RECENSIONE: COSMO – “La Terza Estate dell’Amore”
Cosmo è finalmente tornato con “La Terza Estate dell’Amore“, un disco celebrativo, una sberla in faccia a chi nega il valore più profondo del saper far festa e lo spirito di comunità, un progetto pensato per essere ascoltato ma soprattutto ballato.
La rivincita del 2021 passa anche attraverso Marco Jacopo Bianchi e la sua musica, un concentrato di suoni psichedelici e un vero e proprio punto d’incontro tra il clubbing, la world music e la forma canzone che lo aveva accompagnato nel precedente album: “Cosmotronic“. “La Terza Estate dell’Amore” vuole sancire un nuovo inizio: è un’invocazione, una possibilità, ma anche una necessità. Vale a dire il desiderio ardente di tornare a vivere e riappropriarsi del proprio tempo, dei propri spazi, dei propri sogni e dei propri desideri.
In questo senso, Cosmo sceglie di omaggiare due momenti cardine che hanno definito e segnato per sempre la storia della musica, così come la conosciamo: la prima “Summer of Love” del movimento hippy di fine anni Sessanta (Woodstock) e la seconda ondata a base di rave party che ha caratterizzato gli anni Ottanta. Dopo un anno e mezzo in balia della pandemia, con la conseguente chiusura di numerose realtà indipendenti italiane, lo stop forzato dei concerti, dei DJ set e delle performance teatrali; la necessità di socialità e di amore collettivo è diventata sempre più intensa.
Attraverso il suo Manifesto artistico, Cosmo ha voluto mettere nero su bianco la crisi dei valori della società contemporanea:
La pandemia e i provvedimenti per contrastarla hanno fatto a pezzi quelli che erano gli ultimi rimasugli di vita sociale, riducendola ai suoi minimi storici.
Ormai è chiaro: stiamo camminando sulle rovine di un sistema di valori che ha fallito e che deve essere spazzato via: quello dell’individualismo, della competizione, della crescita illimitata e del conflitto.
Ingiustizie, disuguaglianze, repressione e disastro ecologico sono i frutti di quel sistema.
La terza estate dell’amore è il manifesto di qualcosa che ancora non ha un nome.
Un corpo pulsante e desiderante che spruzza il suo sudore sull’etica del lavoro.
Un corpo erotico sbattuto in faccia al gelo di morte del capitalismo e della burocrazia, un ballo sulla carcassa di una società incapace di godere e di organizzarsi per essere felice. Una società che preferisce riempirsi di regole, leggi e divieti con lo scopo di individuare sempre un responsabile penale e parallelamente “mettersi in sicurezza”. Una società che mette il profitto davanti al coraggio e alla libertà e che ci vuole sempre più inoffensivi.
Nel suo nuovo disco a sfondo politico-sociale, Cosmo unisce la ricerca e la cura per i suoni ad una scrittura impeccabile. Se “Dum Dum“, traccia apripista dell’LP, ci introduce ai tre anni di sperimentazione ad opera del cantautore piemontese; il suo pezzo di punta è sembra ombra di dubbio “La Musica Illegale“, un concentrato di energia corredato da un ritornello potente e da un beat tagliente. Meritano una menzione particolare anche la tropicale (in tutti i sensi) “Mango“, l’incalzante “La Cattedrale“, la collaborazione (la prima da solista) con Silvia Konstance e la dichiarazione d’intenti (a cielo aperto) di “Io Ballo“.
L’album è stato presentato in anteprima con l’obiettivo di diffondere questa “terza estate dell’amore” in luoghi simbolo, di culto dell’arte e di aggregazione. Così, tra le affissioni fluorescenti sparse tra le periferie e i quartieri di diverse città italiane, la musica di Cosmo è diventata reazionaria.
Improvvisamente il 2021 è diventato il nuovo 1968.
SCORE: 9,00
TRE BRANI DA ASCOLTARE SUBITO:
La Musica Illegale – Io Ballo – La cattedrale
TRACKLIST:
DISCOGRAFIA:
2013 – Disordine
2016 – L’ultima festa
2018 – Cosmotronic
2021 – La Terza Estate dell’Amore
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