Preview Video: GIULIA IMPACHE – “Occhi”
In anteprima su newsic.it la video premiere: Giulia Impache – “Occhi”.
Giulia Impache è un’artista che supera i confini di genere e linguaggio, intrecciando sonorità antiche e contemporanee in un percorso musicale unico.
Con il suo nuovo singolo “Occhi”, Giulia segna un capitolo fondamentale nella sua carriera: un brano che unisce influenze medievali, ninna nanne, folk ed elettronica, nato in un momento in cui «erano solo gli occhi a parlare».
“Occhi” è il brano con cui mi sono avvicinata alla musica antica e medievale. L’ho scelto come singolo perché rappresenta un tentativo di conciliare tutti i miei ascolti. Gli occhi cambiano, patiscono in silenzio, gli stessi occhi che io ho voluto.»
Ad accompagnare la musica, un video altrettanto evocativo, diretto dalla regista Luce, che descrive così la sua visione:
Il video sperimenta una simbologia intima, trasportata nei meandri della connotazione polisemica dello sguardo. Ninna nanne, litanie e iconografie sacre si intrecciano per creare una preghiera laica, un inno al nuovo sguardo, alla riscoperta di sé e del mondo.»
Abbiamo intervistato Giulia. Un racconto della sua sua natura ibrida, la centralità della voce nella sua ricerca e il legame profondo con l’arte, svelando sogni, influenze e visioni che rendono il suo universo creativo inimitabile.
IL VIDEO
L’INTERVISTA
La tua musica si mantiene lontana da etichette e generi, come se volesse sfuggire da definizioni fisse. Come descriveresti la tua “natura ibrida” e cosa significa per te esplorare senza limiti di genere?
Mi piace dire che il mondo è bello perché è vario. Credo che ogni cosa fatta con cura, ricerca e personalità possa essere stimolante.
Forse la mia salvezza è stata proprio questa: ascoltare senza pregiudizi e costruire un linguaggio che fosse autenticamente mio.
Alla fine, tutto è suono, e ogni suono può diventare musica.
Se potessi, abolirei i generi musicali: limitano la percezione della musica.
Ma riconosco che riorganizzare tutto senza di essi sarebbe una sfida immensa.
Hai dichiarato che il brano “Occhi” segna un nuovo capitolo nella tua carriera, dove si intrecciano influenze che vanno dalla musica antica al folk e dall’ambient all’elettronica. Come ti sei avvicinata alla musica medievale e come questa ha influenzato il tuo lavoro?
Amo profondamente il Medioevo. L’ho studiato a fondo dal punto di vista storico, artistico e, da qualche anno, anche musicale.
È un periodo ricco e affascinante, tutt’altro che “buio”. Lo trovo straordinariamente contemporaneo, capace di parlare ancora oggi a chi ha orecchie per ascoltarlo.
La voce sembra occupare un ruolo centrale nella tua ricerca, non solo come strumento melodico, ma anche come veicolo di espressione fisica ed emotiva. Come lavori sulla relazione tra corpo e voce nella tua musica?
Per me, voce e corpo sono un flusso continuo. Cerco di lasciarli liberi, senza ostacoli o costrizioni.
Scrivere e cantare mi permette di liberare pensieri e tensioni, trasformando le emozioni in musica.
Questo lavoro mi ha insegnato a percepire meglio il mio corpo e a tradurre ciò che mi circonda in suoni.
Il video di “Occhi” è ricco di simboli e riferimenti visivi che spaziano tra sacro e intimo. Come è nata la collaborazione con la regista e come avete costruito insieme il messaggio e l’estetica del video?
Con Luce abbiamo iniziato questo viaggio insieme: le ho affidato fin dall’inizio l’immagine del mio progetto.
Il nostro lavoro è una contaminazione reciproca, e condividere questa amicizia artistica è un grande privilegio.
Per “Occhi”, lei ha proposto un’estetica che intreccia sacro e intimo, ninna nanne e litanie, creando una sorta di preghiera laica.
Il video è un inno alla riscoperta di sé e del mondo, visto attraverso i suoi occhi.
Hai una ricerca visiva poetica, artistica e molto di impatto. Come si integra nella tua musica?
La mia identità sonora e visiva si alimentano a vicenda. Venendo dalla pittura astratta, immagino i miei brani come immagini evocative, aperte all’interpretazione.
Mi piace collaborare con artistə visivə che arricchiscono la mia musica con nuove prospettive.
Anche la moda è importante per me: grazie a Sarah Podestani, stylist che mi accompagna da tempo, ho trovato un modo di esprimermi attraverso i miei outfit.
Che rapporto hai con l’arte?
L’arte è stata il mio primo linguaggio non verbale.
Da bambina disegnavo fumetti e ho frequentato il liceo artistico e poi storia dell’arte all’università. È un legame profondo che mi accompagna in ogni cosa che faccio.
C’è un desiderio artistico che non hai ancora esaudito?
Suonare in Giappone.
Se dovessi definirti in terza persona, come ti descriveresti?
Giulia Impache è una musicista in costante evoluzione, sempre alla ricerca di nuove idee e collaborazioni.
Ama superare i confini e mettersi alla prova, costruendo un percorso unico e autentico.
Quando è stata l’ultima volta che hai fatto qualcosa per la prima volta? E soprattutto, cosa hai fatto?
Questa estate ho provato la seggiovia sul Gran Sasso.
Non avendo mai sciato, non mi era mai capitato. È stato magico restare sospesa nell’aria.
Cosa ti fa battere il cuore?
Ogni volta che vedo il mare.
Ultimo disco che hai ascoltato?
Guetto Star di Dj Lycox.
Il disco/canzone che hai ascoltato più volte nella tua vita?
Non so scegliere una canzone o un disco, ma posso dire che ho ascoltato i Beatles all’infinito!
Ultimo concerto che hai visto?
Arca al Club To Club.
Se fossi la direttrice di una rivista di musica chi vorresti che comparisse in copertina? E perché?
Julia Holter. È un’artista incredibilmente sensibile e in continua evoluzione.
Ascoltarla mi ha ispirato a scrivere uno dei brani del mio album di debutto.
WEB & SOCIAL
https://www.instagram.com/giuliaimpache/