Recensione: GIOVANNI TOSCANO -“Arrogantissimo” [Traccia per traccia]

Recensione: GIOVANNI TOSCANO -“Arrogantissimo” [Traccia per traccia]

“Arrogantissimo” è il primo album di GIOVANNI TOSCANO, il suo disco di debutto. 

Il primo album è un momento irripetibile e indimenticabile per un artista. Il momento della verità, quello in cui il suo tanto coccolato e sofferto prodotto creativo viene condiviso con il pubblico. 

La stesura di questo album mi ha accompagnato in un momento particolare della vita – racconta lui stesso – il momento di diventare grandi: l’ultimo anno di Accademia, l’abbandono di casa, il trasferimento a Roma, l’indipendenza, insomma imparare a cavarsela. 

Per Giovanni “Arrogantissimo” rappresenta tutto questo ed è il punto di partenza della sua arte. 

Un disco che riflette molto la sua passione per la musica e i suoi infiniti ascolti e riascolti.
Tra le sue reference tanti mondi diversi: dal cantautorato italiano, quello più classico e tradizionale al rock italiano con Vasco nella sua lista dei preferiti, ma anche la musica francese, ai Daft Punk, ai suoni sud americani fino ad arrivare alla via italiana dell’elettronica di Cosmo e dintorni. 

Nelle sue liriche c’è tutto quello che ama, la campagna, la solitudine quando ha un senso, la tristezza, gli amici e gli amori, reali o immaginari, poco conta.
Ma ci sono anche temi di genere e odio per il divertimento stereotipato del fine settimanale.

Spero che a qualcuno possano piacere, magari così un pomeriggio ce lo sfanghiamo insieme, immaginario o reale che sia».

Poco “Arrogantissimo” ma molto concreto, spontaneo e talentuoso! 

Buono il debutto Giovanni! 

TRACCIA PER TRACCIA 

Che vita è
Che vita è nasce come canzone omaggio a Vasco. Strizza l’occhio al rocker di Zocca anche nelle tematiche. È il brano incisivo ed energico che apre il disco di Giovanni Toscano, quasi a dichiarazione di intenti nella sua visione della vita. Si sente la disillusione, la brevità dell’amore, la mancanza di senso. Racconta una breve storia d’amore, iniziata sotto i migliori auspici e stroncata sul nascere. “La festa è appena cominciata, è già finita”. Eppure può continuare, perché la vita è una festa che continua. Si respira l’energia di un ragazzo che trova il senso nei suoi racconti.

La nostra estate
Questo pezzo parla di amicizia. Giovanni Toscano omaggia i suoi amici e quello che fanno insieme d’estate. L’estate pisana comincia quando la città si svuota dei fuori sede e tutti i vecchi compagni tornano alle loro famiglie. Una gita in barca, un pranzo che diventa cena, una festa in campagna sono solo pretesti per stare insieme. Per non pensare al tempo che passa, la vita si blocca in un limbo di gioia e malinconia. Quando la vita riparte possiamo contare almeno sui ricordi. Come le sue campagne questo pezzo ha una sonorità più acustica, un basso che ricorda un contrabbasso, le chitarre classiche a tenere il ritmo e i violini che fanno il verso al ronzio discreto della natura.

Arrogantissimo
È il racconto di un sabato sera qualsiasi, una storia cantata per sensazioni, quando gli incontri si mescolano ai bicchieri vuoti. A parlare è un ragazzo che si invaghisce di un altro ragazzo, probabilmente eterosessuale, che gli dà corda per poi però tirarsi indietro a fine serata, con la scusa di aver bevuto un po’ troppo. Altri pensieri, altri sguardi da evitare. Giovanni Toscano firma un brano contro il weekend e quella necessità di doversi divertire a tutti costi, partendo dalla chitarra del suo coinquilino in una stanza poco arredata nel centro di Roma. Grazie all’incontro con Rootsie lo avvolge di atmosfere latine e francesi con tocchi di elettronica, lasciando che le chitarre classiche protagoniste di un racconto di immagini e suggestioni sfumate che rendono il brano la titletrack dell’album.

Amore mio
Amore mio è una ballata nata dall’urgenza di Giovanni Toscano di raccontare un amore che non esiste, perché mai cominciato. Scritta dopo un due di picche, unisce pensieri e dispiaceri che convergono in un giro di chitarra acustica. Nata per far esistere quello che non c’è, caratteristica della poetica di Giovanni Toscano, unisce tutti gli elementi ricorrenti delle grandi canzoni d’amore: la notte, il volo, l’unicità, la bellezza del sentimento più cantato. L’orchestra che supporta i ritornelli è amorevolmente ispirata ai brani sentimentali di Bruno Lauzi e Luigi Tenco.

Congolè
Pezzo romano scritto nel 2021, dove le influenze cambiano e si sente l’amore per Vasco Rossi. Parla di un incontro con una ragazza, in chiave erotica. È la canzone più sensuale che abbia mai scritto, sotto l’influsso del caldo di agosto. Congolé non vuole dire niente, è il suono che più si adatta al giro di chitarra usato nelle improvvisazioni tra amici. È musica, che diventa una storia, e risuona.  

