Recensione: CAPAREZZA – “Exuvia”
Caparezza ha sempre inserito una forte componente rock nei suoi album, da “Verità Supposte” fino a “Prisoner 709” si sentono distorsioni e forti groove di batteria, ma con “Exuvia” il rapper di Molfetta si spinge oltre, raggiungendo dei picchi di heavy mai sentiti prima.
Il modo di fare rap di Caparezza è lontano anni luce da quello che si è abituati a sentire, ma questo lo abbiamo sempre saputo. Non c’è egotrip, non c’è malavita, ma troviamo tanta arte e cultura, raccontando le proprie emozioni attraverso libri, film, arte e fatti storici, che solo una persona di grande intelletto come Caparezza riesce a contestualizzare nella propria vita.
Exuvia parte con Canthology, un excursus della carriera di Michele che, guardandosi indietro, ti fa capire come si sente in relazione ai suoi vecchi brani. Più avanti troviamo brani su cui fa valutazioni molto severe sulla propria persona, ma poi arriva Campione dei Novanta, facendo capire che il suo rappare non ha mai avuto nulla a che fare con quello degli altri, definendo “robina” la nuova musica, che ha confronto i suoi primi testi sembrano quelli di Bob Dylan.
Non è un album facile Exuvia, al primo ascolto può risultare molto discontinuo, ma già al secondo si capisce la ricerca e l’attenzione che Caparezza ha impiegato per fare uscire un album che, come sempre, non ha deluso le aspettative.
SCORE: 8,50
TRE BRANI DA ASCOLTARE SUBITO
Canthology – Eterno Paradosso – Eyes Wide Shut
TRACKLIST
DISCOGRAFIA
2000 – ?!
2003 – Verità supposte
2006 – Habemus Capa
2008 – Le dimensioni del mio caos
2011 – Il sogno eretico
2014 – Museica
2017 – Prisoner 709
2021 – Exuvia
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