Recensione: FONTAINES D.C. – “Romance”

Recensione: FONTAINES D.C. – “Romance”

“Romance” è il disco più ambizioso dei Fontaines D.C. Lo dicono loro e lo confermo anche io.

Ambizioso e soprattutto maturo, diversificato e forse è anche il loro album più accessibile.

Le sue 11 tracce sono una stratificazione del flusso di idee e di intuizioni maturate dalla band in questi due anni. Il disco meno territoriale e irlandese che attraversa e racconta l’idea del romanticismo della formazione.

Abbiamo sempre avuto questo senso di idealismo e romanticismo.
Ogni album si allontana sempre di più dall’osservare questo aspetto attraverso la lente dell’Irlanda: in “Dogrel” era diretto, il secondo album “A Hero’s Death”parla di questo distacco, mentre il terzo “Skinty Fia” parla dell’irlandesità dislocata nella diaspora. Ora cerchiamo di capire dove e in cos’altro c’è da essere romantici”.  

Una visione dell’amore quando arriva la catastrofe, la fine del mondo. Un racconto quasi spirituale di questa narrazione estrema del romanticismo. 

Anche sotto il profilo sonoro la band si evolve e confeziona una particolare e unica gamma di indie-pop ricca di striature sonore che vanno dal nu-metal, all’hip hop fino alle orchestrazioni lussureggianti.

Il movimento creativo forgiato dai Fontaines parte con la title track che sembra quasi una marcia funebre e incornicia l’idea e l’essenza del disco intero. 

 Forse il romanticismo è un posto”, canta Chatten in modo seducente: “Per me/E per te

Una estetica shoegaze pervade alcuni brani (Motorcycle Boy e Sundowner), poi ci sono i synth distopici e tentacolari che danno quasi una sensazione wave. mentre, in altri momenti (Horseness Is The Whatness) sembra di scendere nell’oscurità dark con le chitarre e gli opulenti arrangiamenti d’archi che, mischiati con le pulsioni battenti, potrebbero essere uscite sia dai Korn quanto dai  Cure e si innestano sulle citazioni del vate ispirativo della band James Joyce 

Chatten troneggia più vibrante che mai con la sua voce cruda. Dal suo respiro nervoso e il canto pieno di sentimento di Starburster, passa al falsetto urgente e ai sospiri seducenti di Here’s The Thing. La sua voce diventa invece lacrimosa in Desire, mentre in Death Kink passa da narcotizzata a minacciosa mentre srotola i testi.

Il disco si chiude con la jangle-pop di Favourite, la perfetta chiusura leggera di questo quarto sigillo.

Forse dei dischi della band non è il mio favorito. Preferivo il post-punk la spregiudicatezza e l’ istintività trasudante di odore di birre e pub del debutto “Dogrel” ma senza dubbio questo “Romance” è il disco più evoluto, onirico e completo. 

Il segno di un punto di arrivo che colloca i Fontaines D.C. nell’olimpo dell’indie di qualità senza perdere però la loro oscura e imprevedibile visione del mondo.

Senza dubbio il miglior disco (finora) di questo 2024! Una botta energica in questo alienante e torrido agosto. 

DA ASCOLTARE SUBITO

Romance – Here’s The Thing – Horseness Is The Whatness 

DA SKIPPARE SUBITO

Non mi vieni da skippare proprio nulla … anzi! 

SCORE: 8,50

Romance – Voto 8,50
Starburster – Voto 8,50
Here’s The Thing – Voto 8,50
Desire – Voto 8,00
In The Modern World – Voto 8,00
Bug – Voto 7,50
Motorcycle Boy – Voto 7,50
Sundowner – Voto 8,00
Horseness Is The Whatness –  Voto 8,00
Death Kink – Voto 8,00
Favourite – Voto 8,00

I VOTI DEGLI ALTRI 

Nme: Voto 10 
The Guardian: Voto 10 
Spin: Voto 9,10
Uncut: Voto 8,00
Mojo: Voto 8,00
Pitchfork: Voto 7,70

TRACKLIST

DISCOGRAFIA 

2019 – Dogrel
2020 – A Hero’s Death
2022 – Skinty Fia
2024 – Romance

VIDEO 

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