Recensione concerto – NICK CAVE: un vortice di emozioni scaletta del live di Milano

Recensione concerto – NICK CAVE: un vortice di emozioni scaletta del live di Milano

NICK CAVE torna a Milano per l’unica data italiana del nuovo tour con un concerto molto atteso e tutto esaurito da tempo.

Gli ultimi due tour dell’artista australiano avevano dimostrato che i suoi concerti sono vere e proprie esperienze emozionali, e chi vi ha assistito non rinuncia a tornarci.

Il rock con le iniezioni di gospel e soul

L’atmosfera del nuovo disco però è in parte cambiata, Wild God è un disco più solare, e le iniezioni di gospel e soul nel rock torrido di Cave sono confermate anche nel live dove, oltre a una band perfetta, compare anche un coro di quattro voci prettamente black.

Lui entra sul palco già sorridente e con “Wild God” si trasforma in perfetto maestro di cerimonia, sostenuto dal coro delle quattro voci alle sue spalle che lo accompagnano nel finale travolgente a tinte gospel. Siamo solo al secondo brano della serata, e Cave è già in mezzo al pubblico, il cui contatto cerca poi per tutto il concerto, camminando avanti e indietro sulla passerella sopra le transenne, facendo segno di avvicinarsi, come se ci si potesse avvicinare più di così.

La vicinanza con il pubblico

In questo continuo correre dal palco alle transenne, Cave ritaglia anche alcuni momenti al pianoforte come per la toccante “I Need You”, la dolce “Long Dark Night”, la delicata “Joy” (“una parola così piccola ma così grande”, dice nel presentarla), l’acustica a tinte gospel “Cinnamon Horses” e la splendida “O Children” con il suo crescendo entusiasmante, iniziata al piano e finita tra le braccia del pubblico.

È evidente quanto il contatto col pubblico sia ricercato da Nick Cave, un contatto non solo fisico ma anche emotivo. Non rinuncia però ogni tanto a stemperare i toni, giocando col pubblico e guidando cori. È così che il finale della splendida “Conversion”, eseguita in una versione incandescente, diventa un gioco di call and response con pubblico (“stop! you’re beautiful”) ripetuto poi in più occasioni nel corso della serata.

Il nuovo disco ma anche il repertorio

In una scaletta che ripercorre quasi interamente il nuovo disco, hanno un loro spazio anche alcuni brani del passato, quello più torrido di Cave, come l’impetuosa “From Her to Eternity” cantata ancora una volta nel pubblico, la scurissima e indiavolata “Tupelo” e l’accoppiata finale dei capolavori “RedRightHand” e “TheMercySeat”.

Per la chiusura di concerto si torna al presente, con l’intensa “White Elephant”, un brano che parte nell’oscurità e si chiude con la luce in un’esplosione gospel, con il coro che raggiunge Cave sul proscenio per un finale entusiasmante.

Il bis si apre con “O Wow O Wow (How Wonderful She Is)”, doveroso ricordo di Anita Lane, già compagna di Cave nei Birthday Party e nei primi “Bad Seeds” a cui la canzone è dedicata, per tornare poi a due classici del passato, “Papa Won’t Leave You, Henry” e una magnifica e torrida “The Weeping Song”.

Tra le sue braccia

È la fine di un concerto entusiasmante, Cave saluta il pubblico e i musicisti della band che lasciano il palco, ma invece di seguirli si siede al piano per un ultimo regalo, una versione da solo di “Into my arms”, ascoltata in religioso silenzio dal pubblico.

Con un concerto dai toni gospel soul a volte quasi solari e momenti più oscuri, Nick Cave è riuscito anche stasera a trascinare il pubblico del Forum in un vortice di emozioni come pochi altri cantanti sono in grado di fare. 

SCORE: 8,00

Recensione di Giorgio Zito per musicadalpalco.com (Clicca per leggere l’intero articolo)

LA SCALETTA

Frogs
Wild God
Song of the Lake
O Children
Jubilee Street
From Her to Eternity
Long Dark Night
Cinnamon Horses
Tupelo
Conversion
Bright Horses
Joy
I Need You
Carnage
Final Rescue Attempt
Red Right Hand
The Mercy Seat
White Elephant

bis:
O Wow O Wow (How Wonderful She Is)
Papa Won’t Leave You, Henry
The Weeping Song
Into My Arms

WEB & SOCIAL 

https://www.instagram.com/nickcaveofficial/

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