Live Report: SAVANA FUNK Feat WILLY PEYOTE: un esperimento riuscito [Info, scaletta e biglietti]
Prendi una band ad alto tasso ritmico, uniscila a un atipico rapper che ama le barre piene di contenuti e mettili insieme. L’esperimento può essere interessante; e così in effetti è.
Savana Funk e Willie Peyote, l’incontro
I Savana Funk, un trio multiculturale, è una band che ha luminosa “vita propria”, che meglio si esprime dal palco. La loro proposta è frutto di una grande contaminazione culturale e stilistica: world music, jazz, funk, afro beat, rock, qualche spruzzata di progressive e fusion si tengono per mano guidate da una chitarra incessante che corre in lunghissimi assoli, coadiuvata dalle tastiere, il tutto sostenuto da una pulsante base ritmica.
A Torino, in occasione della comune partecipazione a una manifestazione corale, nasce l’idea e la voglia di unire le forze con Willie Peyote, rapper di successo ma anche molto attento a tematiche sociali e che del proprio impegno non ne fa certo mistero.
Savana Funk e Willie Peyote, i pubblici
Nasce così questo tour di cinque date in cui le due realtà si uniscono, a volte si fondono e a volte si sorreggono. Il secondo appuntamento è nella “impegnativa” piazza milanese dove vengono accolti con molto affetto e curiosità. Il limite “tra i pubblici” è molto labile: non si capisce chi è lì per chi. Di fatto c’è una fusione corale di gente, attratta dalla curiosità, dai propri beniamini o semplicemente (in uno spirito milanese) dal fatto di essere presente a un evento, a un’occasione particolare che sicuramente, si sa a priori, sarà condita da buona musica.
L’inizio è affidato ai Savana Funk che mettono subito in campo un’esecuzione strumentale di oltre 10 minuti in cui mostrano la sostanza di cui sono fatti, unendo le loro anime stilistiche, mettendole tutte in bella mostra e scaldando a dovere il pubblico (già accaldato dalla temperatura del locale). C’è tanto ritmo, c’è tanta chitarra, c’è tanta gente che balla, impossibile stare fermi.
Willie Peyote scende in campo con gli inediti
Finita la prima “sfuriata” oltre alla musica arrivano le parole, curate da Willie Peyote. Il torinese unisce un repertorio di brani inediti, scritti appositamente insieme alla band per questo progetto e riletture del suo repertorio. I temi sono quelli cari al rapper, sono molto politici ma anche da “osservazione” della realtà. Tra musica e parole si torna agli anni ’90 al rap “Old School” dove le parole si fondono a una base realmente suonata, con una grande propensione al funk ed al ritmo in genere.
Nei momenti più “duri e puri” Willie ci fa tornare all’epoca dei Centri Sociali, quando le parole avevano un ritmo ma anche un significato, un valore di protesta e di rabbia. Tutto è pulsante, vivo, la materia è calda.
Se nel primo brano i Savana Funk hanno fatto i Savana Funk, con l’arrivo di Willie si mettono al servizio del cantante, asciugando la loro musica, esaltando la “sola” anima funk, quindi conservando in ogni caso ritmo e groove.
Wille si presenta con un inedito, parla e racconta i brani, prosegue con una mezza cover di De André, continua con altri inediti che parlano del senso di mancanza (partendo dalla non presenza del Wi Fi sui treni alta velocità) e tocca anche i temi della giustizia.
È in questi momenti che si capisce la portata dell’esperimento, in cui le due parti si uniscono ma non sempre si fondono. Succede sull’ultimo brano comune della prima parte, quando Willie ripesca dal cilindro il testo di “Giudizio sommario”, un brano del suo primo lavoro che come spiega il cantante è stato eseguito live una sola volta, in fase di presentazione del disco, e lo “appoggia” sulla musica di “Ghibli”. Alle barre di Peyote segue la parte strumentale della band (con il rapper che lascia il palco).
Nella terza sezione del concerto sono ancora i Savana Funk a riprendersi la scena, con una manciata di canzoni del loro repertorio, tutte strumentali e tutte nel perfetto stile della band. In questo punto il quartetto finisce di “arrostire” il pubblico.
Quando ritorna sul palco Willie Peyote, aggiunge altri inediti (tra cui la lenta e appassionata ”Wazina”, dedicata e ispirata dalla rivoluzione iraniana) e affonda le mani nel suo repertorio, coinvolgendo ancor più il pubblico, rendendolo partecipe dell’esperimento.
In fine i bis sono equamente divisi tra la band e l’intervento di Willie.
Esperimento riuscito
Esperimento riuscito, forse un po’ scollato in alcuni pezzi, che tuttavia riescono ad avere una loro forza. Scollato anche nel senso che la band in alcuni momenti scompare un po’ troppo, assorbita, coperta da Willie Peyote. Nella maggior parte dei casi però gli interventi dei Savana (non è corretto definirli arrangiamenti) danno nuova linfa al risultato finale sui brani già noti. Interessanti invece i temi delle nuove composizioni del rapper torinese, che libero da ogni vincolo può affondare le mani in territori a lui cari e più “militanti”, anche qui sorretto da una buona base musicale.
Per il resto la distanza tra le due realtà artistiche è grande ma riescono a trovare un terreno comune. A volte sembra sacrificarsi più la band che il rapper.
Comunque molto, molto interessante.
SAVANA FUNK Feat WILLY PEYOTE
26 marzo 2023
Santeria Toscana 31
Milano
SCORE: 8,50
Recensione di Luca Trambusti per musicadalpalco.com (Clicca per leggere l’intero articolo)
LA SCALETTA
1- Timbuktu Calling
2- Come non detto (Feat Willie Peyote)
3- Bombarolo (Feat Willie Peyote)
4- Frecciarossa (Feat Willie Peyote)
5- Come down (Feat Willie Peyote)
6- Dove tutto tace (Feat Willie Peyote)
7-La mia Futura ex moglie (Feat Willie Peyote)
8- Ghibli (Feat Willie Peyote)
9- Fuga da Goree
10- Lipari
11- Il ghepardo
12- the 20 (Feat Willie Peyote)
13- le chiavi in borsa (Feat Willie Peyote)
14- wazina (Feat Willie Peyote)
15- io non sono razzista ma (Feat Willie Peyote)
16- vodka (Feat Willie Peyote)
17- Che bella giornata
18- zahra + 600$ (Feat Willie Peyote)
IL TOUR
30.03 ROMA – Monk
31.03 RONCADE (Tv) – New Age
01.04 BOLOGNA – Tpo