NESLI “Vengo in pace” in un mondo in guerra il nuovo disco traccia per traccia
Nesli ha presentato alla stampa il suo nuovo album, “Vengo in pace” – Un disco che chiude idealmente la trilogia iniziata nel 2015 con Andrà tutto bene. Un percorso musicale alla ricerca di una serenità e di un equilibrio interiore passando attraverso il peggio di sé.
Tre titoli, Andrà tutto bene (2015), Kill Karma (2016) e Vengo in pace, nati separatamente, ma che hanno finito per dare un perfetto senso logico a questi ultimi quattro anni di vita del cantautore. Nesli ha attraversato il dolore, ne è uscito con le ossa rotte, ma ha preferito soffermarsi solo su quello che ha imparato. Ha deposto le armi, ma non ha smesso di combattere, semplicemente ha deciso di accettare che quello che non può cambiare non deve toccarlo al punto da influenzare troppo la sua vita
Oggi è un giorno di festa perché si pubblica un disco. Sono felice perché il concept del titolo è proprio quello che vivo adesso. Io “Vengo in pace” e mi sento proprio così. Il mio essere in pace e venire in pace. Questo lavoro quando non subisci pressioni, soprattutto quelle che non dipendono da te, è bellissimo… la pressione è una cosa inutile che ti devasta ed io, non so come, l’ho persa”.
Vengo in pace in un mondo che è in guerra. Io nel disco non voglio dare un giudizio. Io scrivo canzoni fatte di parole. Il mio lavoro sono le parole. La guerra è intesa proprio riferito a queste. La guerra è quella delle parole e dei continui attacchi verbali che i social e internet possono esasperare.
Ma che ne so è la canzone che è un bel riassunto del mio mondo musicale.
In questi quattro anni di attesa ho messo in gioco tutto. Ho cambiato musica, ho cambiato team, ho cambiato tutto. Ho fatto e distrutto mettendomi in discussione continuamente.Parlo di Italia con grandissimo senso di orgoglio. Innamoratissimo della mia terra: colore, odore e sapore. L’Italia ti vizia e io sono viziato dall’Italia e da tutto quello che ti offre.
La mano tesa è rivolta alla gente, a chi mi ascolta, a chi mi sta dedicando un po’ del loro tempo.
Anche per questo è stato naturale il ritorno ad un cantato fatto di quelle ritmiche serrate che lo hanno sempre contraddistinto, dove sono le parole a piegare la musica e adattarla al concetto e non il contrario. Vengo in pace è un disco in cui l’artista ha scavato così tanto dentro se stesso da presentarsi al pubblico come un uomo che, al primo appuntamento con una donna, sceglie di non abbellirsi mostrandosi per quel che realmente è. Un album che parla d’amore ma non nel senso convenzionale del termine, lo fa parlando alla società attraverso le proprie solitudini, comuni a molti.
Un tragitto musicale che parte con Nuvole e santi, una sorta di mantra onirico recitato che raccoglie insieme immagini apparentemente slegate tra loro ma che focalizzano l’attenzione su un aspetto importante di questo disco… i testi. Per dare vita a questo unico discorso musicale Nesli, affiancato dal suo produttore, Brando, ha lavorato senza sosta in cinque diversi studi di registrazione dando ad ogni canzone il giusto habitat. L’elettronica che ha contraddistinto i dischi più recenti del cantautore è ancora presente, ma sa stare al suo posto e si sposa perfettamente con le chitarre acustiche ed elettriche, chitarre che impreziosiscono diversi brani, come nell’assolo de Le Cose belle, senza mai essere invadenti. Il messaggio delle canzoni così arriva sempre chiaro e diretto attraverso la voce di Nesli, in primo piano, che ne esce rafforzata e non soffocata dagli strumenti.
Vengo in pace racchiude brani nati in momenti diversi e a distanza di tempo l’uno dall’altro. E così quest’unico discorso musicale passa attraverso uno dei momenti più difficili della vita del cantautore, (fotografato nel brano Le Cose belle), affronta a muso duro la consapevolezza della violenza che ci circonda in una storia di bullismo che viene raccontata in Immagini e diventa più intimo quando, in Ritornerò, affida ad un’ipotetica lettera ad una persona amata la maniera per esorcizzare la paura, comune a tutti, di restare soli. Un disco molto solido, senza alti e bassi, che percorre una linea retta e viaggia verso la luce, non è un caso che i brani di più recente scrittura come Ma che ne so, siano quelli più positivi, contraddistinti da una speranza che non è mai illusione ma consapevolezza… del resto Nesli lo canta nel brano manifesto dell’intero disco: non accettare compromessi è il compromesso più grande.
Quando siamo entrati in studio i pezzi ci hanno portato nella direzione che volevano. Chi ha lavorato con me non mi ha assecondato, hanno assecondato le canzoni…”.
NUVOLE E SANTI
Sarò sano e salvo…”
Un Intro parlato. Una sorta di mantra onirico che apre uno squarcio, quasi un portale emotivo, sull’intero disco.
VENGO IN PACE
Non accettare compromessi è il compromesso più grande…”
È il più recente tra i pezzi che hanno anticipato il disco. Per assurdo è il brano che più si discosta dalle altre canzoni eppure è quello che meglio lo rappresenta.
