Recensione: GIOVANNI TRUPPI – “Tutto L’Universo” [Traccia per traccia]

Recensione: GIOVANNI TRUPPI – “Tutto L’Universo” [Traccia per traccia]

“Immortalare attimi facendone canzoni” potrebbe essere il sottotitolo di “TUTTO L’UNIVERSO”, raccolta-disco-storia di Giovanni Truppi.  

Una scelta ponderata fatta tra le canzoni più rappresentative tra quelle pubblicate nell’arco di un decennio nei quattro album di inediti, oltre che la perla Tuo padre, mia madre, Lucia, il brano presentato al Festival di Sanremo. 

Un disco che rappresenta una sorta di bilancio parziale della carriera di Giovanni e che chiude il cerchio di un capitolo della sua storia musicale per fare partire un futuro album di inediti.

Brani e fotografie musicali intime che raccontano l’amore e soprattutto sono il mondo di Giovanni. Ognuna di queste canzoni ha una propria traiettoria e, contemporaneamente, come uno dei raggi dello stesso cerchio, porta verso le altre. Sono emozioni, stati d’animo, riflessioni e racconti vissuti e trascritti in bella copia.

Prezioso per chi, non conoscendolo, vuole approfondire il suo talento e le sue virtù cantautoriali sempre alla ricerca della parola e della sua forma di espressione. 

TRACCIA PER TRACCIA 

Tuo padre, mia madre, Lucia

“E se domani tuo padre mia madre o Lucia / ascolteranno queste parole / si chiederanno come mi chiedo anch’io / se questo è un amore / risponderò come rispondo anche a me / che / amarti è credere che / che quello che sarò sarà con te.”

L’inedito presentato da Giovanni Truppi al 72esimo Festival della Canzone Italiana. Una canzone apparentemente classica dal punto di vista dell’impostazione almeno quanto ardita e originale per metriche e struttura. Una parte melodica che sembra cucita in aria. Una love song in grado di mescolare ruvidità e sentimento, Lucio Battisti e Vasco Rossi, canzone d’autore e spoken word, classico e sperimentazione. Una dichiarazione d’amore assoluta.

L’unica oltre l’amore

“È l’unica oltre l’amore / Che dice davvero chi siamo / A tutti gli altri uomini come noi / È quella cosa che ci divide tra chi simpatizza con chi vince / E dall’altra parte / Ovunque, da sempre e per sempre / Chi simpatizza con chi perde”.

Dall’album “Poesia e civiltà” del 2019, la canzone che più di ogni altra racchiude le sue due anime, esplicitate nelle due parole che ne formano il titolo: “Sono partito da una questione molto personale, cioè una riflessione sulla mia identità, che poi sono finito ad allargare: ogni volta che ci penso bene, l’unico motivo per cui per me vale davvero la pena di sentirmi opposto a qualcuno è rendermi conto che non condividiamo la stessa postura nei confronti di chi, a diverso titolo, perde. Stare dalla parte di chi perde sembra una cosa eclatante ma in realtà volevo parlare di un atto dello spirito piccolo, ai confini dell’istintivo, che non si traduce per forza nel diventare frati francescani o rivoluzionari: per questo ho utilizzato il verbo “simpatizzare”.

Superman

“Ho sognato che facevo l’amore con Superman / Era molto meglio di te / Era grande, era forte, era Superman(…) / Ma mi ricordo la sensazione / Forte forte come una corrente / Che mi portava, che mi portava, che mi portava, che mi portava, che mi portava / Fuori dalla mente”.

Dall’album “GIOVANNI TRUPPI (2015), una cavalcata r’n’r. Un pezzo sul sesso, sull’estasi. Un testo splendido, che tiene insieme in modo geniale i dettagli intimi di una confessione ironica e trasgressiva. Una canzone con cui evadere dal proprio corpo, dalla mente e da sé stessi. “Mi incuriosisce molto fino a quanto possiamo spingerci nell’uscire da ‘noi’, nel senso di come ci percepiamo e di quello che percepiamo”.

Mia (con Calcutta)

“Lo sai ci sono persone, posti ed emozioni / Che voglio sempre con me / E allora li metto dentro le canzoni / Io sono un mago questa è la mia magia / E, vuoi o non vuoi, sei mia”.

