Recensione: DRAKE – “Honestly, Nevermind”
Ti svegli al mattino, guardi tra le nuove uscite e vedi che c’è il nuovo disco di Drake. Boom! Ti metti subito ad ascoltarlo. Avido, desideroso, quasi voglioso!
Lo ascolti e lo riascolti, lo ascolti e lo continui ad ascoltare…
Ritorniamo al disco. “Honestly, Nevermind” non è che arrivi proprio a ciel sereno. È il seguito di “Certified Lover Boy” dell’anno scorso, il settimo sigillo della sua stellare carriera.
Le avvisaglie dell’uscita sono arrivate in un post di ieri sera che dava come traccia del rebus: l’immagine della copertina dell’album e la didascalia: “7° album in studio”. Tutto qui!
Il resto trova concretizzazione in 14 canzoni per poco meno di un’oretta prodotte da Drake e dal suo team storico: Noah “40” Shebib, Oliver El-Khatib, Noel Cadastre, Black Coffee e Carnage.
Solo un feat. quello con il rapper Uk 21 Savage nella conclusiva Jimmy Cooks.
Lavoro con ogni respiro del mio corpo perché è il lavoro, non l’aria, che mi fa sentire vivo. È una merda davvero dannosa, ma è quella merda che alla mia mente perfezionista non importa perché nessuno sa cosa ho in mente quando vado a dormire alle 9 e mi sveglio alle 5, a meno che non lo dica in rima.
Così commenta Drake sulla sua pagina Apple Music per il nuovo album.
Una dichiarazione che trasuda tutta l’essenza del disco.
Falling Back è il primo pezzo. I suoni ci portano un po’ ai tempi di Passion Fruit. Il brano (c’è anche un video-film di oltre nove minuti dove Drake si sposa con 23 donne diverse) è super e parla di una relazione a senso unico che stenta a decollare.
Texts Go Green ha un ritmo bomba nella perfetta comfort zone di Drake e anche qui si parla di una relazione tossica dalla quale bisogna uscire.
Sticky è un pezzo profondo da club dove Drake cita un po’ di tutto. Da club è anche Massive che ha un retrobeat ossessivo che regge tutto il pezzo e si apre su un piano house anni novanta.
Questa visione quasi house si sente anche nella successiva Flight’s Booked.
Down Hill è in gran spolvero la classe vocale di Drake che si adagia su un beat dai sapori caraibici.
La cassa battente e una chitarra mex alla Santana è la centralità della successiva Tie That Binds.
Per concludere la trap Liability e Jimmy Cook con il feat. 21 Savage, forse uno dei pezzi più forti del disco!
Vado avanti ad ascoltarlo… Una super mina!
Drake non delude mai!
SCORE: 8,50
DA ASCOLTARE SUBITO
Falling Back – Texts Go Green – Jimmy Cook
DA SKIPPARE SUBITO
No, no, no… nulla!
TRACKLIST
DISCOGRAFIA
2010 – Thank Me Later
2011 – Take Care
2013 – Nothing Was the Same
2016 – Views
2018 – Scorpion
2021 – Certified Lover Boy
2022 – Honestly, Nevermind