenti, i film in bianco e nero, il vento.
Il silenzio irreale della sala colto solo a lasciarsi emozionare, si rompe tra lacrime veloci e le voci su Il Diario degli errori.
Michele è cresciuto, vocalmente, emotivamente e il concerto ti lascia così, con il peso di una realtà che hai solo immaginato, la nebbia si è diradata e oggi è un altro presente.