Recensione: FIORELLA MANNOIA – Personale
Conobbi Fiorella Mannoia da bambina, grazie ad una canzone che mio padre metteva spesso durante i nostri frequenti viaggi in macchina , ai tempi in cui l’autoradio si usava con le cassette. Era “Pescatore” di Pierangelo Bertoli.
La voce di Fiorella Mannoia mi appariva strana. Non era come quella di tante altre cantanti, era più grave, profonda, dalle sfumature quasi maschili. Non ero mica sicura che mi piacesse, io che ero abituata a Cristina D’Avena. “Dimmi dimmi mio signore, dimmi che tornerà”, cantava. Ma chi doveva tornare? Chi era quell’altro uomo? E perché c’era tutto quel pesce?
Oggi ascolto “Personale”, l’ultimo album di Fiorella Mannoia, ripensando a quei momenti in macchina, in cui occupavo il tempo infinito del viaggio fantasticando sull’aspetto di questa donna misteriosa e in attesa. E la ritrovo, coincidenza incredibile, nelle sembianze di “Penelope”, protagonista dell’ incantevole brano scritto da Ivano Fossati. Per questo non posso che essere affezionata a Fiorella, anche se non si è mai creata una vera e propria connessione tra me e la sua musica. Resta il rispetto per un’artista che ha tentato di spiegare l’inspiegabilità di essere donna. Resta l’ammirazione per il fascino che sprigiona quando canta, resta la solennità con cui i suoi testi parlano della vita e dell’amore.
“Personale” si riferisce alla dimensione profondamente intima di questo disco, ma soprattutto alla necessità di esporsi come farebbe un fotografo con una mostra. Non è un caso, infatti, che Fiorella Mannoia abbia scoperto di recente quest’arte, scegliendo di dedicarvisi attivamente. Ogni pezzo del disco, infatti, nasce da uno scatto e ne diventa un’espansione naturale. In fondo, che siano musica o immagini, si tratta sempre di storie, “personali” appunto, vissute, sentite e raccontate come lei ha sempre fatto: senza mai lesinare sulle emozioni, anche quelle più scomode.
A Maggio partirà il “Personale” Tour dal Teatro Verdi di Firenze, che toccherà le principali località italiane fino ad autunno inoltrato.
Score: 7,00
Tre brani da ascoltare subito: Penelope – Carillon – Anna siamo tutti quanti
Quotes:
E non sarò un’artista
ma una femmina ottimista, si
non mi piace implorare
non mi metto in ginocchio
ma ho una grazia da domandare
ho una grazia da domandare
io proprio non lo sapevo
che l’amore fosse anche veleno
io proprio non lo vedevo che una barca qualunque lo portava via
me lo portava via
so curare le rose
aggiustare le cose, io so
poi aspetto il tramonto con gli occhi chiusi
alla distesa del mare e del mondo
accendo luci e canzoni
per continuare a sperare
ecco in altre parole mi potrebbe vedere
se pensasse di ritornare
se pensasse di ritornare
ecco a cosa mi serve
questo trucco sugli occhi
il respiro è tranquillo se una bocca lo bacia ma non c’è nessuno che mi tocchi
qui non c’è nessuno che mi tocchi
(Penelope)
Il peso del coraggio
Imparare ad essere una donna
Riparare
Smettiamo subito
L’amore è sorprendente
Il senso
Un pezzo di pane
Penelope
Resistenza
Anna siamo tutti quanti
Carillon
L’amore al potere
Creature (feat. Antonio Carluccio)
Discografia:
1972 – Mannoia Foresi & co.
1983 – Fiorella Mannoia
1985 – Premiatissima
1985 – Momento delicato
1986 – Fiorella Mannoia
1988 – Canzoni per parlare
1989 – Di terra e di vento
1992 – I treni a vapore
1994 – Gente comune
1997 – Belle speranze
2001 – Fragile
2006 – Onda tropicale
2008 – Il movimento del dare
2009 – Ho imparato a sognare
2012 – Sud
2013 – A te
2016 – Combattente
2019 – Personale
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