Già contenuta nell’album “Poesia e civiltà” ma qui proposta nella versione arricchita dal featuring di Calcutta contenuta nell’EP “5” del 2020. Una canzone sul desiderio, e su alcuni meccanismi di attrazione/repulsione che a volte regolano certi rapporti e ne rendono la prosecuzione quantomeno tortuosa: “Nella chiusura di questa canzone mi sembra di essere riuscito a dire in cosa penso che consista il nocciolo del mio lavoro di cantautore.”

Nessuno

“Il mio ragazzo si chiama Nessuno / Nessuno è il mio ragazzo / Il mio ragazzo mi vuole bene / Nessuno mi vuole bene / Il mio ragazzo non lo deve sapere / Nessuno lo deve sapere / Perché se Nessuno lo sa / Nessuno si arrabbierà”. Dall’album “Il mondo è come te lo metti in testa” (2013), una digressione filosofica costruita sull’espediente usato da Odisseo con il ciclope Polifemo. La voce si sdoppia (facendosi il coro da sé) e, utilizzando un trucco vecchio migliaia di anni, espone un anti-manifesto ideologico.

Conoscersi in una situazione di difficoltà

“Benvenuta tra le mie promesse / Quelle che non ci sono più / E quelle che sono rimaste / Stare con te mi definisce. / Se ti do la mia solitudine / Tu mi dai la tua solitudine / Se ti do la mia solitudine / Tu mi dai la tua solitudine”.

Dall’album “Poesia e civiltà” del 2019, un’altra canzone delicata e struggente sulla forza dell’amore inteso come scelta: “Scegliere di darsi ad un’altra persona, mettersi in reale comunicazione con lei, per un momento come per una vita intera, credo voglia dire – in fondo a tutto – rinunciare alla propria solitudine, e cioè al ‘percepirsi e volersi soddisfare come unici’.

Questa canzone racconta il momento in cui due persone si innamorano: le immagino sull’orlo strettissimo di un precipizio mentre si porgono le loro solitudini per scambiarsele, cercando di trovare un passo per due in uno spazio che erano abituate a percorrere da sole.”

Tutto l’universo

“In capa mia ci sta tutto l’Universo / E l’Universo è Dio / E allora chi sono io?”

Dall’album “GIOVANNI TRUPPI” (2015) la storia dell’Uomo in 4 minuti e 58 secondi, raccontata in un pezzo dall’andamento trascinante e scritto con irresistibile arguzia. L’infanzia, l’adolescenza e la morte apparente (che corrisponde alla fine della giovinezza) lasciano il passo ad un finale poetico e disincantato, a dimostrare quanto infinito si cela nel finito. Una preghiera in musica.

I pirati

“E chissà quando è stato che davvero ti ho incontrato / Per la prima volta che ci siamo detti / Se eravamo di spalle / O eravamo vicini / Se eravamo pirati / O eravamo bambini / Se eravamo stelle, correnti del mare”.

Ancora dall’album “GIOVANNI TRUPPI”, una struggente canzone avant-pop sugli amori che non finiscono mai.

Borghesia

“Borghesia / Sono bastati un paio di secoli / E già sei spazzata via / Tra l’incudine e il martello / Tra gli schiavi ed i padroni / Tu dimostri che pensare / Solamente ai fatti propri / È da furbi solo per i coglioni”.

Dall’album “Poesia e civiltà” (2019), una canzone legata al romanzo “La scuola cattolica” di Edoardo Albinati. “La borghesia non è simpatica ma le va riconosciuto di aver avuto la forza di cambiare il mondo (non solo nel male) e di essere stata riferimento per un’intera epoca. Purtroppo la borghesizzazione collettiva che è avvenuta in Occidente nel ‘900 ci ha resi soprattutto più individualisti, finendo con lo sprecare un’occasione di reale miglioramento delle vite di tutti.”

La domenica

E a questo punto / Che cosa cambia / Se io mi vendo / Il mio talento, il mio tormento / Tutte le cose profonde che sento / Solamente per avere / L’impressione di capire. / Ma qui si tratta solo di ingannare il tempo / Tanto alla fine si va a finire / Sempre / Che la domenica la gente litiga”.