Una dichiarazione d’intenti in forma rock verso una pace che deve essere condivisa.
SEMPRE QUI
Ho capito che non è il soggetto ma la soggezione. Ho capito che non è perfetto ma è la perfezione…”
Il sound rock qui si contamina con l’elettronica per dare vita ad una canzone in cui Nesli torna ad analizzare un elemento costante nelle sue canzoni, il tempo che lo circonda e i cambiamenti che inevitabili avvengono dentro di noi.
VIVA LA VITA
Questa è la mia canzone e questa è la mia nazione cantano le persone, viva la vita…”
Qui è l’elettronica a farla da padrona in una canzone che richiama quasi lo stile di Stromae e che dimostra che si può avere un proprio stile, una propria firma musicale ben distinguibile, anche strizzando l’occhio alla modernità.
Per celebrare la vita, parola che rincorre spesso nelle sue canzoni, l’artista e il suo produttore, Brando, scelgono un pezzo ricco di Synth con la cassa in 4 e sfumature pop-dance.
LE COSE BELLE
Ricorda non chiudere gli occhi, se arriva qualcosa di bello, la paura ti guarda e ti blocchi, non vuole che tu prenda il meglio…”
E dopo aver celebrato la vita torna ad emergere l’altro lato dell’anima dell’artista, quello più cupo, ruvido e autobiografico. E torna prepotentemente in una canzone che racconta di un uomo ammaccato dalle botte della vita, quelle subite e quelle che ci infliggiamo da soli.
Nessun filtro per ammettere che, crescendo, si perde un po’ la speranza a volte, ma c’è sempre qualcosa per cui vale la pena lottare.
MA CHE NE SO
Ma che ne so la vita continua, l’ho scoperto alla deriva e qualcosa arriva…”
La canzone a cui il cantautore è più legato, lo squarcio di speranza per il futuro in un brano di matrice pop che racconta come a volte si è così abituati al lato oscuro della propria vita che quasi ci si rassegna o, semplicemente lo si accetta, senza sentire più la necessità di apparire migliori di quel che si è.
TROPPO POCO
Ho imparato, tutto quanto ha un prezzo, ma il valore delle cose ancora non lo apprezzo…”
La canzone d’amore per eccellenza in un disco in cui l’amore è solo una delle tante sfaccettature. Una dichiarazione scritta quasi come una lettera, ad un amore del passato. Nesli si interroga su quali siano e se esistano regole da seguire in amore, se c’è un modo per capire quanto una storia deve durare e quanto invece può durare… e forse a volte non resta altro che dirsi addio.
IMMAGINI
Ed ora lo immagini perché è la violenza che da sempre ci separa e la strada che facciamo soli non ci unisce…”
Un messaggio importante contro il bullismo, un racconto autobiografico essenziale e asciutto nel testo, perché di fronte a certi temi non serve esasperare, bastano poche parole mirate per raccontare il senso di solitudine e di inadeguatezza che cresce in chi è stato bullizzato.
22 GIORNI
Sono giorni da ricordare e poi da dimenticare e del male, del bene, le facce, le storie, sai dirmi cosa rimane?”
Torna protagonista il tempo. Parole che si susseguono veloci per descrivere i cambiamenti e quella ricerca che da sempre fa parte dell’essere umano… in una vita scandita dal tempo, deve esserci un segreto per riuscire realmente a dare valore ad ogni singolo giorno. Metriche serrate che ci ricordano che Nesli è stato il capostipite di una nuova forma di cantautorato rap che oggi riempie le playlist musicali.
RICORDERÒ
Ricorderò il momento in cui ci si divide in questa vita, ogni volta che si dice addio…”
Una chitarra elettrica apre il pezzo e diventa a sua volta voce narrante, come un grido malinconico che introduce il brano mettendo musicalmente in mostra il grande lavoro di produzione fatto sulle canzoni e la cura dei singoli dettagli.
La voce di Nesli è sempre in primo piano, poggia sull’elettronica, quasi dialoga con le chitarre elettriche e acustiche, ma è sempre protagonista.
MALDITO
È proprio vero che bisogna andar via per provare a stare meglio…
Ritmo serrato per lanciare un urlo di dolore, frutto della consapevolezza che a volte ci portiamo addosso retaggi troppo grandi per poter essere cancellati. Eppure quella stessa tristezza può diventare un’alleata quando si capisce che andarsene a volte non è scappare, ma semplicemente tornare a vivere.
Partirà il 21 marzo dal Largo Venue di Roma il “Vengo in pace tour 2019” di Nesli, tour che lo vedrà impegnato nei club più prestigiosi d’Italia: presenterà i brani del nuovo album, “Vengo in pace”, in uscita il 22 marzo (anticipato dal singolo “Le Cose belle”, attualmente in radio e disponibile su tutte le piattaforme digitali). Ecco tutte le date del tour (prodotto da Color Sound)
21 marzo – Roma – Largo Venue
29 marzo- Bologna – Estragon
31 marzo- Torino – Hiroshima Mon Amour
04 aprile- Napoli – Casa della Musica
05 aprile- Bari – Demodè
06 aprile- Catania – Land
11 aprile- Milano – Alcatraz
26 marzo- Bolzano – Teatro Cristallo
28 marzo- Firenze – Flog