Recensione: ANASTASIO – Atto Zero
Anastasio torna con un disco che non vive l’ansia delle classifiche.
Anastasio è un ragazzo poco più che ventenne, va ricordato, va sottolineato. Il perché è presto detto, se da una parte troviamo brani come Rosso di Rabbia (in gara al Festival di Sanremo) che risulta un tentativo sghembo di switch-musicale, Cronache di giovantù metese che fotografa il suo passaggio da bambino ad adolescente o ancora l’ironia de Il giro di Do per cui vent’anni sono un’attenuante, dall’altra c’è lo stupore degli intrecci di Atto Zero e de Il Sabotatore, la figura che Anastasio vorrebbe essere spaccando i confini e i margini di genere.
Anche musicalmente Marco Anastasio non si risparmia, passando alla old school rap, alla trap, sonorità che ricordano la black trap, l’elettronica, le canzoni chitarra e voce e anche approcci più rock. Tutto ruota, neanche a dirlo, intorno alla scrittura di Anastasio, dura e cruda, senza immagini altisonanti, senza riflettori della cappella Sistina o impianti di bassi pazzeschi.
Degna di menzione per l’incastro con il teatro è sicuramente Il fattaccio del vicolo del Moro, liberamente ispirato al monologo “Er fattaccio” del 1911 del poeta Amerigo Giuliani.
Score: 7,00
Tre brani da ascoltare subito: Il Sabotatore – Il fattaccio del vicolo del Moro -Atto zero
Quotes:
Vogliate risparmiarmi quantomeno quest’ultima umiliazione
Scioglietemi i polsi, almeno per adesso
Poi mi riammanettate quando verrà il processo
Sempre stato un uomo onesto, modesto, lavoratore
La mia mano così ferma nel battere il martello
È la stessa che al mio stesso fratello poi spaccava il cuore
Lo sa solo il Signore quanto pesa sto fardello
E quanto dice il giornale stamane è vero
Fatemi raccontare e vi giuro sarò sincero
La sera, quando tornavo dal lavoro, mamma era in soggiorno, bella
Che faceva la garzetta e che cantava tutto il giorno
Ma poi Gigi, mio fratello, cambiò di colpo
Si fece prepotente, non voleva darmi ascolto
Frequentava i peggio ambienti con la peggio gente
E quando ero assente veniva a fare il prepotente con mamma
Lui svuotava i cassetti e lei non diceva niente
Sempre calma, sempre buona, muta come una Santa
Eppure quando tornavo la sera era bianca come la cera
Taceva, più non cantava, pregava e piangeva
Le dissi, “Mamma quanto è vero Iddio
Se torna ancora non rispondo più manco del nome mio”
E mi disse, “No, per l’amor di Dio, Gigi non è più lui
È colpa degli amici, passeranno i giorni bui”
Se muore di crepacuore non ti saprò perdonare”
E lui mi disse in faccia “Io faccio quello che mi pare
Che ti piaccia o non ti piaccia”
E mi lasciò così senza nulla da dire
Tornai a casa, diedi un bacio a mamma e me ne andai a dormire
E c’era mamma che strillava con la voce rotta
Diceva “Gigi ridammi l’anello
Era di papà, ti prego, non ti compromettere con tuo fratello”
“Di mio fratello non mi importa un fico secco
Se vuole assaggià il coltello son qua che lo aspetto”
Embeh, fu un attimo, saltai giù dal letto e scesi giù in salotto
Me lo trovai con le braccia incrociate in petto
Mi guardò con il suo sguardo da reietto e mi disse “che vuoi?”
Voglio che te ne vai e che non torni più da noi
E che la smetti di fa il prepotente con gli amici tuoi
Che torni come prima, che ti cambi questa faccia senza fare storie
Senza che ci fai tanto il pagliaccio”
Prese un coltello lo mise dietro la schiena
Mamma urlava, spingeva, lo cercava di fermare
Ma lui le dà una spinta e continua ad avanzare e poi
Alza il coltello carica il colpo e sferra
Ma mamma si mette in mezzo dà uno strillo e crolla a terra
Gli saltai addosso con la foga di un leone, gli fermai la mano
Presi il coltello, glielo strappai, vidi tutto rosso e poi menai
Menai
Sarà mamma che passa, lasciatemi anda al funerale”
Tracklist:
1. Atto zero
2. Narciso
3. Straniero
4. Cronache di gioventù metese
5. Rosso di rabbia
6. Il sabotatore
7. Il giro di Do
8. Castelli di carte
9. VBBN
10. Il fattaccio del vicolo del Moro
11. Quando tutto questo finirà
Discografia:
2015 – Disciplina sperimentale (come Nasta mc)
2018 – La fine del mondo
Video:
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