Recensione: DARDUST – “Urban Impressionism” [Traccia per Traccia]
“Urban Impressionism” rappresenta il quinto viaggio sonoro di Dardust, un’opera che non si limita alla semplice composizione musicale, ma esplora le profondità di un’estetica che sconfina tra musica, architettura e filosofia del moderno.
Anche per queste suo nuova installazione sonora Dardust sperimenta e abbatte i muri e i confini, della musica neoclassica/contemporanea e lo fa, come suo solito, unendo le arti e armonizzando i contrasti partendo da nuove fonti d’ispirazione.
L’ennesima sfida sonora virtuosa che a livello concettuale rappresenta una vera e propria sintesi capace di ricomporre le sue dicotomie.
Per comporre il disco ricerca, sperimenta e indaga. Da un lato, le geometrie architettoniche delle periferie urbane, dal brutalismo al post-modernismo, che in musica si traducono in espressioni genuine, forgiate senza il ricorso ad abbellimenti o artifici produttivi; dall’altro, le rapide pennellate dell’impressionismo pittorico, che si riflettono nel suo approccio alla composizione.
Dardust esplora nuovi scenari urbani attraverso viaggi e registrazioni di suoni nelle periferie di diverse città e lo fa prendendo a modello la capacità degli impressionisti di dipingere scene di vita moderna all’aperto rappresentando la realtà in modo soggettivo ed enfatizzando la percezione personale e immediata piuttosto che la precisione dei dettagli.
Tutto è nato da un’analisi delle strutture compositive di Brian Eno, Debussy e Steve Reich. Da lì ho trovato un mio linguaggio “minimale”, in cui il pianoforte continua a ricoprire un ruolo centrale” racconta Dardust:
Ho cercato di realizzare un album dalle atmosfere urbane e oniriche, attraversato dai suoni analogici dei sintetizzatori Moog One, Juno 66 e Take5, le ripetizioni del Godfather e dai campionamenti registrati negli spazi urbani di Parigi, New York e Londra. Mi piaceva l’idea di andare a colorare il bianco e nero delle nostre zone emotive come un pittore impressionista. Le periferie che si vestono di nuovi colori non sono altro che “i non-luoghi” della nostra sfaccettata sfera emotiva lasciati in disparte, i nostri traumi, le nostre ferite. Vulnerabilità che vanno percorse e indagate senza paura, per acquisire una rinnovata luminosità e plasmare una versione migliore di noi stessi”.
Con “Urban Impressionism”, Dardust ancora una volta non si limita a comporre musica, ma crea un paesaggio sonoro che dialoga con l’architettura, con le sue geometrie e le sue emozioni. Un tentativo innovativo e audace di restituire alla musica non solo il suo valore estetico, ma anche la sua capacità di riflettere, purificare e trasformare lo spazio e l’anima
TRACCIA PER TRACCIA RACCONTATO DA DARDUST
Urban Impressionism
“Urban Impressionism” è il brano che dà il titolo al disco e che cattura la mia visione onirica della città e della periferia. Fondendo il pianoforte impressionista con i suoni urbani elettronici, il brano trasmette un senso di anticipazione e risveglio. Questo omaggio a Debussy include un riferimento al suo stile. Inoltre, c’è anche una citazione di “Les jeux d’eaux à la Villa d’Este” di Liszt, un brano che ho studiato negli ultimi due anni e che è tra i miei preferiti. Al posto delle fontane d’acqua, il brano raffigura il flusso del traffico, gli edifici brutalisti e le prospettive dello skyline, creando così l’atmosfera del disco.
Mon Cœur, Béton Brut
Il brano simboleggia le nostre barriere emotive e i palazzi di cemento che costruiamo per proteggerci. La sezione pianistica “impressionista” riflette il nostro desiderio di esprimerci e di connetterci nonostante questi muri. Il video in bianco e nero, girato presso “Les Arènes de Picasso” a Parigi, è complementare alla musica. Nel brano si fondono ritmi glitch e minimali a un motivo di pianoforte ispirato ad “Asturias” di Albéniz, catturando la tensione tra la protezione emotiva e il bisogno di connessione.
Nocturne of You
A differenza di altri brani dell’album, “Nocturne of You” è stata scritta nel cuore della notte, un anno fa, dopo la fine della mia relazione. Prima di dormire volevo scrivere un tema che catturasse il senso della perdita e del desiderio. Quella notte ho sognato di comporre un pezzo e mi sono svegliato con l’urgenza di memorizzarlo e registrarlo. È un’ode all’amore finito, un dipinto del suo lato notturno. La profondità della notte amplifica le mie emozioni, dandomi una percezione sfumata ma intensa di tutto.
Impression, Skyline
Soggiornando a Manhattan al 12° piano, avevo una vista mozzafiato sullo skyline e sugli splendidi tramonti. Desideravo catturare questi momenti ma non avevo con me il pianoforte, tornato a Milano, ho composto a memoria, in modo simile all’approccio di Monet con “Impression, Sunrise”. Il brano traduce in musica la splendida solitudine che provavo ogni sera. È un’improvvisazione semplice e immediata che si fonde con elementi elettronici, uno schizzo lasciato intenzionalmente incompiuto, in cui le parti elettroniche e pianistiche si mescolano senza soluzione di continuità.
