Recensione: DARDUST – “Duality” [Traccia per Traccia]
Un mondo sonoro composto da due lune: una elettronica, razionale, sperimentatrice e contaminata e l’altra classica, rilassata e virtuosa fatta di minimalismo pianistico. Un mondo che è il Dardust di questo suo nuovo disco “Duality”.
Un progetto doppio, monumentale, composto di 20 tracce. Dieci che rappresentano un emisfero e dieci che rappresentano il suo opposto.
L’ennesima visione del futuro di Dardust…
TRACCIA PER TRACCIA
— LEFT HEMISPHERE
Parallel 43
“Parallel 43” (il parallelo della città natale dell’artista, Ascoli Piceno) rappresenta per Dardust un ritorno alle origini ed è un brano con cui l’elettronica incontra il jazz e annulla le barriere di genere. E’ la partenza del viaggio.
Space Samurai
La fascinazione per il Giappone in questo disco è presente in molte tracce in maniera simbolica e visionaria. L’immaginario è quello di un Samurai che viaggia nello Spazio-Tempo alla difesa di nuove galassie e pianeti. È un omaggio all’italo disco degli anni Ottanta: il sound electro cinematografico di Moroder che incontra le colonne sonore dei Goblin.
Fluid Love
L’amore fluido nel senso più largo del termine è legato alla passione per la contaminazione degli stili musicali che va oltre le barriere di genere e di categoria. Il brano è anche un omaggio al Barocco ”disco” portato nel mondo negli anni Ottanta dai Rondò Veneziano.
We’re Ready To Shine Again
È un inno alla ricostruzione ispirato dal “Kintsugi”, la tecnica di restauro e riparazione di oggetti di ceramica rotti che vengono riempiti ed impreziositi da oro o argento liquido, enfatizzando le crepe per creare nuova bellezza e identità. “Siamo pronti per splendere ancora” anche con nuove cicatrici e ferite che diventano luminose e creano una nuova unicità.
Horizon in Your Eyes
Da un’antica leggenda giapponese, il Taiko, tamburo giapponese, ha il potere di dare gioia. Il suono di questo tamburo e la simbologia rituale dell’oggetto hanno sempre affascinato l’artista. La traccia nasce infatti da un beat realizzato con Chiara Codetta alias Khilibe e Tobia Galimberti del gruppo “Sanbiki no taikouchi” e dal flauto suonato da Enrico Gabrielli (calibro 35) che porta forza, riscatto e fede nel futuro dopo un periodo oscuro come quello che stiamo vivendo.
Per l’artista è la celebrazione del ritorno alla condivisione degli spazi, dell’energia dei live, della gioia.
Forget To Be
È un brano che esprime il concetto di dualità dell’album tra gli spazi armonici sognanti e le geometrie elettroniche. Si tratta di un’alternanza tra l’approccio intimista ed emozionale delle strofe e il beat asciutto e spigoloso nel drop: i contrasti possono convivere per trovare una nuova unicità.
Addó Staje feat. Tropico
Il contrasto tra il canto romantico napoletano e tradizionale di Tropico si unisce al beat di fascinazione Garage Uk. È un featuring del disco che sfocia nella prima outro insieme agli Studio Murena dove il sound si trasforma in organico riproponendo il tema della prima parte in versione “magica” e “sognante”.
The Whistle
Dardust è sempre stato affascinato dal dibattito sulle mille sfaccettature e declinazioni della simbologia del fischio: considerato volgare in alcuni ambiti, Ennio Morricone lo ha portato nel Western rendendolo iconico insieme ad altri suoni e “rumori” poco associabili alla musica. In “The Whistle” non c’è musicalità nel fischio, è un’oscillazione di un semitono, quasi perturbante, che si insinua per sfociare nel brano più “Rave” del disco.
Petals (Exterior Night)
E’ lo specchio di “Petali” in versione piano solo. Il brano piu minimale dell’Emisfero Elettronico. Nato con un arpeggiatore creato con il MoogOne è un flow libero ed emozionale, una primavera analogica che richiama le atmosfere sognanti dei precedenti album di Dardust e le fa incontrare con la fascinazione giapponese che ha guidato la stesura del nuovo album.
Hymn (Epilogue)
“It’s not Rock, it’s not Grass, it’s my personal rave”.
E’ l’Inno che collega concettualmente tutte le tracce elettroniche dell’album. Non ci sono generi o categorie, trend, epoche storiche o coordinate geografiche: è la pura voglia di contaminare. E’ il Gran Finale di questa prima parte. L’pilogo di questo viaggio elettronico libero e fuori dal tempo.
— RIGHT HEMISPHERE
Lucciole [Dalla Finestra]
Estate.
Il brano è un’ode all’impermanenza di tutte le cose. È ispirato dal film di animazione “Una Tomba Per Le Lucciole” di Isao Takahata.
Le lucciole nella cultura orientale rappresentano l’animo umano e sono un simbolo di provvisorietà, a causa della loro vita estremamente breve, che varia dalle due alle tre settimane.
