Recensione: DAVID GILMOUR – “Luck and Strange” 

Recensione: DAVID GILMOUR – “Luck and Strange” 

Una delle uscite più attese di questa seconda parte dell’anno è “Luck and Strange”, il ritorno in grande stile di David Gilmour.

Il nuovo disco di inediti, a distanza di 9 anni dal precedente, è l’essenza attuale di Gilmour, la sua visione di come fare musica.

“Luck and Strange” si apre in stile Gilmour, con l’inconfondibile assolo lento della strumentale Black Cat, prima di passare al lento blues della title track, pezzo costruito nel 2007 (registrato nel 2007 durante una jam in un fienile a casa di David) che vedeva la partecipazione del defunto Rick Wright all’organo Hammond e al pianoforte elettrico.
Il disco nel suo svolgimento procede senza troppi artifizi  nei classici territori sonori di Gilmour.

Sings è una ballata sognante che riguarda l’impossibile ricerca del rallentamento del tempo, supportata da una colonna sonora orchestrale alternativamente stordente e rilassante, mentre Dark and Velvet Nights presenta un groove discontinuo fino ad arrivare a Between Two Points, una cover di una canzone del 1999 del duo indie britannico The Montgolfier Brothers, cantata dalla figlia ventiduenne.

Il disco si chiude con Scattered, con il suo battito cardiaco alla Dark Side of the Moon.

Per le info tecniche, “Luck and Strange” è stato registrato nell’arco di cinque mesi tra Brighton e Londra e prodotto da David Gilmour e Charlie Andrew, con la maggior parte dei testi dell’album composti da Polly Samson, co-scrittrice e collaboratrice di Gilmour negli ultimi trent’anni. Oltre al lavoro “famigliare”, la voce e l’arpa di Romany Gilmour e i cori di Gabriel Gilmour, i musicisti che hanno contribuito a “Luck and Strange” includono Guy Pratt e Tom Herbert al basso, Adam Betts, Steve Gadd e Steve DiStanislao alla batteria, Rob Gentry e Roger Eno alle tastiere, con arrangiamenti di archi e coro di Will Gardner. 

Per chiudere e mettere la ciliegina sulla torta, l’immagine di copertina dell’album è stata fotografata e disegnata da Anton Corbijn, ed è ispirata a un testo scritto da Charlie Gilmour per la canzone finale dell’album Scattered.

Anche se la struttura del disco può sembrare un po’ simile in tutte le canzoni, con l’assolone di chitarra finale quasi a mettere la firma, è senza dubbio il miglior disco di Gilmour post-Floyd.

DA ASCOLTARE SUBITO

Luck and Strange – Between Two Points – Sings 

DA SKIPPARE SUBITO

Nulla. E’ un evento un disco di Gilmour ed è soprattutto una esperienza sonora! 

SCORE: 8,00

Black Cat
Luck and Strange – Voto 8,00
The Pipers Call – Voto 7,50
A Single Spark – Voto 8,00
Vita Brevis — 
Between Two Points with Romany Gilmour – Voto 8,00
Dark and Velvet Nights – Voto 7,50
Sings – Voto 8,00
Scattered – Voto 7,75
Yes, I Have Ghosts – Voto 7,50
Luck and Strange (Original Barn Jam)

I VOTI DEGLI ALTRI 

Uncut – Voto 9,oo
Mojo – Voto 8,00
Classic Rock Magazine (Usa) – Voto 7,00
Rolling Stone (Usa) – Voto 7,00

TRACKLIST

DISCOGRAFIA 

1978 – David Gilmour
1984 – About Face
2006 – On an Island
2015 – Rattle That Lock
2024 – Luck and Strange

IL VIDEO 

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