Alba (oil on concrete)
“Alba (oil on concrete)” contrasta con “Impression, Skyline” ed è stato il primo brano che ho scritto per questo viaggio. A Parigi, vagando per luoghi brutalisti all’alba, ho visto il magico colore arancione che si rifletteva sugli edifici di cemento. Quest’alba ha segnato l’inizio di un nuovo viaggio musicale. La luce del sole che colorava il cemento grigio ha ispirato il concetto dell’album: portare il colore al bianco e nero delle periferie. Come un pittore con la musica, ho tradotto questo concetto in musica, facendo nascere l’idea dell’Impressionismo Urbano, una sintesi di due mondi lontani.
The Art of Falling
Sono sempre stato affascinato dalle cadute. Le immagini di questo album mostrano un funambolo che sfida le altezze, senza paura di cadere. In questo brano, “cadere” significa lasciarsi andare, come in amore o nella creatività, richiede l’abbandono dell’ego e il fondersi con qualcos’altro. La crescita implica fiducia e caduta. Questo brano celebra la fusione dell’amore e l’idea che ogni caduta, anche se apparentemente negativa, è essenziale per comprendere gli errori, ricostruire e crescere nella migliore versione di se stessi.
Le Bolero Brutal
“Le Bolero Brutal” è stato composto sperimentando un dispositivo multi-effetto chiamato ‘The Godfather’, progettato dai geni italiani Luca Simone e Angelo Maffucci di ‘Enjoy Electronics’. Ispirato da ore di viaggio tra New York e Parigi e osservando i densi edifici suburbani creare geometrie in movimento, ho immaginato questo pezzo come la colonna sonora di quella danza. Il lavoro minimalista di Steve Reich, in particolare “City Life”, è un riferimento molto chiaro, così come lo è il suo minimalismo basato sulla ripetizione di loop e cellule melodiche.
Golden Cage
Ispirato alla “Gabbia d’acciaio” di Max Weber, questo pezzo rappresenta la mia fuga dalla gabbia dorata della fama e del successo come produttore pop. Mi sono visto come un “Siddharta urbano” che lascia il suo palazzo per trovare la realtà e la scoperta di sé. Fuggire dalla necessità del mondo del pop mi ha portato su un nuovo sentiero avventuroso, liberandomi dall’ansia dei risultati.
Vertige
“Vertige” è un divertente esercizio stilistico. A Parigi ho iniziato a frequentare il talentuoso pianista “Ze In The Clouds”. Abbiamo fatto jam session e improvvisato, ispirandoci a Debussy, Liszt e a un certo tipo di romanticismo. Insieme, abbiamo ambiziosamente puntato a creare un pezzo che racchiudesse due secoli di musica.
Danse (en plein air)
Un anno fa mi sono trasferito a Parigi, nel Quartiere Latino. L’appartamento aveva una grande terrazza sul tetto con vista sulla Ville Lumière, dove andavo con la mia tastiera. Ho iniziato a pensare come un pittore, dipingendo con le note lo skyline parigino, letteralmente “en plein air”, all’aperto.
L de la Nuit
L de la Nuit” è dedicato a ‘L’, che potrebbe essere chiunque di noi stia vivendo la fine di una storia d’amore. È un regalo d’addio, che segna la fine di un capitolo importante e l’inizio di uno nuovo. Ho pensato che questa musica potesse essere un conforto per la persona amata, un guardiano del sonno, per illuminare le ore notturne, la colonna sonora di un sogno.
Cobalto Love
Il blu cobalto è il mio colore preferito, amato dai pittori impressionisti per la sua vivacità e profondità. Lo usavano per catturare i cieli, l’acqua e le ombre, dando equilibrio e contrasto alle loro opere. Se dovessi immaginare una nuova storia d’amore, sarebbe in questo colore. Questo pezzo rappresenta il mio desiderio per me stesso e per tutti coloro che lo ascoltano: trovare un amore che evochi calma, tranquillità, creatività e stabilità.
Italian Rêverie
“Italian Rêverie” è un’opera sognante e contemplativa nata durante il mio soggiorno a Bologna per il ‘Duality Tour’. Affacciato su Piazza Maggiore, accanto alla casa di Lucio Dalla, la piazza deserta di notte mi ha riempito di un senso di gratitudine. Questo brano rende omaggio ai musicisti italiani che mi hanno ispirato, da Ottorino Respighi a Ennio Morricone e Lucio Dalla. È un brano semplice e immediato che, pur partendo dall’impressionismo francese, trova il suo cuore in Italia.
SCORE: 7.75
DA ASCOLTARE SUBITO
Urban Impressionism – Le Bolero Brutal – Danse (en plein air)
DA SKIPPARE SUBITO
Nulla…43 minuti di soavità
TRACKLIST
DISCOGRAFIA
2015 – 7
2016 – Birth
2017 – Slow Is
2020 – S.A.D. Storm and Drugs
2022 – Duality
2024 – Urban Impressionism
VIDEO
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