Anna
Un brano intenso e importante. Anna parla di violenza. Una vittima di violenza non dovrebbe mai essere colpevolizzata, per quanti “sì” siano stati detto conta solo in “no” finale. Come provare a parlarne, come confortare? Giovanni Toscano non lo sa, ma questa canzone suona come un lamento e una carezza. Le note ossessive della chitarra classica suonata come un mandolino sono un pungolo nella coscienza di chi ascolta, i cori a bocca chiusa sono un lamento a denti stretti.

A volte
È una canzone chiaramente ispirata ai pezzi di Ivano Fossati, il suo cantautore italiano preferito, insieme a Lucio Dalla. Scritta alla fine dell’Accademia di recitazione, quando avrebbe voluto congedarsi dalla sua ragazza, senza riuscirsi, parla di quegli amori che ormai si sono trasformati ma che è difficile lasciare andare. L’amore resta amore, ma cambia e Giovanni Toscano in questo brano canta quella trasformazione, di un sentimento quasi fraterno in cui manca l’aspetto passionale e carnale. E così fa male. Il sound della marcia, accompagnato dal rullante, segna la fine, il momento in cui ci si congeda dall’amore.

Giornataccia
Un brano nato in studio di registrazione a più mani, nel primo esperimento di incontro con altri autori, uscendo dalla comfort zone di un cantautore che ama scrivere da solo o in sinergia con i suoi amici musicisti. Giornataccia parla di una brutta giornata conclusa con una bella litigata. Nella sonorità si mescolano i Daft Punk e Pino D’Angiò, o almeno questo è stato l’intento.

Malinconia
Forse uno dei pezzi a cui Giovanni Toscano è più legato. Sembra che parli d’amore per una ragazza e invece è l’amore per un gruppo di persone che ha conosciuto quattro anni fa, ad agosto, sulle alpi Apuane. Quarantenni che si riuniscono ogni anno nello stesso rifugio, per celebrare un amico, morto suicida dal punto più alto del monte Pania, a ridosso del suo compleanno. Toscano scrive in pochissimo tempo, il giorno dopo l’incontro, finito con una sbornia alle 4 del mattino, distrutto dalla malinconia. Batteria, chitarra, i Negrita come reference. Il suo pezzo più rock.

Stasera 
Le influenze sudamericane accompagno la ritmica di un brano che trasporta immediatamente in un luogo onirico d’altri tempi e altri spazi, con la voce inconfondibile del giovane cantautore che riempie lo spazio musicale come uno strumento a sé. Un brano in cui la solitudine non deve fare paura e i pensieri non hanno più senso di rimbombare nella testa. Una riflessione su quanto l’uomo abbia bisogno di riempirsi di attività per non sentirsi solo, di come ci sia sempre bisogno di qualcosa da fare, di persone da incontrare, ma anche l’amore, a volte, possa diventare un palliativo. E allora forse è arrivato il momento di ballare e non pensarci più, riempiendo una pista che ha il sapore di balera metropolitana, in cui ci si incontra, ci si libera. E non ci si pensa più.  Nata nel periodo di transizione tra Pisa, città in cui è cresciuto e Firenze, la città in cui ha studiato, Toscano  si sfoga in parole pensando alla sua città che lo lascia senza stimoli e con cui più volte si è riconciliato.

Quello che gira
L’imperatrice e Sebastian Tellier come reference. La musica francese entra nelle note di Toscano in un brano che parla di crescita. Scritta prima di trasferirsi a Roma, con un senso di spaesamento per cui non ci si sente a casa né nel posto dove si è nati e cresciuti, né nel nuovo mondo, in cui servirebbe lo slancio per potersi buttare con entusiasmo, parla di quei momenti che sai già che ti ricorderai, mentre li vivi. E parla di quello che resta, il titolo originario di questo brano. Perché la gioventù rimane nei ricordi, ma mentre si vive, tutto gira.

Bianca  
Bianca è una canzone che Giovanni ha scritto con la sua amica Bianca Ceravolo in un momento di stallo. Dopo il film di Virzì ha avuto un anno di stop che lo ha portato a riconsiderare l’idea di iscriversi all’università. Nei pomeriggi assolati di ottobre mentre il mondo ricominciava a macinare chilometri, con un paio di amici passava le giornate al mare a godersi le ultime giornate di sole. La sonorità si inspira ai pezzi di Cosmo per approdare a qualcosa di più sgrammaticato e sospeso (grazie al coro di voci bianche) che riflette lo stato d’animo di chi non sa bene cosa fare della propria giovane vita.

SCORE: 7,00

DA ASCOLTARE SUBITO

Arrogantissimo – Giornataccia – Quello che gira

DA SKIPPARE SUBITO

Congolè se proprio devo trovare qualcosa che debbo skippare al secondo ascolto

TRACKLIST

DISCOGRAFIA

2023 – Arrogantissimo

VIDEO 

WEB & SOCIAL 

https://www.instagram.com/giovannitoscano.0

Related Posts