Live report – NEGRAMARO: Back to the Future [Info e scaletta]

I negramaro da ventidue anni insieme hanno trovato il collante per restare uniti. Ripartono dalle origini per questa prima data al teatro Arcimboldi di Milano, che per l’occasione si trasforma in un palazzetto.

I Negramaro si sono affacciati ufficialmente al mercato discografico intorno al 2000. Da allora la loro storia musicale è stata una continua e perenne escalation che gli ha portati a segnare una pagina nella musica italiana che all’epoca aveva pochi capisaldi musicali (Subsonica tra tutti) con cui identificarsi. Al di là dei brani nelle primissime posizioni, dei numeri da capogiro, I Negramaro da sempre sono stati il veicolo di una musica intelligente che deve sì dilettare ma anche far ragionare sul presente che ci circonda. “Sono solo canzonette” cantava Bennato ecco, fortunatamente no.

I Negramaro tornano sul palco e per farlo decidono la strada più difficile, il teatro. Difficile perché è facile sparare i volumi in cassa e aspettarsi che la gente salti in un palazzetto. Difficile intrattenere e toccare la sfera emotiva con una dimensione così intima come il teatro dove non ci sono elementi che possono distrarre, ballerini, incensi, animali da circo, schermi e luci stroboscopiche. A teatro sei tu, il tuo strumento, la tua voce e la tua anima messa alla mercé dello spettatore.

Il teatro è stato anche il modo di salutare in gloria il ritorno sulle scene di Lele (il chitarrista) che a causa del grave problema di salute, era stato assente l’ultima tournée della band salentina, una vita fa se si considera che di mezzo c’è stata la pandemia.

Il ritorno dicevo, non solo di Lele, ma il ritorno anche alle origini, mettendo in repertorio i brai che li fecero conoscere ai più come Estate, Tre minuti per l’occasione cuciti di nuove vesti. Si veda la versione a cassa battente in Fino all’imbrunire o in Ti è mai successo con annessa esplosione del pubblico restio a stare sulle poltrone e ben propenso a muoversi al tempo dei suoi beniamini, o Quel posto che non c’è in versione tra il Jazz e il blues. Timpani, didgeridoo e laser musicali annessi. Una band eclettica composta da grandi musicisti in primis e visto l’andazzo musicale degli ultimi anni non è mai scontato.

La band salentina è sempre stata in grado di prendere il volo musicale, rischiare, cambiare mantenendo quegli echi delle origini che han fatto appassionare i fan da tutta Italia e oltre. Una delle band più indie nel panorama musicali italiano. Il teatro sembra talora una sala prove lucidata e illuminata di tutto punto, altre volte in una enorme discoteca.

Il pubblico ascolta soprattutto quando Giuliano afferma, scevro da qualsiasi populismo e retorica

 “Non si può morire a vent’anni per una ciocca fuori posto e un velo messo male. Non può morire l’umanità. Noi siamo un piccolo veicolo. Vogliamo vivere e vogliamo che il pianeta possa vivere i suoi giorni migliori”

Il pubblico canta, il pubblico freme, scalpita e balla.

Dietro ogni concerto dei Negramaro c’è un grande lavoro, in primis di loro sei. E’ questo il segreto del loro successo? Sicuramente parte. Credo che la capacità di reinventarsi, esplorare e il grande talento di Giuliano e soci sia il modo di arrivare alla pancia delle persone. L’aver qualcosa da dire musicalmente ancora oggi dopo ventidue anni circa sia ciò che li rende una delle pagine in divenire del libro della musica italiana, che contiene nomi grandi come loro dopotutto.

SCORE: 9,00

LA SCALETTA

Contatto

La cura del tempo

Fino all’imbrunire

La prima volta

Per uno comeme

Meraviglioso

Ti è mai successo

L’amore qui non passa

Nuvole e lenzuola

Estate

Un passo indietro

Solo 3 minuti

Sei

Cade la pioggia

Quel posto che non c’è

Amore che torni

Parlami d’amore

Solo per te

Mentre tutto scorre

IL VIDEO

Foto: Lorenzo Villa