Petali (Interno Giorno)
Primavera.
È il brano dell’album preferito dall’artista ed è collegato ad “Hanafubuki”, alla fioritura dei ciliegi e alla bellezza della loro impermanenza. La fioritura dei ciliegi dura due settimane, stesse impiegate per il concepimento dei temi di questo album. Il petalo dei sakura si stacca mosso dal vento creando una tormenta delicata che riflette l’instabilità dell’esistenza e la consapevolezza di fragilità, creando una magica malinconia tradotta attraverso l’uso di note semplici.
Nuvole In Fiore
Primavera.
“Nuvole In Fiore” fa parte della dimensione acustica di Dardust che racconta: “È stato il primo brano che ho scritto quando ho iniziato a lavorare al mio nuovo album. Il brano si ispira ai lavori di Joe Hisaishi, il compositore che ha realizzato molte delle colonne sonore dei film di Hayao Miyazaki, e rappresenta la rinascita della primavera. Dopo le nuvole nere di “Storm and Drugs”, nel mio nuovo viaggio le nuvole prendono colore e si avvicinano al realismo magico di Myazaki”.
Dono Per Un Addio
Inverno.
Il titolo “Dono per un addio” è preso da un haiku del poeta giapponese Matzuo Basho:
“Su un papavero bianco
l’ala strappata di una farfalla
dono per un addio”.
L’artista a riguardo si esprime così: “È un brano malinconico ma allo stesso tempo luminosissimo, scritto per mio padre dopo la sua scomparsa. La perdita di qualcosa è un dono, se simboleggia un rinnovamento. Semplice, scritto dal cuore, senza passare per il cervello, senza pensare ai tecnicismi pianistici, alle complessità del contrappunto o alle mille possibilità compositive”.
Hanafubuki (Attraverso La Tempesta Dei Fiori Di Ciliegio)
Primavera.
È collegato a “Petali” e ispirato all’esperienza dell’hanami, ossia la fioritura dei sakura. Nevica ma non fa freddo, perché i fiocchi sono gemme di velluto dei petali che cadono creando una tempesta magica. Accettare e attraversare la fragilità, il passare del tempo e la fugacità degli eventi ci renderanno più forti e vigorosi.
Komorebi (Luce Che Filtra Tra Le Foglie Degli Alberi)
Autunno.
Komorebi è la luce che filtra tra le foglie degli alberi, un momento breve, ma intenso, che esprime uno stato d’animo, una sensazione sfuggente come i raggi di sole che filtrano tra le foglie degli alberi di un bosco. Una sensazione magica, ma allo stesso tempo anche malinconica, che ci ricorda la provvisorietà e la mutevolezza costante di tutte le cose. Il raggio di luce che filtra dalle foglie indica un momento in cui l’anima è permeata dalla pace e dalla rinascita; da un cambiamento, quindi, in positivo per colui che la sperimenta.
Dune
Estate.
Il tema di “Dune” è nato mentre l’artista si trovava nel deserto di AlUla per un concerto svoltosi nello scenario unico di “Rainbow Rock”, dove l’assenza di inquinamento luminoso permetteva di vedere le stelle in maniera unica, vivida e incantata. Il titolo originale era difatti “Space Suite” ed era un brano diviso in varie parti. “Dune” è solo il primo movimento. Un’ode alla solitudine del deserto, alle sue dune morbide e alle stelle che le illuminano.
Stormi Di Origami
Autunno.
È un augurio di buona fortuna.
In una tradizione giapponese, fare mille gru di carta porterebbe fortuna. Secondo la leggenda, la gru è un uccello che vive mille anni. Ogni gru di carta rappresenta perciò un anno della vita di questo uccello. Dopo aver realizzato mille gru d’origami, il tuo desiderio sarà realizzato.
Nintai (Spada Nel Cuore)
Nintai è un concetto giapponese. Significa “perseverare”, “resistere”; anche con una spada conficcata nel cuore si può fare tutto quello che è in nostro potere mentre si attende la decisione del fato.
Inno (Prologo)
Inverno.
Dardust ha voluto chiudere il disco con qualcosa che non fosse esattamente un epilogo ma il prologo di un nuovo percorso. Come il film “Primavera, Estate, Autunno, Inverno… E Ancora Primavera”, il ciclo riparte, tornano le stagioni, ma mai nello stesso modo. Così vale per questo tema che è lo stesso di “Hymn” del Lato A del disco, ma che torna in piano solo; in una veste totalmente diversa viene elogiata l’irrepetibilità di tutte le cose.
SCORE: 7.75
DA ASCOLTARE SUBITO
Space Samurai – Addó Staje – Hanafubuki (Attraverso La Tempesta Dei Fiori Di Ciliegio)
DA SKIPPARE SUBITO
Assolutamente nulla. Immersione e decompressione inclusa…
TRACKLIST
DISCOGRAFIA
2015 – 7
2016 – Birth
2017 – Slow Is
2020 – S.A.D. Storm and Drugs
2022 – Duality
VIDEO
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