Dall’album “Il mondo è come te lo metti in testa” (2013), una riflessione filosofica sul senso della vita. Qual è il senso delle scelte che facciamo? E della vita che scegliamo di avere? Riusciamo ad imparare dai nostri errori? Come ci comportiamo quando abbiamo la libertà di fare quello che vogliamo, ad esempio la Domenica?

Stai andando bene Giovanni

Stai andando bene Giovanni / Dai che ce la puoi fare / Stai andando bene Giovanni / Continua a fare male / E se proprio non puoi fare la rivoluzione / Almeno ricordati di non guardare mai la televisione / È normale che non ti viene tutto subito / È normale pure che a volte ti annoi”.

Dall’album “GIOVANNI TRUPPI”, una traccia alt-rock. Una delle frasi ricorrenti: “Stai andando bene Giovanni, continua a fare male”. “Mi è capitato spesso di riflettere sul fatto che per alcune persone, come per me, è difficile ammettere di fare del male. Cioè accettare anche una parte brutta, violenta, scomoda, fastidiosa di se stessi e, conseguentemente, delle altre persone e di tutto quello che ci circonda. A grandi linee il concetto è: “Non sei perfetto – e nemmeno il mondo lo è – ma accettati!” “.

Amici nello spazio

“E gli racconto / Che da un po’ di tempo / Spesso mi viene in mente / Quella poesia di Dante. / Quella dove lui diceva / Quanto mi piacerebbe / Che il tempo si fermasse / Mentre io me ne sto su una barca / Con un paio di amici miei e qualche amichetta / A parlare d’amore e a cazzeggiare / Tipo i video dei rapper americani”.

Uno dei momenti più riusciti dell’album “Il mondo è come te lo metti in testa” (2013). Due amici, due momenti di intimità: “Una canzone sugli affetti e sugli addii.”

Il mondo è come te lo metti in testa

Io mi chiamo Giovanni / e il mio nome è un plurale. / Ma nonostante questo indizio che mi hanno dato mamma e papà quando sono nato / c’ho messo più di vent’anni a realizzare / che siamo tantissimi qui dentro. / E più lo capisco, / più mi rassegno allo sgomento.

Dall’album omonimo del 2013, il ritratto di un trentenne che, in un momento di riflessione e di estrema (e a tratti dolorosa) sincerità, traccia un primo bilancio della propria vita: “E’ la traccia che dà il titolo al disco e ne segna le coordinate di rotta. In sintesi: la constatazione di quanto siano rari i momenti autentici e non indotti nella nostra esistenza”.

Procreare (con Brunori sas)

“A volte penso che sono sulla terra / Perché ho un appuntamento col presente / E tutto questo si può rimandare / Per vivere come da sempre l’uomo vive / Godere un po’ del mio corpo animale /Amare, progredire, procreare”. 

Dall’Ep “5” (2020), una ballad uptempo incantata e mistica per uomini “di buona volontà”: “È una delle prime canzoni che avevo scritto per Poesia e civiltà ma che poi era rimasta da parte. Quando ho invitato Dario a partecipare a “5”, tra quelle che gli ho proposto ha scelto immediatamente questa. Quando, poi, ho ascoltato Cip!, mi è sembrato chiaro il motivo BOH”.

Scomparire

“E ora che abbiamo capito / Che siamo soltanto richieste di aiuto / Ci sembrerà poco meno che un gioco / Due che s’abbracciano strettissimi ce la fanno / A scomparire”.

Dall’album d’esordio “C’è un me dentro di me” (2010). NO NO NO

SCORE: 7,50

DA ASCOLTARE SUBITO

Tuo padre, mia madre, Lucia – Conoscersi in una situazione di difficoltà – Borghesia

DA SKIPPARE SUBITO

Nessuno essendo una raccolta! 

TRACKLIST

DISCOGRAFIA

2010 – C’è un me dentro di me 
2013 – Il mondo è come te lo metti in testa 
2015 – Giovanni Truppi 
2019 – Poesia e civiltà 
2022 – Tutto L’Universo

I VIDEO 

WEB & SOCIAL 

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