Recensione concerto – CARMEN CONSOLI & ELVIS COSTELLO: attenti a quei due [Gallery e Scaletta]
Lo aveva detto Carmen Consoli ad inizio concerto: “mettetevi comodi sarà una lunga serata”. Non aveva però aggiunto che sarebbe stata una bella, anzi ottima, serata.
L’incontro tra Carmen Consoli ed Elvis Costello, due artisti diversi tra loro, poteva sembrare un azzardo, un’operazione di facciata, invece si è rivelata di grande sostanza, regalando la magia della musica, una di quelle esibizioni in cui ci si riconcilia con la musica stessa che assume un valore assoluto, priva di ogni fronzolo, di ogni superfluo orpello che possa spostare l’attenzione. Lo si capisce subito entrando nel Cortile del Castello Sforzesco e guardando il palco: niente fa pensare al prossimo arrivo di un concerto rock. Non ci sono strumenti musicali, solo strumentazione tecnica, niente batterie, niente casse. E il perché lo si capisce quando Carmen sale sul palco.
La serata è divisa in tre set: il primo vede protagonista la sola Consoli, il secondo il solo Costello ed il terzo è “congiunto” con entrambi gli artisti e i loro accompagnatori.
Con grande puntualità si spengono le luci e Carmen Consoli con la sua chitarra acustica avvolge subito il pubblico. Una manciata di canzoni in estrema solitudine, voce e chitarra, in un’esecuzione che per la sua forza espressiva conquista subito il pubblico.
Il pubblico (e così sarà per tutto il concerto) è muto, nessuno parla e nessuno segue cantando, come se ci fosse un’attrazione magnetica verso Carmen, un magnetismo che impedisce anche ai cellulari di funzionare, cosicché si vedono pochi schermi luminosi accesi.
Al termine dei primi brani (l’ultimo “Fiori d’arancio” vede l’artista siciliana impegnata in un interessante assolo di chitarra acustica) raggiungono Carmen sul palco i suoi compagni di tour: il chitarrista Massimo Roccaforte e il violinista Adriano Murania.
La sostanza non cambia perché i due impreziosiscono ottimamente la performance della “Cantantessa” che esplora il suo repertorio con canzoni del passato e del suo ultimo disco. Arriva anche ad omaggiare con due brani in siciliano (cantati da una “madrelingua originale” come dice lei) la regina della musica popolare siciliana Rosa Balistreri (”Buttana di to ma” e “Rosa canta e cunta”). Dialetto che torna anche nella coinvolgente ”A’ finestra” con cui chiude il suo set.
Una performance intensa in cui la cantante siciliana spoglia le sue canzoni, le porta all’osso e affascina il pubblico.
Una breve pausa per un veloce cambio palco ed è il momento di Elvis Costello, accolto sul palco da un grandissimo applauso. Ad accompagnare il 69enne londinese Declan Patrick MacManus (Costello era il cognome della sua bisnonna ovviamente italiana) il pianista Steve Nieve. Finite le formalità di rito dei saluti Costello ci porta nel primo dei suoi diversi mondi sonori. Anche per lui, vista la ridotta strumentazione, sarà l’essenzialità a governare la sua esibizione. L’inizio è affidato a “When I Was Cruel Nr 2”, la cui versione originale vedeva un frammento vocale di Mina e qui resa in versione un po’ desertica e intensa per chitarra elettrica, piano e voce.
Seguono poi una manciata di canzoni del suo repertorio e anche Elvis viaggia nel tempo e nelle sue tante esperienze. Ci sono versioni voce e piano (“Talking In The Dark” “Accident Will Happen”, “I Still Have That Other Girl” scritta con Burt Bacharach e la movimentata “She”), voce piano e chitarra acustica (“Alison”, il Rock n roll di “Like Licorice On Your Tongue”e “Almost Blue”).
Ma Costello fulmina tutti con l’intensità della sua esecuzione voce e acustica di “Dio come ti amo” di Modugno, cantata in italiano, Un brivido percorre la platea.
Ma il live di Costello al Castello – scusate il facile gioco di parole, impreziosito da una bellissima super luna piena, regala anche un’altra perla: una versione di “Watching the Detectives” lunga e intensa con basso “in base” mentre tastiere/clavinet e chitarra elettrica dialogano tra loro. Un mare di applausi in conclusione.
Dopo quasi due ore di concerto arriva la terza ed ultima parte dell’esecuzione: quella in comune. Sul palco i due protagonisti accompagnati dai rispettivi musicisti. Questo è il momento più interessante della serata, quello “sperimentale” in cui i due repertori s’incastrano tra loro, così come i rispettivi idiomi si alternano e si scambiano. Elvis aggiunge strofe in inglese alle canzoni di Carmen e lei in italiano nelle canzoni di lui.
Molto attesa era la versione di “Cerco un centro di gravità permanente” che Costello canta in italiano con un ottimo arrangiamento anch’esso privo di tutte le sovrastrutture sonore dell’originale e che il musicista inglese conclude con una citazione di “Unchained Melody” che fa subito “Ghost” (era nella colonna sonora del film). La serata, dopo essere nuovamente passata anche per l’altra “B”, quella di Bacharach che connota Costello, con la versione di “Please Stay”, si conclude sulle note di “(What’s So Funny ‘Bout) Peace, Love And Understanding” firmata nel ’74 da Nick Lowe per i suoi Brinsley Schwarz. E su questa stupenda versione, pochi minuti prima della mezzanotte i due salutano il pubblico (impegnato in una standing ovation) e chiudono l’esibizione.
Quest’ultima parte del concerto è la dimostrazione che la musica non ha confini linguistici o stilistici, che nel suo nome si può trovare un linguaggio comune che è quello della bellezza e del cuore.
Emozionante.
SCORE: 9,00
Recensione di Luca Trambusti per musicadalpalco.com (Clicca per leggere l’intero articolo)
LA SCALETTA
Carmen Consoli da sola
Rockstar
Amore di plastica
In bianco e nero
Parole di burro
Fiori d’arancio
Carmen Consoli con chitarra e violino
Una domenica al mare
Pioggia d’aprile
Ultimo bacio
Geisha
Buttana di to ma/Rosa canta e cunta
Mio zio
Blunotte
A’ finestra
Elvis Costello
When I was cruel
Talking in the dark
Accidents will happen
Alison
Like liquorice on your tongue
Dio come ti amo/Almost blue
Watching the detectives
I still have that other girl
She
Elvis Costello e Carmen Consoli assieme
Le cose di sempre
All this useless beauty
Centro di gravità permanente/Unchained melody
Please stay
Pendio dell’abbandono
“(What’so funny about) Peace Love & Understanding”.
LA GALLERY
WEB & SOCIAL
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Photo: giovanni.daniotti