Recensione concerto: NEGRITA classicamente rock [La Scaletta]
30 anni di carriera da festeggiare con un lungo concerto con 30 brani in scaletta.
Così i NEGRITA hanno deciso di celebrare i tre decenni dall’uscita del loro omonimo disco d’esordio. La festa li vede protagonisti in un Forum di Milano (dove arrivano per la sesta volta in carriera) davanti a 10.000 persone (come dice Pau secondo il quale doveva essere una “festicciola”).
Dunque un successo non scontato ma sicuramente meritato. Dopo 30 anni di carriera avere una tale risposta significa che ancora adesso il pubblico crede in te, ha fiducia, sa quello che hai fatto ed evidentemente lo apprezza.
I Negrita non hanno niente da dimostrare, quello che dovevano mostra l’hanno ampiamente fatto in 30 anni di carriera, e allora possono “osare”, spingere sull’acceleratore e buttarsi con serenità, divertimento, sicurezza, credibilità e SENZA MALINCONIA tra le braccia del rock più classico, quello in cui le chitarre suonano forte, dove brani tirati si alternano a ballate, a momenti più “riflessivi” dove però non mancano mai gli assoli di chitarra affidati alle esperte dita (e anima) “blues” di Drigo.
Se Pau è un istrionico frontman (che sa tenere fottutamente bene il palco) niente sarebbe senza l’apporto compositivo ed esecutivo dei suoi due soci storici: Mac (perfetto alla chitarra ritmica) e Drigo che sconquassa il pubblico con la sua chitarra tagliente e precisa.
A loro volta i tre non sarebbero completi se non avessero le spalle coperte su cui appoggiarsi di un bassista profondo, un batterista giustamente potente ma non eccessivo, un “frizzante” percussionista e un discreto tastierista. Un settetto che, come tiene a precisare il frontman, suona per tutto il concerto, polemizzando un po’ con la tendenza attuale a non suonare dal vivo affidandosi a base o altri supporti elettronici (tendenza ormai evidente e strutturale).
Il vasto repertorio stilistico
Così come fatto nella loro trentennale carriera anche in questa occasione la band di Arezzo ha squadernato il suo repertorio, fatto di anime e periodi diversi, sempre comunque all’insegna del rock, declinato e soprattutto mischiato con altri stili, un risultato figlio per un certo periodo dei numerosi viaggi d’ispirazione della band.
L’inizio è una sparata tutta rock in cui i Negrita danno mostra di potenza musicale e di un buon livello di produzione, soprattutto per l’impianto luci. Segue poi il momento tributo al disco d’esordio da celebrare da cui però la band propone in sequenza solo tre brani (per quanto rappresentativi), tra cui l’immancabile “Cambio”. Tre brani che esplorano tutte le derivazioni: si va dalle sporcature funk di “Hey Negrita” (con le strofe che tendono al rap), il blues di “R.J,”, il rock d’autore di “Cambio” e la “ballata” “Lontani dal mondo”.
Si balla in una discoteca rock
Ma è la parte centrale quella più emozionante, quella in cui spingono sul ritmo (senza abbandonare il rock) mischiando il dub con il funk, facendo ballare con le braccia al cielo tutto il Forum che, per i salti, vibra come scosso da un terremoto. È la parte in cui resti senza fiato, impossibile non essere travolti da questa potente onda e ritrovarsi a “rotolare verso sud”. Brani che acquisiscono una rinnovata vitalità e freschezza sebbene abbiano ormai qualche anno. Di fatto è quell’anima pop dei Negrita che viene riportata in un contesto rock. Ottime “Bambole”, “Il libro in una mano”, “Radio conga” e “Rotolando verso sud” sono gli apici del concerto.
Essendoci la volontà di fare una festa (e così in effetti è stato) viene ridotto all’osso il momento intimo acustico. Sono solo due le ballate in cui il gruppo si raccoglie ed abbandona (parzialmente) l’elettricità lasciando spazio ad un’intimità unplugged e teatrale. È il momento di “Non torneranno più”, intenso brano dedicato ai tempi andati e agli amici che non ci sono più. Per l’occasione ricordano il musicista e produttore Carlo Alberto Rossi e il discografico Tommaso Cavanna, entrambi collaboratori della band e amici di lunga data. “Ma non è un funerale bensì la loro celebrazione” dice Pau.
Gli inediti
Nel ripercorrere la loro storia i Negrita pescano da tutti gli album (escluso il secondo), guardano dunque al passato (ma sia chiaro senza nostalgia … se non in “Sex”) ma sono in grado di gettare uno sguardo al futuro. Arriva allora il momento di suonare il nuovo singolo uscito poche ore prima di questo live celebrativo: “Non esistono innocenti” che Pau introduce con queste parole:
Sono canzoni incazzate, disilluse con parole che andavano dette. Sono dedicate a noi che abbiamo una visione del mondo diversa dagli altri”.
In effetti il singolo non fa sconti a nessuno e fotografa molto bene la situazione politico sociale in Italia. Pau parla al plurale perché anche il secondo singolo lo fa, con una maggior propensione rock ed una chitarra killer. “Nel blu”, titolo forse provvisorio – anche se le due parole sono citate spesso nel testo, è un inedito assoluto che arriva da quei brani a cui i Negrita stanno lavorando per il prossimo album.
La coerenza
In tutto il concerto i toscani non mollano un attimo, coerenti con la loro visione rock della musica (e della vita) dimostrano una grande credibilità, coesione, passione e lealtà. In cambio ricevono un grande affetto dal pubblico che vede parecchi ragazzi, nella fascia 30 anni, che cantano e partecipano con grande convinzione. Un ritorno dunque nei palasport per Pau e soci che lascia intendere che la band ha ancora voglia ed energie giuste e in quantità per proseguire. E francamente 30 anni sono tanti ma sembrano passati in un soffio. Certo il rock ha ora un appeal differente sul pubblico rispetto a quanto succedeva nei primi anni ’90, ma non bisogna darlo per defunto. E i Negrita lo hanno dimostrato., nessun funerale ma solo una grande festa riuscita e coinvolgente.
Punto e a capo. Ora si riparte
SCORE 9,00
Recensione di Marco Rumori per musicadalpalco.com (Clicca per leggere l’intero articolo)
LA SCALETTA
E intanto il tempo passa
In ogni atomo
Non ci guarderemo indietro
Ehi Negrita
Cambio
R.J.
Lontani dal mondo
il gioco
Provo a difendermi
Hemingway
Brucerò per te
La tua canzone
Bambole
Il libro in una mano e la bomba nell’altra
Radio Conga
L’uomo sogna di volare
Rotolando verso sud
Notte mediterranea
Che rumore fa la felicità
Non torneranno più
Magnolia
Il giorno della verità
Sex
Transalcolico
A modo mio
Non esistono innocenti
Blu
Ho imparato a sognare
Mamma Maè
Gioia infinita
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